VerbaniaBau: Dialoghiamo: elementi di comunicazione non verbale
Dialoghiamo: elementi di comunicazione non verbale (primo granello). “Non vi piacerebbe che sapesse parlare?” […] “Il fatto è che non ho alcun bisogno di parlare. Riesco a rendere perfettamente chiari i miei desideri e le mie idee a chiunque sia dotato di capacità di osservazione, per rudimentale che sia.” […] “La chiave di tutto, a mio avviso, sta in quello che i sociologi chiamano linguaggio gestuale.” (cit. Peter Mayle)
Nello scambio comunicativo fra uomo e cane le componenti non verbali sono prioritarie su quelle verbali ed influiscono sulla comprensione del messaggio. Le conoscenze inerenti argomenti quali la prossemica, la postura, la cinetica, la gestualità, la mimica facciale, le percezioni tattili ed olfattive, i fenomeni vocali-paraverbali possono facilitarci nel patto comunicativo e favorire l’interazione/relazione.
Le diverse posizioni nello spazio del nostro corpo rispetto all’interlocutore (vicino, lontano, di lato, frontale, davanti, dietro), la distanza fra sé e l’altro, il rispetto delle reciproche “bolle” di sicurezza sono scambi dialogici con significati variabili in contesti spaziali ed emozionali mutevoli (prossemica). E' importante sapere e tenere ben presente che le distanze hanno un essenziale valore comunicativo, elemento che può contribuire alla instaurazione e crescita di una buona relazione fra animalità diverse.
La postura è la posizione del corpo rispetto all’interlocutore: si possono osservare posture rigide e contratte dal punto di vista muscolare, posture flessibili, protese in avanti, ritratte indietro, invadenti, accoglienti. La nostra postura può incidere nella valutazione che il cane fa di noi: alcuni cani risultano essere molto sensibili in tal senso e cambiano radicalmente la loro disposizione all’interazione anche in base a posture quasi impercettibili.
Un ulteriore atto comunicativo riguarda la cornice dinamica, il movimento: come noi ci muoviamo nell'incontro con il cane e come il cane si muove nei nostri confronti (cinetica). Ci possiamo muovere in modo frontale o in modo da tratteggiare un curva, in modo deciso o in modo fluido, in modo apparentemente distratto o preoccupato, in modo minaccioso o in modo pacato, in modo veloce o lento. I modi dell'approccio sono innumerevoli e l'esserne coscienti e consapevoli è già una buona base di partenza per facilitare il contatto con l'Altro che, a sua volta, potrà manifestare nei suoi propri movimenti curiosità o disinteresse, fiducia o nervosismo, calma, paura.
Il significato di prossemiche, posture, cinetiche non può e non deve essere standardizzato, uniformato, ma deve sempre essere calato in quello specifico contesto, temporale, spaziale, emozionale, percettivo in cui avviene la comunicazione. Il contesto può essere l'interno della nostra casa, una piazza, un luogo pubblico, un bosco, un canile ed altre infinite situazioni. Nel contesto ci possono essere persone, altri animali, suoni e rumori, luci e variopinte percezioni olfattive e tattili … è praticamente impossibile definire ogni contesto, l'importante è essere coscienti e partecipi nel qui ed ora: è in quel contesto che si manifesta e si esprime lo stato d'animo nostro e di quel cane, perché ogni cane è diverso da un altro, così come ogni reciprocità è diversa da un’altra. Uno stato d'animo disponibile, presente a se stesso, desideroso e curioso di capire chi è l’altro influenza l'atto comunicativo così come la disponibilità all'ascolto fra le due parti: senza ascolto e senza la concezione etica che l'altro è tua controparte con pari dignità non ci può essere comunicazione.
Riferimento bibliografico: Peter Mayle, Una Vita da Cane, TEADUE, 1999
Paul Watzlawick, J. H. Beavin, D. D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, 1971
Dott. Claudio Conti
Dott.ssa Francesca Paleari.
Leggi QUI il post completo