Inserimento lavorativo per 20 persone del VCO grazie ai centri per l'impiego
Sono venti persone, uomini e donne, italiane e straniere, giovani e meno giovani, con storie di vita e professionali molto diverse tra loro. Ciò che hanno in comune è il risultato a cui sono giunte partecipando ai due progetti, che in questi mesi il Centro per l’Impiego della Provincia del Verbano Cusio Ossola ha realizzato grazie alle risorse messe a disposizione da un bando regionale, a sua volta sostenuto dal Fondo Sociale Europeo.
👤 Redazione ⌚ 17 Dicembre 2013 - 14:02 Commentaa-
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“Si tratta di un bando, al quale abbiamo aderito coinvolgendo la Cooperativa Aurive, che ci ha permesso di attingere a circa € 110.000,00 da investire in un percorso di azioni per l’inclusione socio-lavorativa di persone svantaggiate, anche a rischio di discriminazione per motivi di età, genere, religione, etnia, e per l’inserimento qualificato, o il reinserimento al lavoro, di donne giovani e adulte. Con due consulenti orientatrici – Lara Fasoletti ed Erica Giorgetti – si sono organizzati seminari di gruppo, in cui – spiega la referente del servizio orientamento del Centro per l’Impiego Maria Cristina Saletta – sono stati proposti strumenti per accrescere le competenze e conoscenze di ognuno, sia da un punto di vista pratico e tecnico così come psicologico ed emotivo guidando i partecipanti a individuare i propri punti di forza per poi far leva su di essi. Questo per affrontare con maggiore consapevolezza e determinazione la ricerca attiva del lavoro, che ha compreso anche la frequentazione di tirocini e corsi di formazione riqualificanti. Opportunità che siamo riusciti ad attivare grazie all’intensa rete di relazioni che tra mondo delle aziende e delle istituzioni abbiamo in questi anni costruito”.
Rezvan ha 40 anni e quattro anni fa è fuggita dall’Iran. E’ ingegnere chimico e, da rifugiata politica, è impegnata, in un’impresa complicata: ottenere l’equipollenza del suo titolo di studio nel nostro Paese. Non si è mai persa d’animo e ha investito moltissimo nella formazione, frequentando diversi corsi tra quelli proposti dal Centro per l’Impiego. Grazie a questo progetto ha avuto la possibilità di collaborare con alcuni laboratori della zona, tra cui quello del CNR di Pallanza, “ma soprattutto – racconta – ho capito come valorizzare il mio profilo professionale. E questo mi balza agli occhi pensando agli oltre 500 curricula che in precedenza avevo inoltrato un po’ dovunque nella nostra provincia e in quella di Novara, senza mai avere neppure una risposta”.
Marco e Giacomo hanno invece vinto lo scoraggiamento che inevitabilmente sopraggiunge quando, seppure con ottime competenze professionali, si fatica a trovare una nuova occupazione, perché ritenuti troppo ‘vecchi’ per adattarsi con successo a nuove esperienze. Oggi Marco ha ottenuto una nuova qualifica professionale frequentando un corso di formazione, non potendo più svolgere la precedente attività lavorativa per problemi di salute. Giacomo sta proseguendo nell’azienda con cui è entrato in contatto attraverso il progetto.
Una storia che ha molto da dire è quella Verdisan, 35 anni, rom della Romania. “Con quest’opportunità – ripete – ho voluto combattere contro la rabbia che mi soffocava, dovuta al pregiudizio che mi porto addosso. Ho voluto dimostrare di essere un lavoratore capace e affidabile. Il primo tirocinio che mi era stato offerto era presso una ditta di giardinaggio, ma io sono muratore e voglio fare quel mestiere lì. Così ho preferito declinare questa prima possibilità, ho frequentato il corso di formazione obbligatorio sulla sicurezza presso l’Ente Scuola Edile, ho girato in bicicletta quasi tutte le ditte della zona e alla fine ho trovato quella che mi ha messo alla prova. Adesso mi piacerebbe mettermi in proprio e dare lavoro a due o tre come me”. Dall’imprenditore edile, che non ha potuto assumerlo a tempo indeterminato per la contingente crisi del settore, ci sono solo parole di apprezzamento: “sono un connazionale e noi stessi Rumeni guardiamo con fortediffidenza I Rom, ma mi sono dovuto ricredere. Verdisan ha saputo portare a termine, e bene, tutti i compiti che gli sono stati affidati e non è mai arrivato sul cantiere una volta in ritardo. Anzi, pur spostandosi in autobus, capitava spesso che fosse proprio lui ad aprirlo e a iniziare a lavorare per primo”.
All’azione dedicata all’inserimento lavorativo ‘al femminile’ hanno preso parte donne che, attraverso occasioni di formazione e stage, stanno affrontando un nuovo percorso imparando a credere maggiormente in loro stesse. Aicha, ha ottenuto la licenza media, così come la connazionale marocchina Rachida: 32 anni con la voglia di riscattarsi dalla mancanza di autonomia sociale e libertà culturale. E’ riuscita a progredire nella sua padronanza dell’Italiano e diventare più forte e indipendente dei pregiudizi che fin da bambina la soffocavano.
Bianca, 60 anni, si è rimessa in gioco maturando una ‘triplice’ esperienza: come impiegata commerciale, di un’agenzia immobiliare e come docente d’inglese per un’agenzia formativa, grazie alla rete di relazioni create con la sua partecipazione al progetto. La sua storia è comune a quella di tante donne della sua età. Ha dovuto abbandonare un lavoro gratificante e stimolante a Milano, nel settore della grafica e della comunicazione, per tornare in provincia a curare la madre anziana e ammalata. Una volta che ha potuto riprendere in mano la propria vita e cercare nuovamente un’occupazione, la concomitanza di diversi fattori – non da ultimo la crisi che in questi anni si è abbattuta su un po’ tutti i comparti – le hanno impedito di trovare un posto che potesse essere del livello del precedente. “Quello che più mi ha aiutato, frequentando i seminari previsti da questo progetto, è l’attenzione che ho ricevuto: ho imparato davvero molto cose che si sono rivelate utili al mio riposizionamento, ma soprattutto mi è tornata la voglia di fare e di propormi che avevo da tempo perso”.
Chiara, 47 anni, mette in evidenzia come per lei il valore di questo progetto sia stato soprattutto spingerla a riconoscere competenze che forse neanche pensava di avere.
Ha trovato impiego presso una cooperativa di servizi operante nel settore del turismo sostenibile: per tutta l’estate si è occupata della gestione di rifugi e di una casa vacanze, ha poi svolto uno stage presso la Casa della Resistenza, lavorando al suo archivio. “Questo mi ha permesso di affinare capacità nel campo dell’acquisizione della documentazione, già maturate prestando servizio presso una biblioteca. Questo tirocinio mi è piaciuto molto, perché effettuato in un ambiente che rappresenta i valori in cui credo. Intanto prosegue la mia collaborazione con la cooperativa La Coccinella e per queste Feste – spiega – mi do da fare nell’accoglienza turistica alla Grotta di Babbo Natale a Ornavasso”.
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