Ancora una volta una bella giornata serena saluta i partecipanti a questa gita.
Un cielo limpidissimo non ci fa rimpiangere la levataccia.. e vogliamo prendercela comoda per gustare tutte le bellezze e le particolarità del trekking che abbiamo scelto. Grande adesione di popolo: siamo 47, uno dei ricordi della gita sarà quindi di sicuro l’immagine del “serpentone” di escursionisti in cammino sui sentieri. Andiamo con ordine: mentre Alessandro, con guida fluida e sicura, risale la Valsesia pilotando il pullman che ci trasporta Gianni (organizzatore) presenta gli aspetti logistici della gita (soste previste, approvvigionamento acqua, pranzetto al rifugio per chi desidera).
A seguire Lucia propone brevi cenni storici sul valico alpino che percorreremo, così come nei secoli passati fecero mercanti, migranti, truppe armate, pellegrini..e perfino la regina Margherita di Savoia, Carducci e Cavour! Il cammino inizia dalla frazione di Riva Valdobbia denominata Ca’ Janzo e per circa un oretta si viaggia praticamente in saliscendi attraversando numerosi nuclei di antiche abitazioni walser, perfettamente restaurate e traboccanti di fiori.
Ci addentriamo sempre più nella stupenda Val Vogna ed il sentiero comincia ad inerpicarsi, concedendo però qualche pausa in falsopiano, sempre ombreggiato da boschi di larici. A quota 2000 ci affacciamo su ampie distese prative, punteggiate di fiori e già si vede (apparentemente vicinissimo!) il rifugio Ospizio Sottile, così ricco di memorie attentamente custodite, posto alla sommità del Colle di Valdobbia (quota 2480m.). Un ultimo sforzo e ci ritroviamo tutti sul piazzale del rifugio, contemplando alle spalle l’ampio e dolce vallone appena attraversato e, di fronte a noi, la valle di Lys e vette più lontane scintillanti di ghiacci, tra cui riconosciamo il Gran Paradiso! L’arietta fresca stimola l’appetito: Gianni concede un’ ora e mezza di pausa per cui spuntano dagli zaini i panini e, per un nutrito gruppo di escursionisti, piatti di pastasciutta e polenta serviti con garbo e simpatia da Francesca treccine-rosse, che insieme a un socio gestisce il Rifugio, il che conferma il fatto che…non tutti i giovani sono bamboccioni!.. Alle 14.00 si riparte, dopo le immancabili foto di gruppo.
La discesa verso Gressoney passa per un vallone pietroso e un po’ selvaggio, allargandosi poi sui prati di un vasto alpeggio, con mucche e un paio di asini che osservano curiosi cotanta umanità “in transumanza”! Si entra poi nel bosco e, con Gressoney in vista giù in basso, un ripido sentiero ci porta a valle, ad ammirare l’ultima chicca, la casa del gabelliere ( Zoll Hus, del 1500..). Alessandro ci aspetta col pullman ma c’è tempo per un ultima fresca birretta al bar prima di intraprendere il viaggio di ritorno. Grazie a Gianni, in testa al gruppo durante l’intero tragitto ma attento a modulare il passo sulle esigenze di tutti e con un occhio sempre rivolto alle retrovie; grazie a tutti gli amici che si sono impegnati a tener “cucita” la lunga fila di escursionisti, grazie alle “scope” che, con la scusa di.. riposarsi non hanno lasciato nessun gitante per ultimo! Un grazie sincero e affettuoso a tutti i partecipanti che contiamo di non aver deluso e speriamo di riincontrare presto…