Nei mesi scorsi avevo sostenuto con forza e decisione l’opportunità che passasse quella proposta autonomista che per primo ha tentato di lanciare l’onorevole Borghi.
Un’opportunità che è diventata sempre più indispensabile, ma che è sparita dai radar dell’attualità e che chiedo venga affrontata al più presto, subito.
L’altro ieri il ministro della Salute ha detto che i punti nascita sotto i 900 parti l’anno vanno chiusi. È la riprova, ma non ce n’era bisogno, che le realtà territoriali marginali dell’Italia sono diventati ormai terreno di conquista per i tagli del governo.
Sanità, trasporto pubblico locale, uffici statali: ci stanno togliendo un pezzo alla volta vitali settori della nostra società, della nostra economia e dei servizi offerti.
La sanità è il caso più eclatante. A fine 2014, con un abile colpo di spugna fatto di tagli veri e pesanti (declassamento di un Dea), un rinvio tattico (la decisione entro dicembre 2015) e la totale mancanza di informazioni (nulla si dice, nulla trapela, tutti tacciono) la Regione ha inferto al Vco un colpo mortale che, purtroppo, non è ancora visibile nella sua gravità.
Nelle ultime settimane l’assessore alla Sanità Saitta ha girato gli ospedali del Piemonte, ha parlato di servizi da potenziare, ha fatto proclami, lanciato promesse, intessuto mediazioni. Da noi nessuno l’ha visto e anche il vicepresidente della Regione Reschigna, che è pure assessore al Bilancio, ha mantenuto il più totale riserbo.
Nessuno ci dice che fine faremo e ormai è chiaro a tutti che il silenzio nasconde pesanti tagli, difficili da digerire ma impossibili da accettare. Perché? Perché il Vco non è la pianura torinese, ha una vasta estensione geografica ma pochi abitanti, è circondato per tre quarti da confini invalicabili, geografici (lago e monti) e politici (la Svizzera) e non ha altre realtà cui aggrapparsi.
Quando parliamo di sanità, ma anche di trasporti, frontalierato, economia ecc… ecc… dobbiamo sempre tener conto di queste peculiarità, che altro non sono che le condizioni di marginalità e specificità per cui necessitiamo di una riconosciuta autonomia. Il nostro è un bisogno vero, del tutto simile a quello di Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, molto più di Sardegna e Sicilia, che nonostante ciò godono di privilegi incredibili e forse anche fuori dal tempo.
Nei prossimi giorni a Verbania arriverà in Consiglio comunale la proposta di legge regionale sull’autonomia. La propone il collega Damiano Colombo, al quale ho fin da subito manifestato la necessità che si applicassero nei fatti i buoni propositi dell’On. Borghi. Capisco che il nostro parlamentare è frenato dai vertici del suo partito e dall’obbligo di stare allineato del premier Renzi e del governatore Chiamparino. Noi però questo limite non l’abbiamo e perciò, nell’interesse del Vco, dei suoi abitanti e del loro futuro difenderemo in ogni sede e per quanto in nostro potere, il diritto del Vco a ricevere questo riconoscimento.
Rivendichiamo i valori della specificità e dell’autonomia e chiediamo che vengano spesi da tutti, ora. La battaglia sulla sanità la si può vincere soltanto con l’autonomia. Non combatterla adesso significa perdere per sempre.
Matteo Marcovicchio – Consigliere Provinciale