AstroNews: "Astronomia : luci ed ombre"

Quando si parla del cosmo e dei suoi infiniti fenomeni, si trattano argomenti di passate e future missioni astronomiche, che svelano le loro molteplicità, accrescendo ogni giorno di più la conoscenza dell’universo.

  
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Però durante il percorso millenario delle scoperte celesti, a partire dalla rotazione e rivoluzione della nostra terra, scoprendo poi la sua gravità e quella degli altri pianeti, sino a giungere alla scoperta di miliardi di galassie, l’umanità ha spesso voluto sfidare la logica della realtà, trascurando le necessità della terra. Certamente l’unico sbarco replicato 6 volte da astronauti sul suolo di un altro mondo, la Luna, oltre mezzo secolo fa, è stata un’impresa quasi fantascientifica, se si considera che era stata effettuata con mezzi molto rischiosi, e con i primi limitati computer che oggi apparirebbero come archeologia tecnologica.

E non possiamo dimenticare scoperte come la teoria della relatività di Einstein all’inizio del secolo scorso. Però dalla prima impresa spaziale del primo satellite artificiale sovietico Sputnik ( diametro 58 cm.) il 4 ottobre 1957, e del primo volo umano nello spazio cosmico, effettuato dall’astronauta sovietico Yuri Gagarin ( 12 aprile 1961 ), nei diversi decenni successivi l’umanità ha consapevolmente spinto sempre più lontano lo sguardo, incrementando la ricerca scientifica, raggiungendo livelli di conoscenza che già alla fine del secolo scorso erano impensabili o considerati come il frutto di fantasticherie giornalistiche.
Satellite sovietico Sputnik 1957

Questo accanimento ha accresciuto la curiosità di moltissimi interessati ai fenomeni astronomici, fino ad ottenere la maggior parte di consensi. Proprio questo mi preoccupa, perché si percepisce molta ingenuità nel pensiero di chi sostiene che ogni scelta ed azione in terra per conoscere meglio ciò che c’è nel cosmo, sia giustificata semplicemente dalla curiosità umana per ciò che non si conosce ancora, sia nel tempo che nello spazio. Per continuare e non dimenticare la serie di missioni spaziali Apollo con destinazione Luna, va ricordato che dopo diversi tentativi e la morte dei tre astronauti dell’Apollo 1 (1967), gli allunaggi effettuati avvennero dal 1969 al1972 con 6 missioni in cui furono autori ogni volta equipaggi di tre astronauti ciascuno.

Una domanda che da solo mi pongo spesso, è come mai dopo l’ultima missione ( 7 dicembre 1972 ), non furono mai più effettuate missioni “ Lunari “ ? Si sa per certo che fu soprattutto per questioni economiche, perché ogni missione spaziale costa cifre enormi, spesso utilizzate per armamenti a terra nelle varie ed infinite guerre. Ma non è solo quello il motivo. E lo si percepisce dalle differenti scelte effettuate da parte delle grandi potenze economiche mondiali, che successivamente hanno coinvolto diversi stati singoli del mondo, evidentemente con scopi non solo umanitari e scientifici. La luna è stata abbandonata per oltre mezzo secolo, per continuare missioni spaziali molto più impegnative sia dal punto di vista economico che di conoscenza, come nel caso delle missioni delle sonde Voyager 1 e Voyager 2, che partite nel 1977, hanno percorso diversi miliardi di Km, esplorando da vicino pianeti come Giove e Saturno, e Voyager 2 anche Urano e Nettuno, mentre continua a proseguire il suo viaggio infinito verso l’esterno del sistema solare.

Quello che mi stupisce è il fatto che altre missioni lunari avrebbero comportato l’acquisizione di dati importantissimi sulla maggior conoscenza di problemi come la reazione del corpo umano in condizioni di diverse forme di gravità, di mancanza di atmosfera e di molti altri fattori di fisica presenti al di fuori di essa. Tutte esperienze che sono state acquisite solo in parte delle missioni spaziali realizzate da molti anni con l’invio degli storici Shuttle e con la costruzione ed utilizzo della ISS (Stazione Spaziale Internazionale ). Ma ultima riflessione è il fatto di avere a disposizione l’unico corpo celeste molto più vicino dei pianeti, che è stato testato con i 6 allunaggi, e che allora aveva suggerito il futuro utilizzo della Luna come base di partenza per viaggi sugli altri pianeti, come Marte.

Cosa che non è mai più avvenuta, cadendo nell’oblio. In aggiunta a questa triste dimenticanza, si aggiunge la forsennata volontà di conquistare Marte, che dalla prima spedizione della sonda Marsnik 1 ( 1960 U.R.S.S. ), ha spinto le grandi potenze mondiali a sfidarsi fino ad oggi, con 41 missioni (17 russe, 20 statunitensi, 1 giapponese, 1 indiana e 2 dell’Unione Europea ), delle quali 22 furono insuccessi dovuti soprattutto a guasti tecnici. Sinora i costi per effettuarle sono stati ingentissimi, ed i risultati non certo incoraggianti. Su Marte non c’è vita, né acqua in superficie, e l’atmosfera è priva di ossigeno, e tuttora il problema dell'assenza di ossigeno nell'atmosfera, che dovrà essere ricavato dall'anidride carbonica con apparecchi portatili, non è stato ancora risolto. Inoltre le temperature vanno da + 20 C° a -140 C°, e l’atmosfera è composta da anidride carbonica al 95%. La pressione atmosferica è 150 volte inferiore rispetto a quella terrestre di 6,7 mbar. La magnetosfera è assente, indicando che i venti solari colpiscono la ionosfera, creando un’atmosfera sottile, che porta alle escursioni termiche suddette con t° = da +20 a -140 C°. Insomma, un pianeta invivibile. Una recente notizia mi ha infine portato a scrivere infine questo articolo. Si tratta della scoperta di un particolare gas, la fosfina, che sulla Terra è legato a forme di vita anaerobiche, che è stato rilevato sulle nubi che compongono l'atmosfera di Venere.

Sulla superficie di Venere sarebbe impossibile la vita, per le sue caratteristiche fisiche che la fanno definire come infernale, ed il rilevamento della fosfina non è una prova solida per la vita microbica e indica solo processi geologici o chimici potenzialmente sconosciuti che si verificano su Venere. Anche in questo caso la ricerca di possibili forme di vita su altri pianeti si dimostra accanimento scientifico, legato certamente anche ad interessi a favore di società/imprese che realizzano progetti di osservazione, analisi spettrografica, simulazioni a terra, di pianeti ed asteroidi in diversi siti mondiali di ricerca.

Come pure la recente attuale realizzazione della flotta di satelliti artificiali Starlink, che è nata soprattutto per motivi di interessi economici. E questo, assieme ad altri progetti spaziali che non nascono con lo scopo di migliorare la nostra esistenza, essendo privi di un futuro certo e positivo, ma che sono perseguiti senza alcuna preoccupazione per ciò che accade sulla terra, come i numerosi conflitti, la fame, lo spreco alimentare, il consumismo eccessivo, la mancanza di lavoro, la povertà crescente, le pandemie come quella attuale del Covid-19. Senza dimenticare la crescita esponenziale delle nascite umane che ha portato l’umanità ad oltre sette miliardi di persone. Ultima, e molto discutibile, è SETI ( il cui acronimo è Search for Extra-Terrestrial Intelligence (Ricerca di Intelligenza Extraterrestre), un programma dedicato alla ricerca della vita intelligente extraterrestre, abbastanza evoluta da poter inviare segnali radio nel cosmo.
Radiotelescopio di Arecibo diametro 305 metri.

Il costo di questo progetto, partito nel 1974, è stato avviato da un società privata, e questo già ci fa capire come possa averla impegnata economicamente, con la costruzione e la gestione di radiotelescopi giganteschi come quello di Arecibo ( vedi foto ). Siccome nessuno fa nulla in cambio di nulla, presumo che anche in questo caso si stiano spendendo cifre gigantesche allo scopo di segnali di “ UFO “.

Concludo con un sofferto pensiero/quesito = perché da alcuni decenni l’umanità spende a volte ingenti quantità di denaro per sostenere spesso chimere scientifiche per progetti senza un vero senso ? Leggi QUI il post completo