La Regione Piemonte ha deciso di dire la sua a proposito della ristrutturazione in corso nell'ex ospedale di Premosello.
A scanso di equivoci qui di seguito riportiamo il testo della comunicazione inviata al Sindaco di Premosello, così come è stata riportata dagli organi di informazione:
“La DGR 14-1150 del 20 marzo 2020 prevede che le Asl possano reperire posti letto dedicato a pazienti Covid positivi con bisogni sanitari compatibili con l'assistenza in Rsa esclusivamente in Residenze Sanitarie Assistenziali autorizzate. Poiché a quanto consta alla Direzione scrivente, il nucleo da 20 posti letto richiesto dall'amministrazione comunale di Premosello non è stato né autorizzato alla realizzazione né, tanto meno, autorizzato all'esercizio, la proposta, seppur encomiabile, del sindaco di Premosello non rientra nell'ambito di applicazione della richiamata deliberazione regionale”
Viene qui confermato che i rilievi da noi mossi corrispondevano a verità.
L'iniziativa presa, seppur lodevole negli scopi, non poteva essere quindi autorizzata perché la delibera in questione non lo prevedeva. Qualora una procedura poco ortodossa desse legittimità al progetto, si creerebbe però un precedente di non poco conto.
Ed è questo il problema che abbiamo cercato di spiegare, non altro.
Comitato Salute VCO su ex ospedale Premosello
Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Comitato salute VCO, riguardante la ristrutturazione in corso nell'ex ospedale di Premosello da dedicare a centro Covid.
3 commenti Aggiungi il tuo
Spero che questa tragedia che stiamo vivendo manderà per sempre in soffitta l'idea demenziale di un solo ospedalino invece di tre.
Anche i più ottusi hanno capito che nella sanità la quantità è importante come la qualità.
Gli ospedali non sono pizzerie,che se non hanno clienti devono chiudere.
Servono tanti presídi,tanti letti,tanti investimenti nella sanità pubblica.
I soldi delle tasse meglio spenderli così,che in ridicoli progetti dai costi faraonici che servono solo a distribuire potere ai colleghi di partito.
Anche i più ottusi hanno capito che nella sanità la quantità è importante come la qualità.
Gli ospedali non sono pizzerie,che se non hanno clienti devono chiudere.
Servono tanti presídi,tanti letti,tanti investimenti nella sanità pubblica.
I soldi delle tasse meglio spenderli così,che in ridicoli progetti dai costi faraonici che servono solo a distribuire potere ai colleghi di partito.
Ciao paolino
Beh non è che possiamo tenere, ad esempio, 30 posti di rianimazione quando normalmente al massimo ne servono 3. Per la gestione ordinaria 3 poi serve un piano per i "tempi di guerra" dove i posti letto, normalmente occupati per esigenze non salva vita (e quindi procrastinabili), possano essere facilmente riconvertiti. L'importante è che tutta la produzione ospedaliera sia su territorio italiano onde evitare che le nazioni amiche ci blocchino le forniture (come hanno fatto (e come noi abbiamo fatto verso altre nazioni)) trasformando in un secondo i vari trattati europei in carta igienica. Gli Stati Uniti pretendono che tutto il materiale militare sia prodotto sul territorio anche se provengono da aziende estere. Le forniture indispensabili per la sopravvivenza dello Stato (e quindi degli abitanti) devono essere prodotte in Italia anche se costano di più.
Beh non è che possiamo tenere, ad esempio, 30 posti di rianimazione quando normalmente al massimo ne servono 3. Per la gestione ordinaria 3 poi serve un piano per i "tempi di guerra" dove i posti letto, normalmente occupati per esigenze non salva vita (e quindi procrastinabili), possano essere facilmente riconvertiti. L'importante è che tutta la produzione ospedaliera sia su territorio italiano onde evitare che le nazioni amiche ci blocchino le forniture (come hanno fatto (e come noi abbiamo fatto verso altre nazioni)) trasformando in un secondo i vari trattati europei in carta igienica. Gli Stati Uniti pretendono che tutto il materiale militare sia prodotto sul territorio anche se provengono da aziende estere. Le forniture indispensabili per la sopravvivenza dello Stato (e quindi degli abitanti) devono essere prodotte in Italia anche se costano di più.
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