Il Comunicato di Veneto Banca dopo la seduta di ieri:
Il Consiglio di Amministrazione di Veneto Banca, riunitosi oggi sotto la presidenza del dott. Pierluigi Bolla, si è espresso su alcune importanti delibere in vista della prossima Assemblea, nella quale i Soci saranno chiamati a pronunciarsi in merito alla proposta di trasformazione dell’Istituto in società per azioni, alla proposta di quotazione in Borsa delle azioni della Banca e al conferimento della delega al CdA per un aumento di capitale da offrirsi in opzione ai Soci di 1 miliardo di Euro volto al raggiungimento, anche prospetticamente, dei target patrimoniali assegnati dalla Banca Centrale Europea (rif. SREP Decision).
L’aumento di capitale è interamente pre-garantito da Banca IMI, l’investment bank del gruppo Intesa Sanpaolo.
Il Progetto origina dal nuovo contesto europeo volto a innalzare i requisiti di patrimonio delle grandi banche vigilate a livello comunitario, con l’obiettivo di promuovere un sistema bancario transnazionale in grado di assorbire gli shock derivanti da tensioni finanziarie ed economiche e capace di ridurre il rischio di contagio dal settore finanziario all’economia reale.
Ai fini dell’esercizio del diritto di recesso dei Soci che non concorreranno alla deliberazione di trasformazione in società per azioni - sulla base complessiva del quadro normativo, regolamentare e di Statuto e nel rispetto dei requisiti patrimoniali prudenziali richiesti dalle Autorità competenti - il Consiglio di Amministrazione ha quindi deliberato in Euro 7,3 il valore unitario di liquidazione delle azioni ordinarie della Banca e la limitazione in tutto e senza limiti di tempo del rimborso delle azioni con fondi propri della Banca.
Il rimborso delle azioni del Socio che esercita il diritto di recesso da una banca popolare in occasione della sua trasformazione in società per azioni è infatti assoggettato e subordinato alla possibilità per la banca di rispettare, a seguito del rimborso stesso, i requisiti prudenziali ad essa applicabili e, quindi, di ottenere l’autorizzazione da parte dell’Autorità competente per la riduzione dei fondi propri, secondo quanto previsto dalla vigente normativa.
La trasformazione della Banca in SpA è, insieme all’aumento di capitale e alla contestuale quotazione in Borsa, parte di un progetto più ampio, il cui buon esito consentirà, al contempo: alla Banca di poter sviluppare il nuovo Piano Industriale continuando a svolgere la propria attività caratteristica - in particolare l’erogazione del credito con rinnovata energia a tutto beneficio dei territori in cui opera -, e ai Soci intenzionati a liquidare le proprie posizioni di farlo cedendo le azioni su un mercato regolamentato.
Le Relazioni illustrative sulla trasformazione in SpA, sull’aumento di capitale, sulla quotazione in Borsa, sul valore di liquidazione delle azioni e sulla limitazione del diritto di rimborso saranno messe a disposizione dei Soci sul sito internet www.venetobanca.it, sia nella sezione “Investor Relations” che “Soci”, a partire da domani 3 dicembre 2015.
Veneto Banca: 7,3€ il valore d'uscita delle azioni
Se si considera che nel bilancio 2015 le azioni valevano 30,5€, per gli azionisti sarebbe una riduzione al 23,93% del valore iniziale. I soci che vogliono uscire e vendere le azioni, nel momento che la banca si trasformerà da popolare in S.P.A. dovranno comunque attendere le valutazioni di Piazza Affari.
11 commenti Aggiungi il tuo
In sintesi agli azionisti che opteranno per il rimborso incasseranno 7,3 euro per azione ,quando ? Quando i requisiti
patrimoniali prudenziali della banca lo permetteranno . Aspetta e spera . Meglio attendere la quotazioni in borsa e poi decidere il momento della vendita .
Che triste fine la nostra bella BANCA POPOLARE DI INTRA . Mi spiace molto per gli azionisti .
patrimoniali prudenziali della banca lo permetteranno . Aspetta e spera . Meglio attendere la quotazioni in borsa e poi decidere il momento della vendita .
Che triste fine la nostra bella BANCA POPOLARE DI INTRA . Mi spiace molto per gli azionisti .
Questo governo non eccepisce nulla al fatto che un piccolo azionista (come hanno fatto in migliaia) che avesse investito nella "sua" Banca Popolare acquistando anche solo un paio di anni fa una azione Veneto Banca a 40 euro se ne ritrova in mano adesso 7,3. perdendo secco l'85% del suo capitale.
Possibile che non si riesca a pretendere che fino ad un "tetto" ragionevole di azioni possedute, non ci debbano essere azioni di tutela e valori differenziati magari bloccandone il possesso per del tempi definiti come azioni privilegiate? "La repubblica tutela il risparmio" dice la Costituzione ma la frenesia del governo di trasformnare a tambur battente le "Popolari" in SPA porta a queste conseguenze e se è l'Unione Europea a chiederlo, perchè non si è sostenuto e difeso il concetto che le bance popolari erano e sono una caratteristica storica della nostra economia? Di queste cose non parla nessuno, ma stanno distruggendo i risparmi di decine di migliaia di famiglie. Se nella nostra zona questo aspetto è meno avvertito lo è solo perchè gli ex soci Banca di Intra cedettero buona parte delle loro azioni a Veneto Banca a un cambio allora vantaggioso (14 euro), ma chi si è tenuto in mano azioni di questa banca adesso è fregato. In Veneto questa situazione coinvolge decine di migliaia di famiglie rovinate e si tratta di piccoli risparmiatori, non di "speculatori": quelli, le azioni le hanno potute vendere per tempo....
Possibile che non si riesca a pretendere che fino ad un "tetto" ragionevole di azioni possedute, non ci debbano essere azioni di tutela e valori differenziati magari bloccandone il possesso per del tempi definiti come azioni privilegiate? "La repubblica tutela il risparmio" dice la Costituzione ma la frenesia del governo di trasformnare a tambur battente le "Popolari" in SPA porta a queste conseguenze e se è l'Unione Europea a chiederlo, perchè non si è sostenuto e difeso il concetto che le bance popolari erano e sono una caratteristica storica della nostra economia? Di queste cose non parla nessuno, ma stanno distruggendo i risparmi di decine di migliaia di famiglie. Se nella nostra zona questo aspetto è meno avvertito lo è solo perchè gli ex soci Banca di Intra cedettero buona parte delle loro azioni a Veneto Banca a un cambio allora vantaggioso (14 euro), ma chi si è tenuto in mano azioni di questa banca adesso è fregato. In Veneto questa situazione coinvolge decine di migliaia di famiglie rovinate e si tratta di piccoli risparmiatori, non di "speculatori": quelli, le azioni le hanno potute vendere per tempo....
La trasformazione di alcune "POpolari" in Spa è stata voluta da questo governo esclusivamente per permettere ,ad alcune, la fusione con il Monte dei paschi di Siena. ovviamente per salvare MPS . Lo scandalo di MPS viene dimenticato .nessuno parla. L'errore è stata la trasformazione della Banca d'Italia da banca di controllo a banca
delle banche . Mai visto un controllore nominato e controllato dai controllati .
delle banche . Mai visto un controllore nominato e controllato dai controllati .
A due giorni dall'assemblea della vergogna di Montebelluna, le proteste di 88 mila azionisti di Veneto Banca non accennano a calmarsi. Il Consiglio d'amministrazione ha tagliato il valore delle azioni da 30 a 7,3 euro, mandando in fumo i risparmi di una vita di famiglie e piccoli imprenditori. “Un colpo pesante per l'economia veneta” dice uno degli azionisti, “tantissima gente, famiglie, imprenditori, non sapeva di giocare in Borsa, altrimenti avrebbero diversificato gli investimenti” non mettendo tutti i risparmi solo su questa banca. Ma come è stata possibile una cosa del genere? E' il sistema bancario veneto. La storia di come i grandi colossi bancari riescono a metter mano sui nostri risparmi, mandandoli in fumo per i loro interessi.Le banche popolari spolpate dagli speculatoriIniziamo dal principio. Nel Nordest italiano, dopo la guerra, imprese e artigiani sono riusciti ad uscire dalla crisi grazie ad un sistema bancario formato da piccoli istituti vicini al territorio e ai cittadini. Sono le banche popolari, cooperative, di credito artigiano e così via. In queste banche non finivano i soldi dei magnati internazionali, ma i risparmi di una vita, il Tfr e le pensioni dei lavoratori veneti ed italiani. Oggi, cosa resta di queste banche popolari? Gli speculatori internazionali affamati di denaro hanno deciso, in combutta coi vertici delle stesse banche, che è arrivata la loro ora. Nel loro mondo in cui il profitto viene prima del bene comune e in cui i soldi sono uno strumento di potere, non un mezzo per comprare il necessario, hanno messo in piedi il meccanismo che ieri ha portato gli azionisti di Veneto Banca, esattamente come quelli di Banca popolare di Vicenza, a veder bruciati i loro risparmi di una vita.Come VenetoBanca ha bruciato i risparmi dei suoi azionisti. In che modo? La banca aveva mentito agli azionisti proponendo azioni ad un prezzo alto e fuori da ogni canone realistico. Gli azionisti non potevano sapere, si sono semplicemente fidati di quelli che si sono rivelati poi dei pirati in giacca e cravatta. Il prezzo iniziale delle azioni era stato gonfiato in base a valutazioni personali di un tecnico esterno di Veneto Banca. Calcoli dei quali non ci è concesso approfondire il metodo perché “riservati”, nonostante le nostre richieste. Ma ieri, dato che la banca sta per diventare Spa, il Consiglio d'amministrazione è stato costretto a rivelare il reale valore di mercato delle azioni. Una confessione obbligata (data la trasformazione imminente della banca) e sudata, che è arrivata dopo una riunione durata 11 ore!
81% di perdita per i piccoli sociEcco l'annuncio: ai fini del recesso le azioni sono state valutate 7,3 euro contro i 30,50 euro fissati dall’assemblea di aprile, vale a dire il 76% in meno. Tenendo conto del fatto che il prezzo di 30,50 euro rappresentava già un taglio di oltre il 22% rispetto ai 39,50 euro degli anni precedenti, la perdita per i soci si aggira intorno all’81,5%. Un’enormità, ma non è detto che sia finita perché bisognerà vedere come la Borsa valuterà l’istituto di Montebelluna, che peraltro deve varare una nuova ricapitalizzazione da un miliardo di euro. Avete capito bene, l'81% dei risparmi di una vita andati in fumo per quella che potrebbe essere una truffa colossale da parte di una banca ai suoi risparmiatori.menzogne, i favoritismi e la volontà di andare in borsa ne sono la prova. Le uniche vittime sono gli azionisti ingannati. Lo conferma oggi Confedercontribuenti: "E' una rapina. Rimangono impuniti i veri colpevoli che hanno diretto la banca e che in questi anni ne hanno combinate di tutti i colori".I banchieri complici vanno puniti Ecco svelato dunque il disegno dei grandi speculatori internazionali: le mega banche, con la complicità dell'Europa e del premier Pd vogliono distruggere e azzerare le banche del territorio per fare posto ai grandi gruppi internazionali. Una volta affondate queste piccole banche infatti, come accaduto per Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, i grandi istituti finanziari potranno comprare per pochi spicci i l
81% di perdita per i piccoli sociEcco l'annuncio: ai fini del recesso le azioni sono state valutate 7,3 euro contro i 30,50 euro fissati dall’assemblea di aprile, vale a dire il 76% in meno. Tenendo conto del fatto che il prezzo di 30,50 euro rappresentava già un taglio di oltre il 22% rispetto ai 39,50 euro degli anni precedenti, la perdita per i soci si aggira intorno all’81,5%. Un’enormità, ma non è detto che sia finita perché bisognerà vedere come la Borsa valuterà l’istituto di Montebelluna, che peraltro deve varare una nuova ricapitalizzazione da un miliardo di euro. Avete capito bene, l'81% dei risparmi di una vita andati in fumo per quella che potrebbe essere una truffa colossale da parte di una banca ai suoi risparmiatori.menzogne, i favoritismi e la volontà di andare in borsa ne sono la prova. Le uniche vittime sono gli azionisti ingannati. Lo conferma oggi Confedercontribuenti: "E' una rapina. Rimangono impuniti i veri colpevoli che hanno diretto la banca e che in questi anni ne hanno combinate di tutti i colori".I banchieri complici vanno puniti Ecco svelato dunque il disegno dei grandi speculatori internazionali: le mega banche, con la complicità dell'Europa e del premier Pd vogliono distruggere e azzerare le banche del territorio per fare posto ai grandi gruppi internazionali. Una volta affondate queste piccole banche infatti, come accaduto per Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, i grandi istituti finanziari potranno comprare per pochi spicci i l
A parte che a me hanno sempre insegnato che se si investe in azioni si investe ciò che è "in più" proprio per la natura rischiosa dell'investimento, e quindi in teoria se perdo quei soldi sarò dispiaciuto ma non rovinato. Quindi è già rischioso comprare delle azioni il cui valore è comunque determinato dal mercato, figuriamoci quando il valore delle quote è dato "ad cazum" da chi emette le azioni. Faccio un esempio: io posso anche convincere qualcuno a comprarmi una bottiglia d'acqua dicendogli che 2 anni fa valeva 10 centesimi,che l'anno scorso valeva 1 euro,che quest'anno vale 10 euro e prevedo che il prossimo anno varrà 100 euro.....ma se il prossimo anno vado a vendere la bottiglia d'acqua, sempre 10 centesimi vale.
Dagli anni 90 i titoli bancari hanno avuto una supervalutazione con maxi dividendi. Ora c'è la compensazione. Chi rischia poi non pianga miseria perché finché esce il rosso alla roulette tutti contenti ma quando esce il nero non si può piangere
Questa volta mi trovo d'accordo parzialmente con Hans Axel ecc. ecc. Non ci sono ragioni giuridiche o finanziarie che tengano. Si tratta di chiaro investimento a capitale di rischio.
Il nocciolo del problema invece risiede nella modalità di collocazione di questi titoli. Questi titoli non erano venduti - non sono venduti - a seguito di una consulenza finanziaria eseguita secondo i bisogni del risparmiatore ma sono stati collocati allo sportello da chi aveva interesse a venderli.
Non tutti hanno cognizioni economiche finanziarie. Il pensionato si sarà trovato di fronte al funzionario bancario che conosceva da una vita e che gli vendeva azioni della tranquilla banca intrese che insisteva da tantissimo tempo nella realtà locale. Non sapeva il povero risparmiatore che nei primi anni '90 c'è stata una riforma bancaria che aveva mutato profondamente lo scenario dando il via libero a tante operazioni di speculazione inconsulta.
Forse tutti quei lacci, lacciuoli e laccetti che c'erano nell'epoca preriforma avevano una loro giusta utilità.
Il nocciolo del problema invece risiede nella modalità di collocazione di questi titoli. Questi titoli non erano venduti - non sono venduti - a seguito di una consulenza finanziaria eseguita secondo i bisogni del risparmiatore ma sono stati collocati allo sportello da chi aveva interesse a venderli.
Non tutti hanno cognizioni economiche finanziarie. Il pensionato si sarà trovato di fronte al funzionario bancario che conosceva da una vita e che gli vendeva azioni della tranquilla banca intrese che insisteva da tantissimo tempo nella realtà locale. Non sapeva il povero risparmiatore che nei primi anni '90 c'è stata una riforma bancaria che aveva mutato profondamente lo scenario dando il via libero a tante operazioni di speculazione inconsulta.
Forse tutti quei lacci, lacciuoli e laccetti che c'erano nell'epoca preriforma avevano una loro giusta utilità.
Tanti impiegati bancari hanno "forzato" la collocazione presso i correntisti in buona fede , non potevano immaginare una quotazione esagerata del valore di collocamento . L'imbroglio è stato studiato a livello direzionale ,dove stavano i controlli della Banca d 'italia , i revisori dei conti dormivano? Certamente troppi impiegati non hanno valutato la situazione finanziaria del cliente indirizzandolo verso un investimento a rischio .
SI, certamente gli impiegati e gli sportellisti attuano gli indirizzi del management. E' ovvio.
Bisogna anche considerare che gli ultimi contratti collettivi dei bancari riconoscono dei premi di produttività legati alla collocazione e vendita di prodotti bancari. Tutto questo contribuisce a drogare il sistema
Il consulente finanziario di un piccolo risparmiatore deve essere una persona diversa rispetto al venditore. Credo che per le famiglie e piccoli investitori possano bastare consulenze di commercialisti o patronati.
Bisogna anche considerare che gli ultimi contratti collettivi dei bancari riconoscono dei premi di produttività legati alla collocazione e vendita di prodotti bancari. Tutto questo contribuisce a drogare il sistema
Il consulente finanziario di un piccolo risparmiatore deve essere una persona diversa rispetto al venditore. Credo che per le famiglie e piccoli investitori possano bastare consulenze di commercialisti o patronati.
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