150 anni di storia della Guardia di finanza di Cannobio e Valle Cannobina. Dal 1862 al 2017. Un secolo e mezzo di vicende profondamente intrecciate con la vita delle comunità di Cannobio e con la valle Cannobina, terra di frontiera geografica e politica, ricostruito in un libro che sarà presentato sabato 12 maggio alle ore 10,30 a Cannobio (Al Nuovo Teatro). Il testo è opera di Enrico Fuselli e Gerardo Severino.
Una iniziativa della sezione ANFI di Cannobio, sostenuta dal Comune di Cannobio, dall’unione dei Comuni del Lago Maggiore, dalla società dei Verbanisti.
“In quest’opera il lettore ha modo di scoprire la Storia della Guardia di Finanza nell’alto Verbano e le situazioni in cui si distinse sia nelle sue normali funzioni, sia intervenendo a sostegno della popolazione in situazione di emergenza” dice Giommaria Angius, presidente della locale sezione ANFI - segnalo in particolare l’eroismo del finanziere Luigi Bazzano protagonista della difesa di Cannobio nella seconda guerra d’indipendenza (1859) e il tragico affondamento della Locusta, la torpediniera naufragata nel gennaio del 1896”.
La pubblicazione di questo libro sull’attività della Gdf a Cannobio e in Val Cannobina rappresenta un’importante occasione per tracciare un bilancio di un secolo e mezzo delle Fiamme gialle, scrive il comandante provinciale della Gdf di Verbania Colonnello Gianfranco Parisi nella presentazione del testo
“Ricostruire la storia dell’attività dei finanzieri, le vicende umane e storiche delle guardie di frontiera restituisce alla conoscenza delle giovani generazioni una storia che altrimenti si sarebbe persa dal secolo scorso - osserva il sindaco arch. Giandomenico Albertella -. Della sua presenza restano ancora vestigia di vecchi presidi, qualche caserma in disuso nei posti strategici più importanti, quando nelle nostre valli - fino agli anni ’60 - era ancora forte il contrabbando. Una storia densa di vicende anche tragiche, di militari morti sulle montagne della valle Cannobina, mentre compivano il loro dovere, ricordati con cippi e lapidi, rimessi a nuovo negli anni scorsi proprio dall’azione meritevole del’ANFI”.