Sarà stata la vicinanza di Halloween o la classica goccia che fa traboccare il vaso, ma, qualche giorno fa, ho vestito i panni della strega e mi sono impegnata in quella che in gergo comune definirei “sclerata” epica!
Oltre alla vergogna per aver perso le staffe urlando come un’ossessa e ovviamente non aver risolto il problema scatenante (anche perché la mia reazione è stata sproporzionata rispetto alla situazione), mi è rimasta quasi la voglia di urlare ancora, come forma di sfogo ma anche di ricarica.
Negli anni ’60 effettivamente la terapia dell’urlo primario era in voga come pratica psicoterapeutica, creata da Arthur Janov, e tra i suoi adepti c’era anche John Lennon.
Secondo la teoria di riferimento è possibile aiutare il percorso di consapevolezza ed elaborazione di sofferenze e dolori avvenuti in tenera età tramite urla che permettono di dar voce alle emozioni sottostanti, ristabilendo la funzione di segnale rispetto al soddisfacimento di bisogni; esprimendo quindi le emozioni si ristabilisce l’equilibrio psicofisico.
Non so dire se la terapia dell’urlo primario sia scientificamente valida, sicuramente le urlate che a volte facciamo non sono considerabili come espressione di questa forma di psicoterapia, però a volte urlare fa bene e ci aiuta a dire ciò che non riusciamo.
Quindi permettetemi di scusarmi e di ringraziare chi, spettatore del mio comportamento, è stato tanto paziente e forte da non abbassarsi al mio livello!
E a voi è mai capitato di stare bene dopo aver urlato?
PscoNews: La terapia dell’urlo
Alla guida, davanti a uno specchio o in un luogo sperduto, urlare ci libera da tensioni e malumori, ma non può essere la scusa pronta per dare sfogo a mancanza di rispetto.
6 commenti Aggiungi il tuo
Urlo ogni volta che mi fanno incavolare a casa, e i miei si augurano che prima o poi mi si stirino i tendini del collo. Terapeutico? Altro che. Dopo che ho gridato (contro qualcuno se no non c'è gusto) i miei nervi stanno leggermente meglio. Efficace? Ovviamente no: non risolvo il problema perché i ragazzi si sono abituati e non faccio più paura. Ma il fegato ringrazia.. 😊
Fa bene al corpo e all'anima: è liberatorio, ti scarichi di tutta la tensione che ti porti dentro e se gli spettatori non sono abituati, abbassano la testa e filano... 😂😂😂 che goduria
Chi urla avrà forse relativi benefici per sé stesso ma certamente avrà alterato in qualche modo i nervi di chi gli sta o le sta intorno. Ci sono per carità dei casi nei quali gridare è necessario ma in genere detesto urlatori e urlatrici e se posso me ne sto alla larga da loro.
deleterio
francy
22 Ottobre 2015 - 06:35
L'urlo libera l'emozione scaricandola sugli altri così da annichilire, a volte , in certi contesti, non domestici soprattutto, il nostro interlocutore ed anche gli altri presenti; pertanto iimpariamo a non scaricare sugli altri i nostti vissuti negativi, anche perché non serve. L'urlo può darci una momemtanea liberazione...ma ha rappresentato una brutta immagine di noi ( ...Signori si nasce...) e non ci ha creato altri amici, anzi. ..
Personalmente mi riferisco a casi eccezionali dovuti all'accumulo di tensioni quotidiane e non, non a un qualcosa di abitudinario... Altrimenti altro che chiamare la neuro
Shakespeare scrisse :le urla sono l'arma dei vigliacchi, per coloro che non hanno ragione.Sempre troveremo persone che vorranno darti la colpa dei loro fallimenti,
ma ognuno avrà quello che si merita.Prima di discutere, respira,prima di parlare ascolta,prima di criticare esaminati,prima di scrivere pensa,prima di far male senti,prima di rinunciare prova,prima di morire vivi.
La migliore relazione non è quella che unisce persone perfette,ma quella in cui ogni individuo impara a vivere con i difetti dell'altro e ammirare le qualità.
ma ognuno avrà quello che si merita.Prima di discutere, respira,prima di parlare ascolta,prima di criticare esaminati,prima di scrivere pensa,prima di far male senti,prima di rinunciare prova,prima di morire vivi.
La migliore relazione non è quella che unisce persone perfette,ma quella in cui ogni individuo impara a vivere con i difetti dell'altro e ammirare le qualità.
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