I 5 GIORNI DOPO IL BATACLAN
Regia di Cédric Jimenez con Jean Dujardin, Anaïs Demoustier, Sandrine Kiberlain, Jérémie Renier, Lyna Khoudri. Genere Thriller, -Francia, 2022, durata 105 minuti
Un film che, con la struttura del thriller con alla base una spy story, non si limita ad inanellare scene di azione e di intelligence ma pone anche più di una questione in materia di lotta al terrorismo. 13 novembre 2015. Una data che tutti nel mondo (non solo in Francia) ricordano per gli attentati che ebbero il loro epicentro nella strage del Bataclan. Il film ricostruisce l'intervento dei servizi segreti nei primi cinque giorni di indagini finalizzate alla ricerca degli attentatori. Cédric Jimenez mette ancora una volta la sua esperienza nella scrittura visiva di genere al servizio di un fatto storico. Si parte da una missione ad Atene dove si cerca, senza successo, di catturare un pericoloso terrorista integralista musulmano. Jean Dujardin è 'il francese' che la guida e che poi ritroveremo a capo dell'unità impegnata a far fronte alla strage del Bataclan e all'esigenza di individuare in tempi rapidi i responsabili dinanzi ad un'opinione pubblica che si sente priva di protezione. Le psicologie dei componenti dell'unità vengono messe in rilievo con i giusti accenti e notazioni. Ciò che però diviene di particolare interesse e che fa in qualche misura prendere a questo film le distanze rispetto ad analoghe ricostruzioni di altri avvenimenti, è il rapporto con una testimone. Si tratta del personaggio interpretato da Lyna Khoudri, una giovane donna musulmana che rivela alcuni elementi a proposito degli attentatori che coloro che indagano faticano ad accettare come veritieri. Se una degli agenti dell'intelligence è disposta a darle fiducia per altri prevale il suo essere musulmana e quindi, di conseguenza, il sospetto che si stia prestando deliberatamente ad un depistaggio. Si tenta di coglierla in contraddizione e, una volta riusciti nell'impresa, la si considera inattendibile sino a trattenerla in
detenzione. Ecco allora che la ricostruzione di un fatto che ha tragicamente segnato la storia recente si allontana dalle scene di irruzione o di organizzazione strategica già viste altrove per porre un problema che riguarda non solo l'intelligence francese ma tutte le agenzie demandate a cercare la verità per giungere alla cattura dei colpevoli. Quando il pregiudizio prevale sulla razionalità anche le equipe professionalmente più competenti rischiano di cedere finendo con il perdere di vista i loro veri obiettivi. Divenendo così involontariamente ma anche un po' colpevolmente complici di coloro che vorrebbero e dovrebbero combattere.