La situazione contagi sta peggiorando e si parla di una seconda ondata, peraltro prevista da tempo, e anche questa volta ci troviamo non adeguatamente preparati.
Scopriamo oggi che in ambito sanitario ben poco è cambiato e quanto è stato fatto non appare sufficiente ad assorbire senza traumi l’urto di questa seconda ondata.
A luglio 2020, dopo lo stanziamento dal Governo di risorse da destinare specificatamente al potenziamento delle terapie intensive, anche in Piemonte si era giunti a definire un piano di intervento che però non è ancora decollato. Come mai?
La situazione negli ospedali del VCO rimane molto critica; non è ancora di fatto recuperato il ritardo accumulato nei mesi scorsi per quanto riguarda le visite specialistiche e il ricorso al privato, per chi ne ha le possibilità, è diventata quasi una norma. E’ una evidente penalizzazione della maggioranza dei cittadini.
L’attività chirurgica sta rincorrendo una normalità che appare ancora lontana e qui, per una questione di costi, è quasi impossibile ricorrere al “Privato”.
Delle case di riposo non parla nessuno e si nutrono seri dubbi sulla efficacia dei pochi provvedimenti presi.
Si segnala una “fuga” di medici ospedalieri verso la sanità “territoriale” ed il “Privato”, sguarnendo la già esigua difesa contro il virus; medici che durante la prima ondata hanno sostenuto, insieme al personale paramedico, tutto il peso della lotta.
In questo caos, che avrebbe la necessità di essere governato con continuità allo scopo di migliorare la situazione, non si è trovato di meglio che rivoluzionare la “governance” delle ASL piemontesi con spostamenti inopportuni e regolamento di conti, che di fatto hanno scombussolato il sistema.
Incomprensibile questa decisione per due motivi:
non siamo ancora fuori dall’emergenza e la seconda ondata può essere meglio affrontata da coloro che hanno vissuto la prima. Inspiegabile allora questa rimozione a pochi mesi dalla scadenza del mandato.
si sa: i tempi di reazione del sistema debbono essere rapidi; ma, in questa situazione, i nuovi arrivati per essere operativi dovranno ovviamente prima “studiare le carte”, rallentando così la loro azione.
Intanto continua, fra il silenzio politico, il depauperamento del Castelli di Verbania e scopriamo dall’ormai famoso nostro consigliere regionale che è stato avviato un progetto di verifica complessiva sulla sanità del VCO, quasi che fossimo all’anno zero e non si fosse fatto nulla in passato.
Che ci fosse bisogno - dopo 17 mesi di nuovo governo regionale - di una pezza giustificativa per privatizzare il Castelli e per costruire un nuovo ospedale in Ossola?
Come dice un famoso detto: a pensar male si fa peccato, però …..