“Dal mare tempestoso dell’Istria alle pacifiche rive del Lago Maggiore”: così si potrebbe definire l’esodo della famiglia Suffi e di tante altre costrette ad abbandonare tutto per poter restare italiane.
Per ricordare i trecentocinquantamila italiani che hanno dovuto scegliere la strada dell’esilio e abbandonare Fiume, l’Istria e la Dalmazia in seguito all’annessione della Venezia Giulia all’ex-Jugoslavia nel 2004 è stato istituito per il 10 febbraio di ogni anno l’anno del ricordo. Introdurrà l’incontro il presidente dell’Anpi omegnese, Claudio Boldini.
Interverranno Mino Ramoni, Claudio Suffi, Giorgio Danini e Marco Travaglini. Verrà proiettato anche il video “I campi di concentramento di Arbe e Goli Otok”. L’inziativa è patrocinata dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale e dal Comune di Omegna.
“Diario dall’Istria”
Sabato 6 Febbraio, alle ore 17.00, presso la Biblioteca Civica “Gianni Rodari” di Omegna sarà presentato il volume “Diario dall’Istria” di Domenica Suffi Cornachin.
7 commenti Aggiungi il tuo
Per non dimenticare le grandi sofferenze patite da tutti gli italiani in uno dei momenti più bui della storia italiana ed europea
Ciao Claudio Ramoni
Si ma io ricorderei anche le grandi sofferenze che gli italuani hanno fatto patire agli sloveni ai criati e ai serbi dagli anni della anbessione della venezia giulia nel 1918 alla fine della guerra.... tanto è vero che verrà proiettato un film sui campi di concentramento italiani... dove perirono quasi 10.000 tra vecchi donne e bambini.... o italiani brava gente?
Si ma io ricorderei anche le grandi sofferenze che gli italuani hanno fatto patire agli sloveni ai criati e ai serbi dagli anni della anbessione della venezia giulia nel 1918 alla fine della guerra.... tanto è vero che verrà proiettato un film sui campi di concentramento italiani... dove perirono quasi 10.000 tra vecchi donne e bambini.... o italiani brava gente?
Certamente la parte del Regno d'Italia annessa dopo il trattato di Rapallo (Venezia Giulia e le città di Zara e Fiume) fu sottoposta ad un processo d'italianizzazione forzata da parte del regime fascista che provocò enormi tensioni etniche che portarono, nel corso della seconda guerra mondiale, prima a violenze efferate e poi a internamenti in campi di concentramento appositamente creati (come ad Arbe) principalmente di partigiani e civili slavi ad opera dell'esercito italiano di Mussolini fino al 1943, quando con l'armistizio furono chiusi. Iniziò allora una dura repressione da parte dei partigiani e delle forze armate di Tito nei confronti della popolazione italiana che sfociarono in crimini di guerra, gli infoibamenti, nel '43 e poi nel '45, alla fine della guerra, cui fece seguito il grande esodo istriano. Venne poi creato nel secondo dopoguerra il campo di concentramento di Goli otok dove vennero internati gli oppositori politici di Tito, comunisti stalinisti e anticomunisti, iugoslavi e non, in totale 16.000 di cui 400 italiani (tra i quali il poeta Luigi Zanini).
La guerra tira fuori il peggio degli uomini, qualcuno più di altri, per questo di brava gente non ce n'è stata molta purtroppo, ma qualche giusto c'è stato, da entrambe le parti, ricordiamoci di questi per non sentirci dannati. Per il resto penso sia giusto ricordare, per non negare e ricaderci, mai. Questo credo sia l'intento degli autori.
La guerra tira fuori il peggio degli uomini, qualcuno più di altri, per questo di brava gente non ce n'è stata molta purtroppo, ma qualche giusto c'è stato, da entrambe le parti, ricordiamoci di questi per non sentirci dannati. Per il resto penso sia giusto ricordare, per non negare e ricaderci, mai. Questo credo sia l'intento degli autori.
Un paio di errori storici. .. le tensioni di cui parla lei prima dell inizio della seconda guerra mondiale furono vere e proprie deportazioni della popolazione di lingua slava ( la maggiorabza della popolazione) , divieto dell uso della propria lingua, confisca delle terre per donarle agli italiani che si trasferirono da altre regiioni. Non entro nel merito delle efferatezze compiute dagli italiani ( vedi circolare del criminale generale Roatta) con l aiuto degli ustascia croati di Ante Pavelic) . Il tragico uso degli infoibamenti fu usato per orima dagli italiani e ultima cosa , mi dispiace contraddirla ma nei campi di concentramento italiani di partigiani slavi non ce ne erano visto che venivano fucilati ( quando gli andava bene) immediatamente. Nel campo di Arbe e negli altri campi furono rinchiusi solo donne vecchi e bambini che non perivano negli incendi dei loro villaggi. D'altronde è difficile raccontare tutto ... e molto raccapricciante...
Tutto molto difficile da raccontare, concordo pienamente, visto che si trattò di efferatezze raccapriccianti compiute da italiani FASCISTI (la 2^ armata italiana, di cui fece parte anche il generale Mario Roatta, e che nel 1942 creò il campo di Arbe), da croati FASCISTI (gli ustascia appunto di Ante Pavelić) e da tedeschi NAZISTI: vent’anni di fascismo, con violenze, snazionalizzazione e italianizzazione forzate, repressione feroce, disprezzo razzista, una guerra d’aggressione che coinvolse anche le popolazioni civili che furono sterminate e deportate. Che molti partigiani slavi venissero fucilati sommariamente dai nazifascisti è pacifico, esattamente come accadeva ai nostri partigiani italiani, ma come vennero internati i partigiani italiani ad Auschwitz e Mauthausen è plausibile che lo fossero anche quelli slavi ad Arbe. Che questi criminali nazifascisti seviziassero ed ammazzassero l'inerme popolazione civile slava(donne, vecchi e bambini) è anche questo pacifico, esattamente come accadeva in Italia.... quindi in Jugoslavia, come in Italia, e in tutti i paesi occupati dal regime repressivo dell'Italia fascista QUESTI furono gli italiani resisi responsabili di crimini di guerra, gli ALTRI italiani, i partigiani e gli antifascisti, che negli anni più bui di questo paese dissero “No” invece che “Sì” erano icuramente brava gente
Hai perfettamente ragione Cesare, conosco bene quei posti e quella gente: occhi terrorizzati quando, fino a pochi anni fa, accennavi a Goli Otok o Sveti Grgur; ormai anche i loro giovani di questi fatti sanno sempre meno. Purtroppo la storia la scrivono sempre i vincitori e la voce dei vinti non vuole sentirla nessuno, in particolar modo noi italiani, specialisti nel salire sempre all'ultimo minuto sul carro dei vincitori, sputando su quelli che fino al giorno prima avevamo osannato!
Per commentare occorre essere un utente iscritto