Dal sito: quotidianopiemontese.it
Quattordici ex dipendenti della Montefibre di Verbania, fabbrica tristemente nota per i lavoratori morti a causa dell’amianto, hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo, il terzo, contro i vertici dell’azienda.
Si chiama “danno d’ansia” ed è ciò che provano queste persone ogni volta che si sottopongono ad un controllo, una radiografia o una visita:
La notte prima di una radiografia è quella peggiore, perchè non sai mai se troveranno qualcosa. Ne abbiamo visti troppi di amici di una vita morire uno dopo l’altro.
Qualcuno preferisce addirittura non sapere e salta i check-up periodici organizzati dalla Cgil, ma ora questi uomini e donne hanno scelto di chiedere un risarcimento. Il giudice Elena Ceriotti comunicherà se questa richiesta verrà accettata o meno il 22 maggio, ma “in Italia ci sono altri precedenti nel caso Eternit e in quello del disastro di Seveso”, spiega l’avvocato Laura D’Amico.
Nell’udienza preliminare in corso la stessa domanda di costuirsi parte civile è arrivata anche da parte della Cgil di Verbania e dalle dodici persone (lavoratori o familiari) coinvolte direttamente dai danni provocati dall’amianto della Montefibre: cinque sono morte per mesotelioma o per complicazioni legate alle placche pleuriche, sei hanno subito lesioni importanti dovute alle placche e una è una familiare di un uomo esposto per anni all’amianto.