Marinello sui frontalieri della sanità
Il consigliere regionale Michele Marinello: “L’assessore alla sanità intervenga subito per sbloccare la situazione degli operatori sanitari nostri connazionali che operano in Svizzera i quali dal 1 gennaio potrebbero non essere più in regola”
👤 WebMaster ⌚ 7 Dicembre 2013 - 18:24 3 commentia-
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“E’ necessario intervenire con la massima celerità per risolvere il problema dei lavoratori del comparto sanità, medici, veterinari, infermieri e professionisti, nostri connazionali che operano in Svizzera.
A causa di un cambio di modulistica necessaria al permesso di lavoro, cambio imposto dalla Svizzera che sarebbe stato comunicato loro nel mese di novembre, debbono infatti richiedere un certificato al Ministero della Salute il quale non sembrerebbe in grado di produrre tale carteggio prima di 3 – 4 mesi.
Impedendo così di fatto loro di lavorare dal 1 gennaio 2014. Una situazione inaccettabile e assurda, che penalizzerebbe in modo irreparabile moltissimi lavoratori nostri compaesani, sulla quale è necessario fare qualcosa subito. Per questo ho presentato un’interrogazione urgentissima all’Assessore alla Sanità”.
Lo ha detto oggi il Consigliere regionale della Lega Nord Michele Marinello, annunciando
il question time presentato per cercare di risolvere il problema dei lavoratori italiani del comparto sanità che operano in Svizzera.
“Il problema è presto spiegato – ha aggiunto Marinello – in pratica per ottenere il permesso di lavoro questi professionisti della sanità devono presentare un Good Professional Standig, certificato che in passato veniva rilasciato dagli ordini professionali provinciali, e oggi invece la Svizzera chiede sia rilasciato esclusivamente del Ministero della Salute.
Vista la pachidermia lentezza della burocrazia romana questa richiesta, fatta in questi tempi, equivale a mettere in grande difficoltà moltissimi operatori della sanità che dal primo gennaio non potranno continuare il loro operato non avendo la documentazione per il permesso di lavoro in regola.
Consideriamo che altri Paesi, come Germania, Francia e Austria, rilasciano lo stesso certificato in non più di 4 – 6 giorni lavorativi. Se da un lato non sottovaluterei il fatto che questa mossa degli Uffici sanitari svizzeri cantonali potrebbe essere voluta, conoscendo la burocrazia nostrana, per creare difficoltà agli italiani, dall’altro lancio un appello all’assessore alla Sanità affinché agisca il più velocemente possibile presso il Ministero perché la situazioni si sblocchi. I tempi sono strettissimi e non si può rischiare che tante persone non possano più lavorare”
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