Cosa hanno in comune il cinema e la filosofia? Apparentemente nulla: il cinema è finzione, la filosofia è ricerca della verità, i sentieri battuti dalle due attività culturali seguono percorsi divergenti.
Eppure, il cinema attrae per le immagini, genera emozioni, narra storie che assorbono la massima attenzione: il cinema suscita meraviglia.
La filosofia nasce dalla meraviglia, in greco thaumàzein, ovvero l’atto di meravigliarsi di fronte allo spettacolo della natura, che non può certo lasciare indifferenti.
L’osservazione fantasmagorica della natura non produce una passiva meraviglia paralizzante, ma solleva impetuosamente ogni forma di pensiero, con una tendenza alla conoscenza profonda di ciò che accade.
Il cinema ripropone artificialmente la meraviglia vitale dell’essere al mondo; al cinema lo spettatore, frequentemente, si trova immerso nelle questioni esistenziali sollevate dalla filosofia.
Il cinema rappresenta attraverso le immagini i concetti universali trattati dalla filosofia, tanto che il filosofo argentino Julio Cabrera, nel suo libro “Da Aristotele a Spielberg”, indica la narrazione filmica come lo sviluppo di “concettimmagine”, ovvero pensieri sostenuti da esperienze emotive trasmesse direttamente allo spettatore.
Come Platone adoperava le immagini attraverso i racconti mitologici, con l’esclusivo scopo didattico di superare le difficoltà della ragione di cogliere l’astrazione del concetto, così il cinema consente di superare l’arenarsi del pensiero di fronte alla riflessione puramente concettuale.
Lo stesso Cabrera sostiene che per capire filosoficamente un film occorre guardarlo come un concetto visuale in movimento in grado di superare la paralisi del pensiero di fronte all’ineffabile, per tale motivo Cabrera afferma: “ciò che non può essere detto, un film di cowboy può benissimo riuscire a mostrarlo”.
Dunque, se inizialmente i sentieri della filosofia e del cinema divergevano a un certo punto i percorsi iniziano a intrecciarsi, a sovrapporsi e a fondersi, in particolare perché è proprio il cinema a proporre tematiche universali tipiche della riflessione filosofica, che nel grande schermo diventano il verosimile, il possibile espresso attraverso risonanze emotive riguardanti le vicende dei protagonisti che, in tal modo, creano una corrispondenza diretta con lo spettatore che a sua volta diventa protagonista.
In definitiva, parafrasando ancora Cabrera, il cinema rappresenta l’universalità delle vicende umane, non nel senso che la narrazione rappresentata riguarda obbligatoriamente tutti, ma piuttosto perché i fatti narrati nel grande schermo potrebbero succedere a chiunque.
A condurci verso questo meraviglioso percorso, fatto di immagini, pensieri e parole, provvederanno gli ospiti della VI edizione di Agorà, Festival filosofico del lago d’Orta, che quest’anno ha come tematica portante “Il cinema pensa. Una filosofia del cinema”.
A dare inizio alla rassegna sarà il filosofo e musicista Simone Zacchini, professore di Storia della filosofia ed Estetica presso l’Università di Siena, che venerdì 22 marzo alle ore 11.00, presso l’Ipsia Dalla Chiesa-Spinelli di Omegna, tratterà il tema: Il circolo di Suso. Musica, filosofia e cinema nell’Italia del dopoguerra (1945-1949).
Alle ore 18.00, sempre del 22 marzo, presso la Biblioteca Gianni Rodari di Omegna è in programma la proiezione di Careseekers: In cerca di cura, di Teresa Sala e Tiziana Francesca Vaccaro, che proporranno un documentario on the road alla ricerca della Cura: incontri, visioni e utopie di chi ha bisogno di cura e di chi con la cura ci lavora.
Sabato 23 marzo alle ore 10.30, presso il Forum di Omegna, il filosofo Umberto Curi, professore emerito di Storia della filosofia presso l’Università di Padova, rifletterà su: Cinema e filosofia.
Dalle ore 14.30, sempre presso il Forum di Omegna, il critico cinematografico Bruno Fornara analizzerà, nei dettagli del “non detto e del non narrato”, Una storia vera di David Lynch e tanti sotterranei.
Domenica 24 marzo alle ore 10.30, presso la Biblioteca Gianni Rodari di Omegna, il filosofo e musicista Massimo Donà, professore di Metafisica e Ontologia delle arti contemporanee presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, rifletterà sui film di Jean-Luc Godard con una trattazione dal titolo: Cinema: un dispositivo.
Concluderà la rassegna alle 17.30 di domenica 24 marzo, presso la Biblioteca Gianni Rodari di Omegna, il filosofo Nunzio La Fauci, professore di Discipline linguistiche presso l’Università di Palermo, con una lectio dal titolo: Cinema: parole e pensieri.
Una rassegna filosofica che con il cinema ci conduce a pensare, ascoltare e vedere attraverso la magia e la meraviglia.