Avevamo già denunciato questo scientifico progetto per smantellare il Castelli in barba alle disposizioni regionali che ordinavano di riprendere dall’inizio del mese di maggio, le attività programmate in TUTTI gli ospedali del Piemonte. Per non farlo, qui siamo giunti all’arbitrio.
Si è fatto finta di ripristinare alcune delle attività al Castelli senza farle funzionare perché il personale non è stato assegnato. Un evidente imbroglio. Adesso scopriamo che pur avendo personale sufficiente per effettuare alcuni interventi chirurgici divenuti urgenti per la lunga attesa a causa della pandemia, “qualcuno” ha deciso che gli interventi vengano effettuati a Domodossola dagli stessi chirurghi in forza al Castelli, obbligando a questa “trasferta” anche i pazienti interessati. Forse vi è una discrepanza fra le sale operatorie attivate nei due Presidi rispetto alle liste di attesa? Sembra ci sia un palese sottodimensionamento in uno dei due: indovinate in quale…. Cosa ne pensa la Direzione generale?
Per noi si tratta di Un sopruso.
Si continua a disattendere le disposizioni del DIRMEI regionale sul ritorno alla normalità in TUTTI gli ospedali. Continua la sistematica azione di dirottamento dei pazienti verso altre strutture usando impropriamente i tempi di attesa, come strumento di dissuasione che già conosciamo.
Per i prelievi l’accesso libero non è stato ripristinato e si va ancora dal privato, per i piccoli interventi si continua ad essere indirizzati verso altri ospedali, persino per un esame radiografico non ti prenotano più ma ti dicono che “chiameranno loro” una perfida strategia per non dichiarare subito che la prestazione sarà possibile solo in un ospedale diverso dal Castelli. Una vergogna.
Appare evidente che questa situazione, che non ha giustificazione, ha lo scopo di rendere il Castelli irrilevante per inconfessabili fini, ma sin troppo a noi chiari. Ci stanno prendendo per il …. naso.
Qualcosa va pure detto anche sul punto nascite, perché si sta diffondendo in modo surrettizio che al Castelli, ormai svuotato, il Dipartimento materno infantile non può stare.
Sventato nell’ottobre scorso il tentativo di trasferire il materno infantile in un “luogo più sicuro” perché il Castelli era un “ospedale covid” e poiché al S. Biagio non c’erano spazi sufficienti per ospitarlo, si ipotizzò il trasferimento a Borgomanero. Una levata di scudi generale lo impedì, ma non è finita, anzi, sta proseguendo sotto i nostri occhi.
Se è una proposta sensata portare il Dipartimento a Domodossola (con i pochissimi parti a tutti noti), perché non “riequilibrare” anche le altre specialità mediche e chirurgiche, oggi chiaramente sbilanciate verso nord? È chiedere troppo essere trattati tutti allo stesso modo, oppure c’è qualcuno che è più uguale degli altri? Senza pudore.
Ma il sud della provincia? Chissenefrega!