La King Albert I Memorial Foundation fu istituita nel 1993 da Walter Amstutz, ex direttore del turismo di San Moritz, in onore di re Alberto I del Belgio (1875–1934), con il quale aveva compiuto importanti ascensioni. Re Alberto I morì il 17 febbraio 1934 a Marche-les-Dames presso Namur (Belgio), cadendo durante un’arrampicata in solitaria. Scopo della fondazione è di riconoscere persone e istituzioni che si sono distinte per meriti particolari e durevoli acquisiti attraverso il loro agire in qualsivoglia campo connesso al mondo della montagna. L’Albert Mountain Award, una medaglia d'oro, viene conferito ogni due anni.
Nella motivazione del riconoscimento si legge che «Il Parco Nazionale Val Grande […] tutela e conserva una Wilderness alpina ormai priva di immediati influssi umani. Il suo intento è di permettere ai visitatori di confrontarsi con un ambiente selvaggio e di vivere esperienze incomparabili in mezzo alla natura. Grazie alle sue risorse, offre un turismo naturalistico unico nel suo genere».
Nel corso delle 13 premiazioni tenutesi a San Moritz e Pontresina dal 1994 al 2018, il riconoscimento è stato assegnato a un totale di 57 persone e istituzioni. Tra queste, eminenti scalatori e alpinisti, geografi e geologi, scrittori ed editori di letteratura alpina, fotografi, specialisti in medicina di montagna o persone e organizzazioni dedite alla tutela dell'ambiente. Il loro operato ha contribuito a salvaguardare la dignità e la bellezza delle montagne, patrimonio universale, e a renderle più sicure per le piante e gli animali che vi vivono, per gli uomini che vi abitano e lavorano e per gli alpinisti che vi trascorrono il tempo libero.
Alla cerimonia di Pontresina era presente il presidente del Parco Massimo Bocci: «Un premio che io ho ritirato – ha dichiarato il presidente – ma che è delle donne e degli uomini che ogni giorno lavorano al Parco e in Val Grande; di tutti coloro che con racconti e libri hanno diffuso e diffondono la magia della Val Grande e della wilderness; delle comunità e degli amministratori del Parco che ogni giorno, spesso in condizioni difficili, presidiano e mantengono vivo il territorio».