La Formaza in particolare è la vera protagonista della puntata, per una serie di motivi: primo fra tutti il fatto che sia una terra vergine per Linea Verde visto che in 50 anni di programmazione nessun conduttore vi era mai giunto prima.
Secondo perché è una terra estrema così come la sua agricoltura, basti pensare che fino al XIII secolo è rimasta completamente disabitata, poi, chiamati da una famiglia di signorotti locali, sono arrivati un gruppo di alemanni che armati di buona volontà hanno strappato al bosco spiazzi in cui cominciare a vivere e a pascolare i propri animali. Un cronista ottocentesco ha scritto “… l’inverno di Formazza è un inverno di orrore, di gelo continuo e continua prigionia”.
Per quasi 700 anni la situazione è rimasta immutata: 7-8 mesi di inverno pieno, e isolamento più totale per i suoi pochissimi abitanti. Ma nel 900 le cose sono radicalmente cambiate: in primis grazie agli sci, che trasformarono la neve da nemica ad amica, da barriera di isolamento a frontiera di apertura.
Poi grazie alla costruzione di una serie di centrali idroelettriche che comportarono il quasi completo abbandono dell'agricoltura e la costruzione di strade e trafori. Oggi si è tornati alla terra, a coltivare; nella puntata si parlerà quindi soprattutto di agricoltura eroica, estrema, dove il passato il presente e il futuro si congiungono: da circa vent'anni sono partiti una serie di progetti di ricerca e sperimentazione atti a individuare fra una grande varietà di specie autoctone quelle più resistenti, le più forti, per ritrovare antichi sapori dimenticati.
In questa puntata inoltre per la prima volta i due conduttori saranno insieme in elicottero per raccontare il territorio e per la prima volta quest'anno infileranno gli sci cimentandosi in avventurose interviste sulla neve.