118: coro di no alla riorganizzazione
La Commissione consiliare di Palazzo Lascaris incontra sindacati e operatori e raccoglie un dissenso pressoché unanime all'istituzione dell'azienda unica di emergenza. Critiche bipartisan, dal Pd (Reschigna e Ronzani) alla Lega (Tiramani).
👤 WebMaster ⌚ 5 Ottobre 2013 - 11:26 Commentaa-
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lospiffero.comSi scrive “razionalizzazione” , ma si legge “disservizio”. È questa in sintesi l’opinione largamente emersa dalla seduta di ieri della Commissione Sanità della Regione, in trasferta a Novara per affrontare la centralizzazione del servizio di emergenza 118.
"In particolare – ha spiegato la presidente Carla Spagnuolo (Pdl) – le questioni aperte sulla collocazione dei lavoratori, su eventuali percorsi di comando e sulla qualità del servizio finale garantito ai cittadini, verranno assolutamente poste alla Giunta, naturalmente secondo le posizioni di ciascun gruppo e di ciascun consigliere", posizioni che, indipendentemente dalle collocazioni politiche, sono apparse sostanzialmente critiche su modello proposto dall’assessore Ugo Cavallera. Maggioranza e opposizione, quest’ultima con la sola eccezione di Eleonora Artesio (Fds), hanno nei fatti bocciato le linee del governo Cota.
Cominciata con l’audizione del responsabile del 118 Danilo Bono, la Commissione si è poi confrontata con le organizzazioni sindacali e le associazioni di volontariato operanti nella zona. Il Pd, con il capogruppo Aldo Reschigna e il consigliere Wilmer Ronzan, si è espresso negativamente sull’accorpamento e anche sull’idea di costruire una nuova e “costosa” sede a Novara, “quando già ne avevamo pagate a Biella e Verbania”.Inoltre, ha rimarcato il politico biellese, “in diversi casi la centrale di Novara ha dimostrato di non conoscere il territorio montano che ora deve controllare, causando ritardi e disagi negli interventi”, ricordando i recente caso di una donna, che sentendosi male nella riserva della Bessa, ha chiamato il 118, segnalando, ovviamente, la sua posizione, ma dagli operatori della Centrale si è sentita domandare il nome della via, che, naturalmente, trattandosi di un parco non esiste.
Il consigliere della Lega Nord Paolo Tiramani si è detto contrario all’ipotesi dell’assessorato di “far assumere tutti gli operatori del 118 dalla centrale stessa, quando basterebbe comandare gli attuali lavoratori, pur lasciandoli in capo alle rispettive aziende sanitarie”. Anche perché, hanno sottolineato i sindacalisti, “quello sulle ambulanze è un lavoro usurante, a una certa età molti smettono e vanno a lavorare negli ospedali: per chi è di Biella o di Vercelli, sarebbe una beffa dover andare a finire la carriera così lontano da casa”. Per le organizzazioni sindacali, si potrebbe risolvere la questione utilizzando gli istituti del comando funzionale, oppure della convenzione tra aziende differenti. “Per il momento, visti i tanti punti in discussione, non abbiamo sottoscritto l’intesa”, hanno sottolineato.
Di pervicace “ostinazione ed arroganza” parla invece il capogruppo del M5s Davide Bono, secondo il quale le “procedure di razionalizzazione” messe in atto dalla giunta Cota “in realtà non fanno risparmiare nulla, ricadono sulle spalle dei lavoratori e peggiorano il servizio pubblico”. Per l’esponente grillino dietro a volontà di dar vita all’azienda unica del 118 si nasconde l’intenzione di “creare nuovi posti dirigenziali, con la falsa pretesa di mettere a riparo il proprio organico”. Ed è proprio sul tema del personale che la Regione fa il “gioco delle tre carte”: “Alle Asl manca personale per svolgere le proprie funzioni? Scorporiamo il personale del 118, in modo che almeno questo sia sicuro. Seguendo questa logica, ragionando per assurdo, ogni primario potrebbe blindare il suo personale a scapito degli altri”. Il tutto, prosegue Bono, ricade sule spalle degli operatori che, dipendendo da una nuova Asl, ed essendo obbligati ad entrare tramite nuovo bando, potrebbero non solo vedere peggiorare il loro salario (es. Biella dà un salario accessorio di 100 euro), ma soprattutto potrebbero perdere la possibilità di optare, ad un certo punto della propria vita lavorativa, per rientrare negli organici dell’Asl di propria residenza.
Ora la questione passa sul tavolo di Cavallera a cui tutti si sono rivolti per chiedere di accantonare la soluzione del bando, optando per la collocazione “a comando” o attraverso convenzioni.
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