Si è svolta a Trento, presso la Fondazione Franco De Marchi, il 15 e 16 novembre, con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento, la quarta edizione del Convegno Arco Alpino.
Numerose le analisi compiute sulle possibilità di un Welfare idoneo ad arrestare lo spopolamento.
Hanno partecipato per la provincia del Verbano Cusio Ossola il Presidente Arturo Lincio e il Dirigente del Settore IV, Architetto Luigi Formoso.
Riportiamo alcuni punti importanti del “Decalogo della Montagna che cambia” da porre all’attenzione di tutte le amministrazioni locali e di quanti vogliono conoscere ed essere vicini ai problemi di chi vive in montagna:
Andrebbe pensata una costruzione collettiva di possibili futuri della montagna. L’immaginario che tende a contrapporre montagna e realtà urbana va messo in discussione/relazione. Esiste una tensione tra un urbano che idealizza la montagna e i territori montani che hanno una visione legata al loro fare (telling vs doing);
Andrebbe immaginata una governance caratterizzata da forme ibride di collaborazione tra pubblico e privato volta alla partecipazione delle comunità. Una ‘governance anticipatrice’, in grado di leggere i cambiamenti in atto e porre soluzioni di lungo respiro (sguardo grandangolare);
Andrebbe fatto emergere il tema del conflitto e andrebbero incanalate le tensioni in una dimensione costruttiva; il conflitto va visto come occasione e opportunità creativa; Governare la tensione tra le spinte verso un’urbanizzazione, che porta servizi agli abitanti della montagna, ma tende a togliere i caratteri che tradizionalmente le vengono attribuiti;
Creare una rete di professionisti che, in maniera interdisciplinare, si occupi di welfare di montagna (HUB interdisciplinare montana);
Andrebbero proposte attività volte a rendere le comunità protagoniste della definizione dei proprio bisogni presenti e futuri;
Costruire progetti che non dipendano da finanziamenti a breve termine ma che siano in grado di immaginare la loro sostenibilità economica: questo per garantire continuità sul territorio;
Fare innovazione vuol dire lavorare tra le pieghe delle normative: il legislatore o la legislatrice dovrebbe lasciare spazio, o per lo meno non occupare tutti gli spazi; Il paesaggio deve essere inteso come qualcosa di dinamico (fisico e umano) da gestire e da non considerare come impedimento allo sviluppo;
le esperienze ci dimostrano che un certo tipo di turismo – se governato – può essere il motore per una rivitalizzazione dei territori (anche periferici).
Il Presidente della Provincia
Arturo Lincio