I dati del primo trimestre 2023 evidenziano un pericoloso incremento dei numeri. Gli infortuni mortali soprattutto nella fascia tra i 55 e i 64 anni, ma c'è una pericolosa escalation anche tra i più giovani.
"Se dal confronto con l’anno scorso possiamo considerare positivamente la diminuzione del 25% degli infortuni denunciati, dobbiamo però ricordare che nel 2022 ed in particolare nei primi mesi dell’anno, erano ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid", viene fatto notare dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro. "Questo fa pensare che la flessione rilevata in questi primi 3 mesi sia dovuta alla scomparsa del fenomeno coronavirus dalle statistiche sugli infortuni, non a una riduzione degli infortuni direttamente connessi alle attività lavorative”.
L’incidenza di mortalità minima viene rilevata tra i 25 e i 34 anni, (pari a 2,9 infortuni per milione di occupati), mentre la più elevata nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (18,9) con la fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (12,7).
Intanto gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 23 su 148. Con un rischio di morte sul lavoro superiore rispetto agli italiani. Gli stranieri infatti registrano 9,7 morti ogni milione di occupati, contro 6,0 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.
Per quanto riguarda i morti, tocca ancora una volta alla Lombardia la maglia nera per il numero di vittime in occasione di lavoro (29). Seguono: Piemonte (16), Veneto (15), Lazio (13), Emilia Romagna (11), Campania (10), Sicilia (9), Toscana (8), Puglia (7), Marche e Umbria (6), Abruzzo (5), Sardegna, Liguria e Friuli Venezia Giulia (3), Trentino Alto Adige (2), Valle d’Aosta e Calabria (1).
Piemonte secondo per morti sul lavoro
Morti sul lavoro, una strage senza fine. Solo la Lombardia conta più vittime del Piemonte.
Fonte di questo post