“Piangi pure”
di Lidia Ravera edito da Bompiani
vince l’edizione 2013 del Premio Stresa di Narrativa
La Giuria dei Lettori e la Giuria dei Critici, presieduta da Gianfranco Lazzaro e composta da Maurizio Cucchi, Orlando Perera, Marco Santagata e Piero Bianucci, hanno assegnato a Lidia Ravera, autrice di “Piangi pure”, edito da Bompiani, il primo premio.
L’opera di Lidia Ravera, è stata preferita dai Giurati alle altre quattro opere (in ordine alfabetico) selezionate a far parte della cinquina finalista:
“Il tempo dell’innocenza” di Raul Montanari edito da Baldini & Castoldi
“Figli dello stesso padre” di Romana Petri edito da Longanesi
“Ora” di Mattia Signorini edito da Marsilio
“Quasi due” di Hamid Ziarati edito da Einaudi
Durante la cerimonia di premiazione, svoltasi nella Sala Tiffany dell’Hotel Regina Palace di Stresa, sono stati inoltre consegnati i premi speciali della Giuria dei Critici alle seguenti opere:
“Uno per uno” di Tommaso Soldini edito da Casagrande (Bellinzona-Svizzera)
“Principessa” di Gianfranco Calligarich edito da Bompiani
e menzioni speciali per gli autori locali a:
“La cosa meccanica” di Mario Lagostina edito da Robin Edizioni
“La barca del pirata - racconti” di Giampiero Casoni edito da Edizioni Joker
Storia del Premio Stresa
Il Premio Stresa di Narrativa ha oltre trent’anni di vita: la fondazione risale, infatti, al 1976. Dopo un’interruzione di alcuni anni, il Premio Stresa di Narrativa è ripreso nel 1995 sotto l’egida dell’Associazione Turistica Pro Loco di Stresa.
La presenza di tutte le principali case editrici e la presenza di scrittori di grande fama (tra gli altri Maurizio Maggiani, Alberto Bevilacqua, Roberto Pazzi, Simonetta Agnello Hornby, Maurizio Cucchi, Marco Santagata, Paolo Rumiz) nell’albo d’oro, conferma la sempre maggiore rilevanza del Premio nel panorama letterario italiano.
L’Albo d’Oro del Premio Stresa di Narrativa:
1976 – Gianfranco Lazzaro - Il Cielo Colore delle Colline
1977 – Eugenio Travaini - Il vento in Testa
1978 – Marise Ferro - La Sconosciuta
1980 – Carlo della Corte - Grida dal Palazzo di Inverno
1981 – Virginia Galante Garrone - Se Mai Torni
1982 – Marcello Venturi - Sconfitti sul Campo
1983 – Davide Lajolo - Il Merlo di Campagna e il Merlo di Città
1984 - Giorgio De Simone - L'armonista
1995 – Duilio Pallottelli – Voglia di Famiglia
1996 – Enrico Fovanna – Il Pesce Elettrico
1997 – Dante Maffia - Il Romanzo di Tommaso Campanella
1998 – Guido Conti – Il Coccodrillo sull’altare
1999 – Maurizio Maggiani – La Regina Disadorna
2000 – Alberto Bevilacqua – La Polvere sull’Erba
2001 – Roberto Pazzi – Conclave
2002 – Diego Marani – L’ultimo dei Vostiachi
2003 – Simonetta Agnello Hornby – La Mennulara
2004 – Antonia Arslan – La Masseria delle Allodole
2005 – Maurizio Cucchi – Il male é nelle cose
2006 – Marco Santagata – L'amore in sé
2007 – Paolo Rumiz – La leggenda dei monti naviganti
2008 – Andrea Fazioli – L'uomo senza casa
2009 – Giuseppe Conte – L'adultera
2010 – Francesco Carofiglio – Ritorno nella valle degli angeli
2011 – Bruno Arpaia – L’energia del vuoto
2012 – Francesca Melandri – “Più alto del mare”
Breve traccia delle opere finaliste
“Il tempo dell’innocenza” di Raul Montanari edito da Dalai editore
Milano, maggio 1986. Damiano è un adolescente distratto, come tanti, la cui vita cambia all'improvviso quando Ivan, compagno carismatico e cinico nonostante l'età, lo coinvolge in uno scherzo ai danni di Ermanno, l'amico debole, che vive solo con la madre Regine e due inquietanti servitori. Uno scherzo che avrà un esito terribile. 2011. Damiano è un quarantenne che vive di lezioni private. La sua è un'esistenza che si svolge nella penombra, fuori da ogni socialità. Passare inosservato ed essere dimenticato sembra essere il suo scopo. Ma nascondersi per sempre non è possibile. Ermanno, che non si era più riavuto dall'episodio dell'86, si spara. Per vendicarlo Regine, donna dalle relazioni potenti e pericolose, chiede a Damiano di uccidere Ivan. In cambio gli promette qualcosa che lui non può rifiutare. Lo scambio sarà una vita per una vita.
“Figli dello stesso padre” di Romana Petri edito da Longanesi
Figli dello stesso padre, ma di due donne diverse, Germano ed Emilio si rivedono dopo un lungo silenzio.
Sono diversissimi, accomunati unicamente dall'amore insoddisfatto per il padre Giovanni, una figura possente, passionale ed egocentrica, che ha abbandonato la madre di Germano perché la sua nuova donna aspettava un figlio, Emilio, per poi abbandonare poco dopo anche lei come tutte le altre donne della sua vita. Germano, pur essendo sempre stato il preferito del padre, non ha mai perdonato al fratello minore di essere la causa del divorzio dei genitori. Emilio, cresciuto sapendo di essere il figlio non voluto, ha sempre cercato, invano, l'affetto del padre e del fratello. Nei pochi giorni che trascorreranno insieme, le antiche rabbie e il richiamo del sangue riemergeranno furiosi.
“Piangi pure” di Lidia Ravera edito da Bompiani
Iris ha 79 anni, una figlia intelligentissima e antipatica, che parla esclusivamente con Dio, e una nipote bellissima e ignorante, che trae vantaggio dalle passioni degli uomini. Vive sola ed è in ottima salute, ma quando, per risolvere una decorosa miseria ormai intollerabile, vende la nuda proprietà della casa in cui abita, incomincia a pensare alla morte. È perché ha scommesso sulla sua aspettativa di vita? Lo chiede a Carlo, lo psicoanalista che lavora al pianterreno e, da tre anni, prende il caffè con lei al bar di fronte.
Carlo è una buona conoscenza, una consuetudine, quasi un amico. È lui che le consiglia di tenere un diario per contenere e disinnescare quei sintomi minacciosi, Iris esegue. Prima è cauta, racconta le sue paure per dominarle. Ma poi finisce per raccontare anche altro. E si scopre innamorata di Carlo. Anche questo è un sintomo, ma siamo portati a pensare che sia sintomo di una malattia giovanile. È così? Esiste una scadenza per l'eros, un inverno del nostro desiderio? Oppure è uno dei tanti stereotipi che ci obbligano a rinunciare alla vita? Contro ogni previsione Iris e Carlo vivranno la loro storia d'amore,
impareranno a guardarsi l'un l'altra, e a guardare il tratto di strada che devono ancora percorrere, approfittando della luce più suggestiva. Quella del tramonto. Con "Piangi pure" Lidia Ravera racconta una storia struggente in cui l'età avanzata dei protagonisti diventa l'occasione per un rinnovato inno alla vita.
“Ora” di Mattia Signorini edito da Marsilio
Ora: non c'è passato e neppure futuro che non appaia nel presente e da qui si irradi avanti e indietro, illuminando il senso dell'esperienza e la direzione del cammino. Mattia Signorini, uno dei più originali e felici narratori italiani dell'ultima generazione, a poco più di trent'anni azzarda un bilancio esistenziale, misurandosi con il turbamento della memoria, la violenza dei ricordi, e con lo svaporare di un progetto sostenuto soprattutto dalla rabbia e dal desiderio di rivolta, per giungere a conclusioni che per la loro solidità morale, per la maturità che le sostiene, non possono non sorprendere il lettore, lasciandolo interdetto a interrogarsi sul destino di questa nostra società smarrita tra resistenza e innovazione, appunto. L'occasione gli è offerta dal ritorno al paese d'origine di Ettore, il protagonista, per svendere la casa dei genitori scomparsi un anno prima in un incidente stradale, che lo obbliga a confrontarsi con le ragioni del suo distacco, con la ricchezza delle presenze umane che animano il paesaggio campestre lungo gli argini del fiume, con gli affetti e i sentimenti che vibrano ancora tutt'intorno. In città ha lasciato una sorella più giovane, incinta, che lo aspetta ricordandogli altri doveri e responsabilità, ma anche il valore di una famiglia dispersa e distrutta non senza la loro correità: Ettore assiste alla disgregazione delle sue più radicate certezze, al confondersi di giudizi e pregiudizi, al riproporsi vitale dei valori rifiutati." (Cesare De Michelis)
“Quasi due” di Hamid Ziarati edito da Einaudi
Per fabbricare una molotov può risultare fondamentale una manciata di sapone, proprio quello che le mamme usano per il bucato. Darioush l'ha imparato durante i giorni concitati della Rivoluzione, e ora vuole confezionarne una con le sue mani per punire in maniera spettacolare il figlio del pollivendolo che ha ucciso uno dei suoi adorati colombi. Per Darioush il "gioco dei colombi", il più popolare sui tetti di Teheran, è una gioia complessa, che ha a che fare con la guerra e con la fantasia: gli permette di volare in cielo secondo le regole della terra, di combattere, fremere, tubare, catturare prede nemiche. Ma la verità è che Darioush non fa che combinare guai, nel tentativo maldestro d'imitare i suoi film preferiti, quelli che ormai circolano quasi clandestinamente. Compagno inseparabile, Zal, che sarebbe disposto a seguire Darioush in qualsiasi impresa, persino sulla prima linea del fronte. È cosi che si ritrovano in mezzo alle bombe vere, quelle irachene, dopo aver tanto giocato alla guerra. Ed è cosi che nella loro testa i martiri bambini di cui parla l'Ayatollah possono prendere il posto degli eroi del cinema. Ma il nemico, alla fine, ha tutta l'aria di uno come loro due, che parla una lingua diversa eppure ha negli occhi la stessa irriducibile vitalità.