Sono proprio i giovani, orfani delle certezze abbandonate negli anni del boom economico, che maggiormente si impegnano nelle tradizioni e nel portarle avanti. Lo spettacolo diventa una sorta di veglia, dove, nella calore della stalla, i vecchi insegnavano ai giovani, raccontavano la geografia e portavano avanti, in una sorta di “università contadina” i vari saperi immateriali. Uno spettacolo che, naturalmente, tratterà di amore, ma anche di lavoro, comprese le dure migrazioni stagionali per raccogliere il riso o spazzare i camini, in un atto unico di dialogo accompagnati da musicisti dal vivo dal chitarrista Piero Cento e Urbano Miserocchi al basso.
Molti i brani famosi che verranno proposti: da Spazzacamino a Fioca, una poesia di Armando Tami, passando per Val Grande o Bella Ciao delle mondine, passando per Senti le rane che cantano sino a Bell’uselin del bosc o Pover Luisin.
Il progetto è stato portato avanti dall’associazione Giovan Pietro Vanni con il contributo della Fondazione Comunitaria del Vco, in collaborazione con Landexplorer ed altre realtà del territorio.
«Abbiamo già in programma alcune date - spiegano Meschia e Ciurleo -, ad esempio a Buttogno, a Druogno nell’ambito della stagione estiva dell’UniversiCà, a Domodossola. Si tratta di uno spettacolo molto singolare, che cercheremo di portare in tour non solo in Ossola, ma anche nella zona di Piemonte e Lombardia. L’idea nasce dal modo di fare divulgazione e raccontare di grandi maestri, quali l’antropologo Duccio Canestrini, che porta in giro per l’Italia le sue conferenze spettacolo, o Marco Paolini, con i suoi monologhi teatrali in cui si coniuga teatro e musica, quali ad esempio I miserabili o I cani del gas».
A scrivere il testo teatrale e curare la grafica l’illustratrice Barbara Visca.