VerbaniaBau: Il Canile: da luogo di raccolta dei cani a luogo di Cultura
L’inizio di una avventura. La vedo in lontananza e subito la riconosco in quel passo risoluto ed indubitabile, morbido nello stesso tempo, come camminasse sulla battigia di una spiaggia, la sabbia cedevole per le onde che vanno e vengono e che lei evita con eleganza, così come sfiora disinvolta, immagino sorridendo, le monotone banalità della gente che affolla il marciapiede in città.
Dà l’idea di avere una meta certa, una aspirazione da attuare, predestinata ad essa, seducente nel coraggio del compimento.
Indossa il giubbottone di sempre, verde militare, adornato da resistenti nastri colorati messi a bandoliera, i moschettoni tintinnanti, infilati come fossero monili preziosi; pantaloni con multi-tasche sdrucite dall’uso; in vita, un consunto marsupio, ricercata cintura stipata di chissà quali segreti; una cuffia calzata in testa, corona da regina; ai piedi scarponcini utili per danzare danze che solo lei, insieme a loro, conosce.
La vedo, la riconosco e mi ritrovo a camminarle dietro, un passo dopo l’altro, aspirando la sua certezza ed i suoi sogni, fino ad essere condotto davanti ad un cancello, odori pungenti, urla di richiamo penetranti.
E’ arrivata: contemplo la sua impazienza gioiosa, abbraccio la sua attesa ora soddisfatta, afferro la vitalità del momento radioso, ne resto coinvolto.
Schiude quel cancello, spalanca occhi e cuore e braccia, si mette a correre verso di loro che, aperte le gabbie, le corrono incontro in un’apoteosi di abbai e guaiti …
Sono trascorsi tanti tanti anni da quelle prime esperienze al Canile di Verbania, sono avvenuti tanti tanti Cambiamenti da allora: una inarrestabile crescita di Consapevolezza.
Crediamo sia possibile, ed alcune realtà esistenti lo dimostrano, trasformare il Canile in un centro culturale, in un luogo di formazione, in un centro servizi per la comunità, in uno spazio didattico per le generazioni future, in un luogo di crescita ed arricchimento condivisi fra animali non umani e animali umani, un luogo dove sia prioritaria la qualità di vita dell’Animalità.
Il Canile deve diventare, per noi, un fulcro di interazione/relazione uomo-animale, dove sia possibile far emergere, valorizzare, recuperare, preservare l’espressione del sé individuale nell’incontro con l’Altro diverso da me, dove sia possibile sviluppare il concetto di co-esistenza.
Il Canile deve aprirsi alla società, deve proiettarsi all’esterno, farsi conoscere e aumentare la propria visibilità a livello soprattutto locale, non deve essere una struttura “introflessa”: personalmente siamo orientati verso un Canile aperto alla cittadinanza, un Canile dove poter condividere esperienze di crescita nell’Alterità, un punto di riferimento aperto alle scolaresche, un luogo di ispirazione, di contaminazioni, dove l’apprendimento diventi co-apprendimento nell’approccio cognitivo-zooantropologico; un ente dedito al recupero di soggetti in difficoltà per sostenerne il percorso di adozione.
Pensiamo ad un Canile vissuto da persone appassionate e preparate, che si aggiornano, che condividono studi, esperienze, compiti, difficoltà, problemi e soluzioni e che tendono tutte verso l’Etica, il benessere e il rispetto dell’animale umano e non.
Riferimento bibliografico: Luca Spennacchio, Canile 3.0. Cani, persone e società, Cinantropia, 2016.
Dott.ssa Francesca Paleari
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