In forma di monologo-confessione, "Memorie dal sottosuolo" (uscito a puntate a partire dal 1864) è la storia della fallita redenzione di una prostituta e, nello stesso tempo, la tormentata indagine sull'inconscio, il "sottosuolo", e sull'impossibilità di capire a fondo se stessi e gli altri. L'io narrante è uno dei cosiddetti "uomini superflui", uno che si limita a prendere atto dell'immensa ricchezza nascosta nel proprio intimo e non trae alcuna conseguenza pratica, soffrendo acutamente, al tempo stesso, del proprio fallimento. È la prima incarnazione di quel tipico personaggio di individuo smarrito tra l'angosciosa ricerca della verità e un'incolmabile distanza dalla realtà che sarà protagonista dei grandi romanzi di Dostoevskij. Postfazione di Vladimir Nabokov.
"Memorie del sottosuolo"
Sabato 15 aprile 2023, alle ore 10.00, SfiVCO propone la lettura del libro: Memorie del sottosuolo di Fëdor Dostoevskij, presso la Biblioteca P. Ceretti di Verbania.
«...ora voglio raccontarvi, signori... perché non ho saputo diventare nemmeno un insetto...»
In forma di monologo-confessione, "Memorie dal sottosuolo" (uscito a puntate a partire dal 1864) è la storia della fallita redenzione di una prostituta e, nello stesso tempo, la tormentata indagine sull'inconscio, il "sottosuolo", e sull'impossibilità di capire a fondo se stessi e gli altri. L'io narrante è uno dei cosiddetti "uomini superflui", uno che si limita a prendere atto dell'immensa ricchezza nascosta nel proprio intimo e non trae alcuna conseguenza pratica, soffrendo acutamente, al tempo stesso, del proprio fallimento. È la prima incarnazione di quel tipico personaggio di individuo smarrito tra l'angosciosa ricerca della verità e un'incolmabile distanza dalla realtà che sarà protagonista dei grandi romanzi di Dostoevskij. Postfazione di Vladimir Nabokov.
In forma di monologo-confessione, "Memorie dal sottosuolo" (uscito a puntate a partire dal 1864) è la storia della fallita redenzione di una prostituta e, nello stesso tempo, la tormentata indagine sull'inconscio, il "sottosuolo", e sull'impossibilità di capire a fondo se stessi e gli altri. L'io narrante è uno dei cosiddetti "uomini superflui", uno che si limita a prendere atto dell'immensa ricchezza nascosta nel proprio intimo e non trae alcuna conseguenza pratica, soffrendo acutamente, al tempo stesso, del proprio fallimento. È la prima incarnazione di quel tipico personaggio di individuo smarrito tra l'angosciosa ricerca della verità e un'incolmabile distanza dalla realtà che sarà protagonista dei grandi romanzi di Dostoevskij. Postfazione di Vladimir Nabokov.