Sindaco di Gravellona Toce su futuro di ConserVco
Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Sindaco di Gravellona Toce, Giovanni Morandi, riguardante il futuro di ConserVco, e la proposta di privatizzazione.
👤 Redazione ⌚ 17 Agosto 2016 - 10:23 1 commentoa-
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Oggetto: assemblea del 5 agosto
Durante l’assemblea dei sindaci del 5 agosto scorso, è stata approvata una delibera che conferma la decisione di procedere con le attività propedeutiche all’indizione di una gara a doppio oggetto per l’individuazione di un partner privato, per costituire la new.co. insieme a ConserVco, e per l’affidamento del servizio integrato per la gestione dei rifiuti. In seguito a quell’assemblea, la cui votazione non è stata unanime, alcuni comunicati hanno chiarito la posizione di alcuni dei Sindaci e sento il dovere di chiarire anche il mio pensiero da cui è scaturita la mia decisione di esprimere un voto di astensione.
E’ un tema che da anni mi vede coinvolto e si potrebbe quindi parlare a lungo degli innumerevoli aspetti che ne caratterizzano la complessità, naturalmente non è possibile farlo in poche righe, e quindi mi limiterò a chiarire i punti di maggiore attualità rispetto alle decisioni assunte recentemente.
1. Nonostante alcune criticità emerse, soprattutto a livello di percezione della qualità del servizio da parte di alcuni sindaci e evidenti difficoltà di ConserVco a evolvere la propria attività, non dobbiamo dimenticare che siamo tra le province che hanno raggiunto i maggiori livelli di raccolta differenziata mantenendo le tariffe tra le più basse; in sintesi: possiamo e dobbiamo sicuramente migliorare ma senza “svenderci” a nessuno.
2. Gli attuali scenari normativi, già vigenti e in corso di approvazione, vanno nella direzione di imporre sempre maggiori vincoli agli affidamenti in house dei servizi pubblici (anche sulla bontà di questa tendenza si potrebbe discutere) rendendoli di fatto molto complicati; la condizione attuale della nostra società pubblica e il clima di rapporti che si è venuto a creare fra alcuni sindaci e la società stessa non permettono più di proseguire senza cambiamenti significativi. Quindi, escludendo l’ipotesi della cosiddetta “gara secca”, che implicherebbe di mettere a gara tutti i servizi affidandoli alla società vincitrice che molto difficilmente sarebbe la nostra società pubblica, ci metterebbe nella condizione di perdere tutta la notevole esperienza positiva di lavoro fatta negli ultimi 30 anni e con il problema di ricollocare tutto il personale con non poche difficoltà, per cui il meccanismo della gara a doppio oggetto, già utilizzato in altri territori, consentirebbe di uscire da un immobilismo molto pericoloso e al tempo stesso di valorizzare la società pubblica che merita sicuramente un rilancio proprio in virtù di quanto di buono fatto fino ad oggi. Il mio voto di astensione non è quindi negativo rispetto al percorso generale da intraprendere.
3. La decisione di superare la fase di affidamento in house ad una società interamente pubblica e procedere con una gara a doppio oggetto non è una novità ma se ne parla da anni, e più di un anno fa era già stata votata dall’assemblea dei sindaci ma per una serie di complicazioni non era stata concretizzata, quindi la delibera attuale conferma e rafforza la decisione assunta allora.
4. Tutte le discussioni affrontate fino ad oggi su questa procedura hanno sempre visto l’espresso intendimento, o la visione scontata, dell’idea di mantenere la maggioranza delle quote societarie in mano pubblica. Personalmente ho
sempre considerato questo un elemento di forza per la nuova società; in primo luogo perché ritengo che le governance di società che gestiscono servizi pubblici fondamentali, come acqua e rifiuti, devono essere saldamente in
mano pubblica e se sono proprio gli amministratori pubblici a ritenere di non essere in grado di amministrare in modo efficiente forse avrebbero bisogno di un po’ più di autostima, o di fare altro. Inoltre non credo assolutamente a chi afferma che al di sotto del 50% non ci sarebbero soggetti interessati così come non credo che ci sarebbero difficoltà di accesso al credito visto che da sempre le banche sanno benissimo che un debitore pubblico non è mai insolvente e a maggior ragione se si tratta di finanziare un progetto industriale serio e credibile elaborato da soggetti competenti. La mia astensione è stata quindi dettata dalla decisione dell’assemblea di non voler togliere dal deliberato la definizione della percentuale maggioritaria da affidare al partner privato; sarebbe stato possibile rimandare questo aspetto, e lo è ancora, dopo una analisi più approfondita e nel frattempo procedere comunque. Non escluderei nemmeno che, a fronte di una prospettiva di investimenti che possano comportare significativi miglioramenti in termini di efficienza del servizio e contenimento delle tariffe, potrebbero essere comunque i comuni soci a investire in tal senso; anche su questo non capisco il pregiudizio per cui se un investimento è redditizio lo può fare il privato e se lo fa il pubblico è sempre a perdere.
5. Ci sono realtà in Italia, come ad esempio il Consorzio Priula nella zona di Treviso che ha saputo raggiungere il 90% di raccolta differenziata con tariffe tra le più basse d’Italia e che sta puntando concretamente al quasi totale azzeramento della frazione residuale, che ci dimostrano che l’obiettivo rifiuti zero non è un’utopia e non si tratta di piccole realtà particolari ma comprensori di centinaia di migliaia di abitanti; continuo a pensare che basterebbe sforzarsi di copiare quello che altri fanno già molto bene e se per fare questo serve un partner privato non è un problema, preferibilmente mantenendo la maggioranza pubblica. Spero di avere chiarito la mia posizione che interpreta quella dell’amministrazione di Gravellona Toce; posizione ideologica? Anche! Capisco che le ideologie non siano più di moda, figuriamoci gli ideali, ma essere alla moda non è mai stata fra le mie ambizioni, cercare di fare quello che dico e dire quello penso invece si, chissà che prima o poi non diventi di moda anche questo.
Giovanni Morandi
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