Il dramma umano della guerra in Siria e dei profughi costretti alla fuga descritti attraverso lo sguardo delicato e curioso di un cucciolo, che riesce a immigrare con la propria padroncina Farah, una bimba di 6 anni.
Entrambi orfani e soli contro la crudeltà del mondo, in cerca di un futuro migliore con le uniche armi che possiedono: la tenerezza, l'ingenuità e la grande forza di volontà. Ciò che accomuna la bambina al cagnolino è la condizione di vittime: di un sistema socio-politico, di un assetto ambientale ostile; sono costretti a dover gestire la loro condizione infantile in situazioni limite, che non hanno scelto e che molto difficilmente possono cambiare. Cercheranno semplicemente di adattarsi per rendersi visibili e urlare la propria r-esistenza.
Uno sguardo particolare sulle terribili esperienze dei migranti nelle attraversate del Mediterraneo, raccontate con la dolcezza di una ragazzina di 13 anni, alla sua prima opera, dotata di una non comune sensibilità per la sua giovane età. Una scrittura fresca, asciutta, toccante, capace di scendere in profondità e con senso critico nella descrizione delle recenti sventure umane, come appunto quelle dei profughi siriani.