Spazio Bimbi: Disturbi d'ansia nei bambini
Ansia e paura sono emozioni che appartengono sia al mondo dell’infanzia che al mondo adulto, infatti anche nei bambini possono comparire molti dei problemi emozionali che si ritrovano negli adulti, seppur con caratteristiche specifiche.
👤 La Girandola ⌚ 30 Ottobre 2016 - 08:00 Commentaa-
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Le paure dei bambini sono normali e frequenti in certi momenti dello sviluppo, e a diverse età possono comparire paure specifiche; ad esempio in età prescolare potrebbero manifestarsi la paura della separazione dai genitori oppure la paura di rimanere da soli al buio.
Con il passare degli anni il bambino impara a riconoscere e valutare la sua paura e trova nuovi modi per gestirla. Quando, nei più piccoli, l’ansia può diventare un disagio clinico?
Se questo disturbo va ad interferire con le normali attività quotidiane del nostro bambino come andare a scuola, uscire in compagnia di coetanei, facendogli evitare attività o situazioni, e se compaiono intensi sintomi fisici come cefalea, vomito e dolori addominali sarebbe opportuno intervenire, per impedire lo strutturarsi di disturbi che in seguito potrebbero risultare molto più difficoltosi da smantellare.
I problemi d’ansia si caratterizzano per un’eccessiva risposta emotiva a situazioni che non la giustificano e sono quindi associati ad un’errata valutazione cognitiva della situazione e delle proprie capacità di affrontarla. Essi inducono tipicamente a reazioni fisiologiche come mal di stomaco, cefalea, agitazione, sudorazione eccessiva. R.Rapee, psicologo della Macquarie University di Sydney, individua tre fattori responsabili della genesi e del mantenimento dei disturbi d’ansia: i fattori genetici, il temperamento del bambino e l’ambiente (lo stile genitoriale, l’ apprendimento per osservazione,ecc.).
I disturbi d’ansia nei bambini possono assumere diverse forme, e nel DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder) sono indicate le varie categorie diagnostiche. Un esempio può essere l’ansia da separazione in cui il bambino diventa teso quando viene a sapere che sarà separato da mamma o papà, o semplicemente teme che la cosa possa verificarsi, teme ambienti estranei e ha paura di andare a dormire da solo. La fobia scolastica può essere associata a questo disturbo nei casi in cui il bambino non vuole andare a scuola perché essa costituisce una forma di separazione dai familiari.
Quello che potrebbero fare i genitori è spiegare al bambino cosa sono la paura e l’ansia, come nascono e che possono essere affrontate, non banalizzare mai le preoccupazioni del bambino ma comprenderle ed accoglierle, incoraggiarlo a non evitare situazioni ansiogene e premiare i piccoli sforzi e risultati. Nei casi in cui il disagio del bambino diventa persistente e invalidante sarebbe opportuno rivolgersi ad uno specialista che lo aiuti ad apprendere nuove competenze di gestione dell’ansia, a ridurre l’evitamento delle situazioni temute, a potenziare le abilità sociali e ad incrementare la propria autostima e autoefficacia.
Dott.ssa Michela Bottachi - Psicologa
La Girandola - Spazio Psicoeducativo
lagirandola.spe@outlook.it
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