Il progetto è stato ideato e portato avanti da Luca Ciurleo e dalla cantate Cristina Meschia, che hanno voluto ricreare una sorta di veglia postmoderna. Si tratta di uno spettacolo che si inserisce a pieno titolo nel genere delle conferenze spettacolo, in cui si vuole infatti raccontare, prendendo spunto, dal vasto patrimonio di canzoni popolari, rielaborato, in chiave jazz, da Cristina Meschia nei suoi due album Intra ed Inverna, la società di ieri e quella di oggi, il nostro bisogno di tradizione, ed il suo ritorno, sistematico.
Sono proprio i giovani, orfani delle certezze abbandonate negli anni del boom economico, che maggiormente si impegnano nelle tradizioni e nel portarle avanti. Lo spettacolo diventa una sorta di veglia, dove, nella calore della stalla, i vecchi insegnavano ai giovani, raccontavano la geografia e portavano avanti, in una sorta di “università contadina” i vari saperi immateriali. Uno spettacolo che, naturalmente, tratterà di amore, ma anche di lavoro, comprese le dure migrazioni stagionali per raccogliere il riso o spazzare i camini, in un atto unico di dialogo accompagnati da musicisti dal vivo dal chitarrista Piero Cento e Urbano Miserocchi al basso.
Molti i brani famosi che verranno proposti: da Spazzacamino a Fioca, una poesia di Armando Tami, passando per Val Grande o Bella Ciao delle mondine, passando per Senti le rane che cantano sino a Bell’uselin del bosc o Pover Luisin.
Il progetto è stato portato avanti dall’associazione Giovan Pietro Vanni con il contributo della Fondazione Comunitaria del Vco, in collaborazione con Landexplorer ed altre realtà del territorio.
«Abbiamo già in programma alcune date - spiegano Meschia e Ciurleo -, ad esempio a Buttogno, a Druogno nell’ambito della stagione estiva dell’UniversiCà, a Domodossola. Si tratta di uno spettacolo molto singolare, che cercheremo di portare in tour non solo in Ossola, ma anche nella zona di Piemonte e Lombardia. L’idea nasce dal modo di fare divulgazione e raccontare di grandi maestri, quali l’antropologo Duccio Canestrini, che porta in giro per l’Italia le sue conferenze spettacolo, o Marco Paolini, con i suoi monologhi teatrali in cui si coniuga teatro e musica, quali ad esempio I miserabili o I cani del gas».
A scrivere il testo teatrale e curare la grafica l’illustratrice Barbara Visca.