Buon compleanno nuova Provincia. Oggi cade il primo anno della rinnovata Amministrazione del Vco. Riformata e declassata, la Provincia ha iniziato un cammino che oggi, dodici mesi dopo, possiamo valutare e amaramente definire fallimentare.
La Provincia oggi è un ente considerato inutile dai cittadini, snobbato dai sindaci che non partecipano nemmeno alle assemblee, ignorato e mortificato dal governo e dalla Regione. È un ente i cui dipendenti non conoscono nemmeno il loro futuro. E, soprattutto, un ente che non ha un euro in cassa e che non può soddisfare minimamente le richieste dei cittadini. La manutenzione delle scuole, la salatura e lo sgombero neve sulle strade (le manutenzioni con asfaltature e guard-rail ce le siamo addirittura dimenticate), la formazione, il lavoro, l’agricoltura… non c’è settore in cui, a una richiesta qualsiasi, non venga risposto “manca il denaro”.
È una tristezza, una situazione imbarazzante per la quale non addosso colpe al presidente Stefano Costa se non quella di appartenere e di obbedire al partito che promette l’autonomia e poi tentenna, che fa annunci e promesse che poi non mantiene.
Il già derelitto Vco è gravato ancor di più da due problemi di cui poco si parla e che in futuro peseranno come un macigno sul territorio: sanità e frontalierato.
Venerdì ci verrà favoleggiato di un nuovo ospedale, unico per il territorio, da fare non si sa dove, non si sa a quale prezzo, non si sa quando (sicuramente dopo che l’attuale governo regionale sarà scaduto, giusto per non perdere consenso) e che rottamerà i due esistenti a Domo e Verbania. Qualcuno dice che è il vecchio ospedale proposto a inizio anni Duemila e avversato da tutti quelli che oggi lo invocano. Niente di più falso. Quello era un modello che guardava all’eccellenza in alternativa alla Città della Salute di Novara. Questo di oggi è un ospedalucolo di provincia che sarà poco più grande di uno dei due attuali. Sempre che si faccia e che gli annunci imminenti non siano solo fumo negli occhi e propaganda.
L’altro problema è il frontalierato, che tra non troppi anni smetterà di essere l’isola felice che è sempre stata, valvola di sfogo per la nostra economia. Con l’adeguamento della tassazione a quella italiana, ci rimetteranno i lavoratori, il loro portafogli e tutto l’indotto economico.
Non ci sono idee e progetti sui trasporti e sulla logistica, il cui polo di riferimento continua a essere, e cresce, a Novara. Non ci sono proposte sullo sfruttamento idroelettrico, con i canoni che dovrebbero, in maniera sacrosanta, restare sul territorio invece che arricchire Torino.
In compenso ci attendiamo nuovi profughi, per alimentare quel business di pochi che campano sull’accoglienza che poi accoglienza non è perché non pretendiamo nemmeno che ci siano controlli su chi è profugo o meno e non facciamo in modo che chi gode di ospitalità abbia qualche piccolo dovere in cambio di tanti grandi diritti.
Questo è il Vco di oggi in un quadro triste e con poche speranze al quale mi piacerebbe poter augurare un sincero e sereno compleanno. Ma non è così.
Matteo Marcovicchio. Consigliere Provinciale