"Don Fabrizio resti a Traffiume"

"La decisione dello spostamento di Don Fabrizio Mancin, comunicata il 17 luglio dalle alte cariche della Diocesi di Novara, è piombata come un fulmine a ciel sereno sulla comunità di Traffiume e dei paesi della Valle Cannobina". Nasce così un "comitato" spontaneo di residenti per chiedere di recedere dalla decisione.

  
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Di seguito, un breve scritto di uno dei promotori della raccolta firme per la conferma di Don Fabrizio.

Dal 1° settembre infatti a Don Fabrizio sarà affidata la responsabilità della parrocchia di Lumellogno di Novara. 

Inutile chiedersi quali siano le ragioni alla base di tale decisione. Resta il fatto che la popolazione di Traffiume viene ad essere privata di una persona dallo straordinario spessore umano oltre che religioso. Perché Don Fabrizio, oltre ad essere uomo di fede, è soprattutto un punto fermo (se ciò non fosse messo in dubbio  dalla decisione di cui sopra, si potrebbe addirittura definire “insostituibile” ) per tutti gli abitanti di Traffiume, e non solo. Grande quindi lo sgomento, il disappunto e la delusione nel momento in cui è cominciata a circolare la notizia dell’avvicendamento. 

Dal 2004 ad oggi tutti si sono affezionati a lui, soprattutto i giovani, a cui ha dato molto sia in oratorio e durante le messe, sia nella pratica di attività culturali e ricreative; tutti aspetti che sottintendono un grande concetto: “stare assieme sulla base di solidi valori”. Insomma, Don Fabrizio è sempre (stato...) a disposizione a qualsiasi ora.

Per questo motivo la comunità si è mobilitata con una raccolta firme per chiedere al Vescovo la revoca dello spostamento.

Don Fabrizio ha fatto molto per Traffiume. In un momento storico in cui si fa fatica a riempire le chiese, Traffiume è andata controcorrente. La gente piano piano, assieme a lui, ha ritrovato quella fede intiepidita e latente ed è tornata a riaffollare la messa della domenica, e non solo. 

Moltissimi i giovani che hanno scoperto e riscoperto la fede, partecipando con gioia alle svariate attività, che hanno sempre avuto un comun denominatore: Don Fabrizio, l’anima di Traffiume.

Con che coraggio si può privare qualcuno, o peggio, un’intera comunità, dell’anima?

La risposta è in excelsis.

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