Un viaggio per ritrovarsi e per meditare, molti sognano di farlo e molti lo affrontano ogni anno. La testimonianza di Anna Laubli che ha affrontato questa avventura è stata raccolta in questo libro: Anna ci racconta le grandi gioie, le piccole sconfitte, le emozioni di un viaggio indimenticabile.
"Fidati e affidati: il mio cammino di Santiago"
Sabato 2 marzo 2019, dalle ore 17:00 alle 18:00, presso la Biblioteca Civica Pietro Ceretti, Fidati e affidati: il mio cammino di Santiago, in dialogo con l'autrice Antonia Santopietro.
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1Percorsi alternativi
nonneho
1 Marzo 2019 - 19:36
Non voglio svalutare il cammino di Santiago, l'esperienza anche se ridotta a pochi giorni e poche centinaia di km (personalmente la prima volta per per problemi fisici, la seconda idem - anche se più contenuti - unitamente ad uno stato mentale pessimo) lascia anche delle tracce positive.
Al di là delle condizioni fisiche e mentali soggettive, ormai da almeno 15 anni è diventato un business che soffoca l'individuo. I dati di affluenza da inizio anni 2000 dei camminatori sono impressionanti, con tutto quel che ne consegue. Già da diverso tempo non controllo i dati ma credo che i mesi ideali per affrontarlo con la dovuta calma e pace si riducano ad un paio se si esclude in partenza quelli invernali, quindi da ottobre (sono 800 km quindi in 25/30 giorni si giunge a Santiago da St Jean Pied de Port) oppure da metà o fine febbraio.
L'ideale, a mio parere, ma solo per chi non ha problemi di denaro, è alloggiare nei bed and breakfast o comunque dove si ha la possibilità di avere una camera privata, perché i disagi di una camera comune li si possono sopportare 1 settimana, dopodichè l'esasperazione prende il sopravvento; naturalmente ciò non è valido per tutti ma bisogna avere i nervi saldi; alcuni esempi: code per chiedere ospitalità al rifugio; russate a non finire che ti impediscono di dormire per ore e ore; code per lavarsi; assenza di privacy; unitamente ai disagi vari come ad esempio lavarsi gli indumenti, e se sei solo, ciò richiede ancora più impegno e pazienza.
Partire da soli è eccitante ma dopo un po' inizia a pesare tanto quanto procedere involontariamente con persone che preferiresti perdere per strada, cosa piuttosto difficile perché il passo più o meno è uguale per quasi tutti,
Molti partono perché pieni di problemi, non voglio fare di tutte le erbe un fascio ma penso che sia meglio pensare a camminate più brevi, di 4-5 giorni, più facili da gestire psicologicamente e molto meno stressanti, quindi su percorsi che se pure non hanno valore spirituale o storico concedono maggiore spazio alla libertà interiore ed esteriore.
Al di là delle condizioni fisiche e mentali soggettive, ormai da almeno 15 anni è diventato un business che soffoca l'individuo. I dati di affluenza da inizio anni 2000 dei camminatori sono impressionanti, con tutto quel che ne consegue. Già da diverso tempo non controllo i dati ma credo che i mesi ideali per affrontarlo con la dovuta calma e pace si riducano ad un paio se si esclude in partenza quelli invernali, quindi da ottobre (sono 800 km quindi in 25/30 giorni si giunge a Santiago da St Jean Pied de Port) oppure da metà o fine febbraio.
L'ideale, a mio parere, ma solo per chi non ha problemi di denaro, è alloggiare nei bed and breakfast o comunque dove si ha la possibilità di avere una camera privata, perché i disagi di una camera comune li si possono sopportare 1 settimana, dopodichè l'esasperazione prende il sopravvento; naturalmente ciò non è valido per tutti ma bisogna avere i nervi saldi; alcuni esempi: code per chiedere ospitalità al rifugio; russate a non finire che ti impediscono di dormire per ore e ore; code per lavarsi; assenza di privacy; unitamente ai disagi vari come ad esempio lavarsi gli indumenti, e se sei solo, ciò richiede ancora più impegno e pazienza.
Partire da soli è eccitante ma dopo un po' inizia a pesare tanto quanto procedere involontariamente con persone che preferiresti perdere per strada, cosa piuttosto difficile perché il passo più o meno è uguale per quasi tutti,
Molti partono perché pieni di problemi, non voglio fare di tutte le erbe un fascio ma penso che sia meglio pensare a camminate più brevi, di 4-5 giorni, più facili da gestire psicologicamente e molto meno stressanti, quindi su percorsi che se pure non hanno valore spirituale o storico concedono maggiore spazio alla libertà interiore ed esteriore.
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