Spazi uniti d’America, Terra sapiens - antropologia del paesaggio, Artico nero, sono alcuni dei suoi titoli più importanti. Ma scrive anche romanzi e racconti, come Tre montagne, una raccolta di tre storie ambientate in montagna in cui la descrizione del paesaggio, intensa e potente, diventa l’elemento portante della narrazione.
La ricerca multidisciplinare di Matteo Meschiari è tutta incentrata sul paesaggio. Dice di sé in un’intervista a Simonetta Radice: ‘Ero un ragazzo, avrò avuto tra i 14 e i 15 anni, avevo letto vari testi di Tolkien e mi chiesi a un certo punto come sarebbe stato riscrivere Il Signore degli Anelli eliminando tutte le persone.
Quest’idea si è trasformata presto in un progetto poetico perché, per una breve stagione, con un amico poeta che si chiama Francesco Benozzo, abbiamo scritto un manifesto che si intitolava Scrivere Paesaggi e, per una breve stagione, abbiamo dato vita a quella che poi abbiamo chiamato la “letteratura di puro paesaggio”.
Nell’incontro di venerdì 3 novembre Matteo Meschiari parlerà della percezione del paesaggio e delle radici storico culturali dei processi che hanno portato alla devastazione dell’ambiente.
Il paesaggio, dice Meschiari, si percepisce attraverso la compresenza di tre attività: il camminare, il memorizzare e l’immaginare. Da qui parte la Resistenza contro la cattive pratiche e per l’affermazione di una nuova ecologia.
L’evento si colloca all’interno del ciclo di incontri dal titolo ‘Nuovo Mondo’, curato da Elisabetta Bianchessi e organizzato dal Museo del Paesaggio in collaborazione con l’associazione Verdi Acque.