L'eccesso di pioggia, inoltre, rischia di soffocare le radici delle giovani piante, facendo calare le produzioni previste o creando lo sviluppo di funghi che possono far morire le piantine di mais, come già si registra in alcuni campi da poco seminati.
A questa situazione delicatissima, in cui le persistenti piogge hanno rovinato le semine e rallentato di oltre un mese le operazioni colturali di ogni comparto, si aggiunge il pericolo di una recrudescenza delle invasioni di cinghiali nei campi, soprattutto di mais.
"Ci sono le prime segnalazioni dall'Ovest Ticino e dal Borgomanerese - aggiunge il direttore di Coldiretti Novara-Vco, Gian Carlo Ramella - mentre nella confinante provincia di Varese sono centinaia gli ettari di terreno interessati dall'invasione di questi giorni".
Non va meglio per i florovivaisti, che hanno perso i primi due mesi di una stagione che stenta a decollare, mentre diversi apicoltori sono stati costretti ad alimentare le api per un periodo più lungo del previsto. Risulta rovinata anche la raccolta del fieno maggengo, a causa delle piogge che hanno ritardato il primo taglio, e le semine sono ritardate anche per la soia.
Situazione difficile, infine, per il comparto ortofrutticolo, dove è compromesso lo sviluppo dei frutti successivo alla fioritura. A causa dei danni provocati dal maltempo, Coldiretti ha chiesto alla Regione il riconoscimento dello stato di calamità naturale per tutto il Piemonte.
Coldiretti Novara e Vco, terreni ridotti a paludi
Coldiretti di Novara e del VCO, sottolineano il calo di produzione previsto per le principali colture del territorio" è a due cifre percentuali, con perdite che raggiungono il 50% per il riso, nelle zone dove i terreni sono più impermeabili"
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