PsicoNews: Il dolore come conoscenza
Il dolore rappresenta un’esperienza che tutti nella nostra vita purtroppo ci siamo trovati ad affrontare, chi più chi meno, ma è anche conoscenza, poiché ci permette di notare sfumature e aggiungere elementi che altrimenti non avremmo colto.
👤 Dott.ssa Mara Rongo ⌚ 25 Gennaio 2017 - 08:00 Commentaa-
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Ogni processo e ogni circostanza in grado di aggiungere dati su quanto già si sappia dell’uomo è una forma di conoscenza.
Ogni esperienza quindi diventa fonte di conoscenza, poiché l’uomo conosce tramite esperienze, e siccome il dolore rappresenta una modalità di esperire il mondo, allora il dolore diventa conoscenza. Mi riferisco in questo caso al dolore mentale. A volte mi capita di chiedere alle persone cosa gli ha insegnato il proprio disagio, il proprio dolore, le risposte sono sempre varie, differenti, mai nessuno però mi ha risposto nulla.
Perché il dolore può essere letto anche con questa interpretazione?
Il dolore attiva bisogni che senza di esso non si percepirebbero, fa emergere paure delle quali non avremmo consapevolezza. Ma allo stesso tempo, il dolore ci fornisce una misura della nostra resistenza, il senso di attaccamento, dell’altro; il mondo è sempre quello, ma quando abbiamo un dolore lo vediamo con una lente differente, un colore differente, che ci fa cogliere aspetti che altrimenti non avremmo colto, come accade quando siamo innamorati e le cose ci appaiono diverse.
Il dolore assume il ruolo di conoscenza nel momento in cui cambia le sensazione e le percezioni che avevamo del mondo fino a quel momento. Pensate solo alla percezione dello scorrere del tempo, quando siamo felici e quando, invece, siamo tristi.
Con queste parole non intendo elogiare il dolore, perché spesso il dolore è inutile, come tale va combattuto arginato, bisogna modificare le cose perché questo dolore cessi di esistere, ma il dolore, quello utile, quello non patologico, va compreso, condiviso, capito, affinchè sia possibile conoscerlo. Spesso cerchiamo di fuggire esperienze che ci fanno crescere, solo perché ci richiedono di uscire dalla zona abituale in cui viviamo, perché ci fanno pagare il prezzo di vivere una situazione o uno stato momentaneo di disagio, ma non sempre riusciamo a comprendere che il prezzo più alto lo paghiamo quando fuggiamo queste esperienze.
Buona settimana
Mara Rongo
Fonte:
Andreoli V., “Capire il dolore”, Ed. Rizzoli, Milano, 2003
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