Un raccolto ai minimi storici, dunque, con cali consistenti nella misura media del 70%, e punte ancora peggiori per alcune varietà strategiche come acacia a millefiori, oltre alle melate: ad essere colpita è soprattutto la pianura, mentre in montagna i dati sono più incoraggianti, specie per le varietà di castagno e rododendro. “Ma non si tratta di quantitativi sufficienti a salvare una stagione davvero critica” commenta Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara Vco.
Nonostante i prezzi siano buoni, infatti, il prodotto è quantitativamente molto scarso, e il rischio di un consistente ingresso di miele straniero a basso costo (e a bassa qualità) danneggia ulteriormente i produttori del territorio, e non solo: anche nel resto del Piemonte, infatti, le percentuali di perdita si aggirano sulla medesima percentuale.
Il perdurare della siccità, oltretutto, mette a rischio la fioritura autunnale dell’edera in tutta la regione, che è importante per preparare l’alveare ad affrontare l’inverno.
In particolare, le gelate di metà aprile scorsi hanno compromesso notevolmente la fioritura dell’acacia: il freddo si è quindi protratto fino a tutto il mese di giugno, per poi dare corda a un’inversione climatica con caldo torrido, colpito soprattutto la pianura, dove le piante sono andate in sofferenza idrica. Anche le ‘famiglie’ di api ne hanno risentito.
“Tale sconvolgimento climatico, oltretutto, sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle api alle quali viene meno il nettare dei fiori e, soprattutto, il polline creando, così, problematiche alle colture ed alle specie vegetali selvatiche che vengono proprio impollinate da questi insetti” spiega il presidente Baudo.
“Un danno, quindi, non solo agli apicoltori, ma anche all’ambiente. Chiediamo, dunque, alla Regione di prevedere misure idonee e contributi per sopperire alle perdite reddituali degli imprenditori fortemente danneggiati. Inoltre, poiché il miele sugli scaffali scarseggerà e si ricorrerà all’importazione, invitiamo i consumatori a prestare attenzione all’etichetta, visto che l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, al fine di non incorrere in frodi. Il consiglio è quello, quindi, di acquistare il miele italiano, privilegiando la vendita diretta e la rete dei mercati di Campagna Amica”.
L’apicoltura rappresenta un segmento significativo per l’agricoltura delle due province: a Novara e nel Vco operano nel settore un gran numero di imprese, oltre agli hobbisti che sempre più si avvicinano all’apicoltura: nel Novarese sono presenti oltre 500 titolari (200 imprese), con più di 25 mila alveari; nel Verbano Cusio Ossola i titolari (sempre tra imprese e hobbisti) sono quasi 300 (100 imprese), con circa 7 mila alveari.