Spazio Bimbi: Musica e Dislessia

Recenti studi evidenziano come la musica agendo su diverse funzioni cognitive vada ad influire positivamente anche sulle abilità di linguaggio e di lettura

  
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La Dislessia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento e si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo che non dipende da un deficit intellettivo, sensoriale o dall’istruzione ma da un diverso funzionamento nelle reti neurali deputate al processo di lettura.

È importante intervenire precocemente per ridurre le difficoltà dell’allievo; è tuttavia importante sottolineare che il disturbo non scompare ma è possibile intervenire per migliorare le prestazioni almeno nel breve periodo. La riabilitazione della dislessia va ad agire sulla lettura e se necessario sul linguaggio, deve essere intensiva, prolungata nel tempo ed effettuata da specialisti.
Un intervento è efficace se porta a dei miglioramenti maggiori rispetto a quelli che si potrebbero raggiungere con il normale sviluppo o con la sola didattica.

Recenti studi dimostrano come anche la musica possa essere uno strumento utile nella riabilitazione della dislessia.

La musica è uno stimolo che attiva, e nel tempo modifica, diverse funzioni cognitive, non solo relative alla produzione e alla percezione musicale ma anche coinvolte in altri tipi di compiti, quali l’attenzione, la memoria, l’apprendimento, il linguaggio e le emozioni.

L’esperienza musicale porta a dei vantaggi nella consapevolezza fonologica, nella discriminazione dei suoni oltre ad una migliore capacità di elaborazione delle parole e una migliore memoria sonora.
La pratica musicale aiuta la percezione dei suoni in situazioni di rumore; ad esempio bambini musicisti in un contesto rumoroso quale il contesto classe sarebbero maggiormente in grado di focalizzare l’attenzione su ciò che viene detto dall’insegnante.

I bambini con dislessia sembrano essere deficitari sia nelle abilità fonologiche che in quelle musicali. Il training musicale comporterebbe un miglioramento nell’abilità di elaborazione uditiva e di conseguenza nell’elaborazione delle componenti linguistiche influendo positivamente sul linguaggio e sulla lettura (Tallal, Gaab, 2006).

Secondo un’altra ipotesi invece la musica risulterebbe efficace nel trattamento della dislessia in quanto ci sarebbe una sovrapposizione tra le aree deputate all’elaborazione del linguaggio e alle aree deputate all’elaborazione della musica; tale pratica comporta una maggiore precisione nell’elaborazione acustica, porta all’attivazione di emozioni positive, essendo ripetitiva porta ad un miglioramento dovuto alla pratica ed è associata all’attivazione dell’attenzione (Ani Patel, 2011).

Un importante contributo in tale ambito è stato dato dal Progetto ReMus finanziato dalla Fondazione Mariani che ha dimostrato l’efficacia di un intervento di educazione musicale sulle abilità di lettura. Tale studio ha coinvolto 48 bambini dislessici tra gli 8 e gli 11 anni. I bambini sottoposti a tale intervento risultarono migliorati in modo significativo (Flaugnacco et al., 2015).

La musica è dunque utile strumento, che se utilizzato precocemente e in modo continuativo aiuta lo sviluppo e la crescita del bambino sia dal punto di vista cognitivo che relazionale.

Dott.ssa Greta Nicolini
La Girandola – Spazio Psicoeducativo
lagirandola.spe@outlook.it Leggi QUI il post completo