Due ricorsi contro la delibera di chiusura del Punto Nascita di Domodossola sono stati respinti dal TAR del Piemonte con motivazioni a nostro avviso insufficienti. I magistrati del TAR hanno accolto le argomentazioni di Regione e ASL senza approfondire, senza verificare che, ad esempio, il Servizio di Trasporto Assistito Materno (STAM) fosse stato realmente attivato (la recente odissea, finita in tragedia, della famiglia di Piedimulera dimostra il contrario).
Nemmeno il servizio 118 è più "capillare" (come lo definisce la sentenza) quanto prima, da quando la centrale di Verbania è stata chiusa e
tutto è stato spostato a Novara (feudo del presidente regionale), peraltro acquistando nuove apparecchiature invece di riutilizzare quelle di Verbania, che ora fanno la muffa in uno scantinato.
I magistrati non hanno neppure cercato di capire il motivo del calo di parti a Domodossola e la relativa mobilità passiva, derivanti totalmente dai sabotaggi recati da Regione e Asl negli ultimi 12 anni tramite protocolli iniqui e ostili, concepiti per azzoppare il servizio a vantaggio di altre strutture.
Non ha contato nulla, per i magistrati, dimostrare che i parti dovevano essere conteggiati sui due presidi dell'Ospedale Unico Plurisede. Non ha contato nulla, dimostrare che lo STAM propriamente detto è inesistente. Non ha contato nulla, il resoconto dettagliato delle distanze tra le valli ossolane e il punto nascita più "vicino", in un territorio montano difficile da attraversare.
Non ha contato nulla il diritto alla salute sancito dall'art. 32 della Costituzione, visto che la sentenza declassa gli Ossolani a figli di un dio minore.
Ora noi pretendiamo che gli amministratori ossolani si facciano interpreti del nostro dissenso, ricorrendo a tutte le vie legali per impedire la chiusura scellerata del Punto Nascita dell'Ospedale San Biagio, dove i bambini nascono fin dal Medio Evo, dove non si registrano incidenti a mamme e neonati da almeno 13 anni, dove i bambini potrebbero nascere in sicurezza se i i biechi protocolli dell'Asl fossero revocati. Siamo pronti a tornare nelle strade per raccogliere altre firme, altri fondi.
Noi cittadini, noi attivisti per il Punto Nascita e per una sanità sul territorio di pari dignità rispetto alle aree urbane, non ci risparmieremo. I nostri eletti facciano altrettanto o sarà nostro dovere informare le comunità confinanti con l'Ossola che qui non si può partorire, non si può nascere ed è meglio che donne incinte, puerpere e neonati stiano alla larga.