Salviamo il Paesaggio Valdossola: Interconnector opzione zero
Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Comitato Salviamo il Paesaggio Valdossola, riguardante i recenti sviluppi sul progetto Interconnector Svizzera Italia 380 kV.
👤 Redazione ⌚ 7 Novembre 2016 - 18:50 5 commentia-
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Per Interconnector Svizzera Italia 380 kV proponiamo l’opzione zero.
Siamo molto preoccupati di sapere che venerdì scorso 4 novembre 2016 alcuni Sindaci dell’alta Valdossola (Formazza, Premia, Baceno e Crodo) abbiano sottoscritto le varianti al progetto di Terna SpA Interconnector Svizzera-Italia 380 kV All’Acqua-Pallanzeno-Baggio, sotto le pressioni della Regione Piemonte. Lo riteniamo un atto grave, egoistico e ricattatorio.
Ciò significa innanzitutto che è venuta meno l’unione di intenti tra le amministrazioni della Valle, interessate dal passaggio del nuovo elettrodotto in altissima tensione, già oggetto nel 2015 di pesanti e circostanziate critiche da parte del Ministero dell’Ambiente. Come se ogni Comune potesse decidere per conto proprio in merito ad un’opera diffusa su ampia scala interregionale ed internazionale. Risulta infatti un’opera mastodontica per volume di installazioni elettriche permanenti sul territorio e per l’alto costo delle strutture (1 miliardo di euro circa). Terna deve ancora rispondere alle richieste di integrazione richieste dallo Stato, ma intanto i Sindaci hanno già firmato un accordo ... …
Ma che questa divisione tra i Sindaci fosse la strategia adottata dai proponenti l’opera, proprio per evitare un fronte comune di rivendicazioni, lo si era capito molto bene da tanto tempo: almeno da quando i funzionari ed i tecnici del colosso italiano della distribuzione dell’energia elettrica avevano barattato con la comunità formazzina la Razionalizzazione delle vecchie linee elettriche a 220 kV in cambio di un “via libera” lungo un nuovo tracciato sulle creste dell’alta Formazza, al confine con il Ticino. Gli uni avevano ancora sempre in mente di realizzare quella interconnessione con la Svizzera, già duramente contestata e ritirata negli anni ’90 del secolo scorso; gli altri non si sono resi conto che quelle opere di mitigazione delle brutte linee, che passano per i paesi del fondovalle, erano invece cosa dovuta per un accordo specifico del 2009 con la Regione Piemonte, quale compensazione di un altro danno ambientale: il passaggio per la campagna vercellese dell’elettrodotto a 380 kV “Trino (VC) – Lacchiarella (MI)”. Un bel pacchetto regalo con tanto di fiocco colorato e con tanti ringraziamenti e saluti a “quelli della bassa”.
Restiamo dell’opinione che Interconnector Svizzera-Italia 380 kV rappresenti uno scempio secolare per le nostre montagne: nulla sarà più come prima e lo sviluppo turistico che tanto si vuole realizzare in Ossola sarà compromesso in modo definitivo. Agli occhi dei frequentatori e degli estimatori delle bellezze naturali dell’Ossola rimarrà l’incapacità degli ossolani di comprendere l’importanza delle proprie risorse paesaggistiche ed ambientali: l’integralità e l’inviolabilità delle nostre montagne. E chi si occupa seriamente e con competenza di marketing turistico sa benissimo che queste inettitudini, percepibili localmente, sono altamente negative e deleterie per qualsiasi progetto di rilancio economico della Valle. Riempirsi la bocca di proclami e di politiche turistiche ormai sarà solo aria fritta, buona per i polli.
Tre i punti che vengono qui nuovamente e continuamente ribaditi: sono le rivendicazioni di sempre dei comitati spontanei e liberi di cittadini, residenti in loco.
1) ll Comitato Salviamo il Paesaggio VALDOSSOLA e il Comitato NO Eco-mostro Settimo, si sono riuniti in coordinamento, per sdoganare la protesta al di fuori dei confini locali. L’opera interessa non solo la Valle Formazza e la Valle Antigorio, ma anche tutti gli altri Comuni coinvolti dal tracciato: Montecrestese, Crevoladossola, Domodossola, Masera, Trontano, Beura, Villadossola, Pallanzeno, Piedimulera, Vogogna, Premosello, Anzola, Ornavasso, Mergozzo e Gravellona Toce. Poi ci sono tutti i Comuni del lato piemontese del Lago Maggiore da Baveno fino ad Arona, il novarese fino al Parco del Ticino, la pianura lombarda dei fontanili e la campagna attorno alla città di Milano. Non si può nemmeno dimenticare che l’opera comprometta anche una fetta alpina importante della Svizzera, lungo il bacino superiore del Rodano. Tutte queste comunità hanno diritto di rivendicare liberamente le proprie aspettative e le proprie preoccupazioni, senza forzature, ma potendosi prendere tutto il tempo necessario per le valutazioni specifiche in assemblee pubbliche.
2) Interconnector Svizzera-Italia 380 kV preleva la corrente in eccesso generata ancora per pochi anni con il nucleare elvetico, per farla confluire in Lombardia, dove un fantomatico cartello di “industrie energivore” dovrebbe beneficiarne per minor prezzo. Ma si badi bene, non per deficit di corrente, tantomeno per supposto progresso! Infatti, almeno dal 2009, la produzione italiana di energia elettrica è in calo per diminuzione a scala nazionale dei consumi (fonte: ENEL). E’ parimenti risaputo (interrogazione parlamentare Onorevole Crippa) che tali “industrie energivore” beneficiano da 7 anni a questa parte e per i prossimi 5 di uno sconto sulla fornitura di corrente elettrica, finanziato con le bollette dell’utenza domestica (3 miliardi di Euro dal 2009 al 2015). Il pretesto di poter agevolare la ripresa
economica e produttiva del Paese è rimasto fumoso e la disoccupazione segue piatta nei propri valori a due cifre. E dunque anche Interconnector Svizzera-Italia 380 kV non darà nessun beneficio rilevante alla Nazione a fronte dell’impegno profuso e per i sacrifici imposti. Non solo, ma nessun vantaggio sociale, economico, occupazionale è previsto per le comunità residenti. Anzi gli Ossolani vedranno queste tensioni elettriche ad altissimo voltaggio (380.000 Volt) passare beffarde sopra le loro teste. Sono finiti i tempi di “tutti assunti da mamma Enel”. Quest’opera toglie, ma non da nulla! Le compensazioni di cui si vocifera sono ridicole ed impresentabili, e agli abitanti non viene detto niente fino a cose fatte.
3) Fin dal 2012, i comitati locali sorti per contrastare e per far conoscere cosa si stesse progettando sul territorio dove vivono, hanno chiaramente sottoscritto più documenti, dove risulta che i progetti di cui si parla sono 2: uno si chiama Razionalizzazione rete alta tensione (32 e 220 kV) della Val Formazza – prot. EL 275 ed è la conseguenza del protocollo d’intesa del 2009 tra Terna e la Giunta regionale piemontese a compensazione della Trino-Lacchiarella; l’altro, uscito in seguito con i propri elaborati progettuali e presentato al Ministero per l’approvazione nel giugno 2014, si chiama Interconnector Svizzera-Italia 380 kV – prot. EL 330.
Di questi 2 interventi, distinti e malignamente riuniti in un unico progetto, tale che risulti che se non si faccia uno non si possa fare nemmeno l’altro, ribadiamo il diritto sacrosanto delle comunità formazzine ad ottenere la sistemazione delle vecchie linee elettriche degli anni ‘50 e ’60, che ancora oggi attraversano il fondovalle sopra i tetti delle case, e quindi SI’ al progetto di Razionalizzazione. L’interramento totale di tutte le linee in alta tensione è fattibile ed auspicabile, perché non andrà a compromettere altri ambiti di Paesaggio. Altrimenti creerà altro danno da compensare altrove.
Invece per Interconnector un secco NO ! Non va realizzato, perché è un ricatto e perché non serve. Il futuro prevede nuove tecnologie di distribuzione e trasferimento della corrente elettrica, che non è fatto più di vecchi tralicci in putrelle di ferro e bulloni, sempre più alti e sempre più mostruosi. La corrente a KM ZERO non è frutto di idealismo visionario e utopistico, ma sono le politiche emergenti dei Paesi all’avanguardia, consapevoli che le risorse del Pianeta sono limitate e che gli eccessi di consumi prima o poi dovranno finire. Il risparmio energetico e l’abbattimento dei picchi di assorbimento non è solo un’invenzione degli ambientalisti !
Inoltre questo nuovo elettrodotto cambierà radicalmente la faccia della nostra terra, facendola diventare non più bella, ma più brutta.
Auspichiamo che finalmente i Sindaci della Valdossola diano seguito alle più elementari forme di democrazia partecipata con la popolazione residente e con tutti gli amici che frequentano regolarmente la Valle, apportatori di benefici economici. Si organizzino al più presto delle assemblee pubbliche cittadine, di paese, tra comunità. Si dia la corretta informazione alle persone, agli elettori, ai contribuenti, ai giovani che subiranno queste scelte per tutta la vita. Le responsabilità delle scelte vadano condivise ad ampio raggio. Rifiutiamo l’idea di Sindaci decisionisti affetti da sindrome del padre-eterno che firmano, arrogandosene il diritto di farlo. Il confronto pubblico con i cittadini va fatto adesso e non nel 2017 a giochi fatti.
Si tratta di scelte complesse e pesanti, di grande responsabilità generazionale che non possono essere approvate solo nei così detti tavoli di concertazione, nel segreto delle stanze della politica.
Soprattutto venga valutata coscientemente l’utilità di Interconnector Svizzera-Italia 380 kV. La gente ha diritto di sapere cosa si celi dietro il dogma ripetuto pedissequamente: “è un’opera di importanza strategica nazionale”. A noi sembrano parole vuote prive di significato, dal momento che manca a livello locale, a livello regionale e nazionale un piano energetico credibile e lungimirante, reso finalmente pubblico. Non vorremmo ritrovarci davanti alla solita speculazione finanziaria, atta a migliorare le quotazioni in borsa di una società per azioni, partecipata e multinazionale. Leggi QUI il post completo