Marcovicchio: "Profughi subito al lavoro in scuole e strade"

Riceviamo e pubblichiamo, una nota di Matteo Marcovicchio, Consigliere provinciale, riguardante la proposta di impiegare in lavori pubblici i profughi presenti sul terrirtorio.

  
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Quanto accaduto ieri nel centro profughi di Arizzano riporta l’attenzione sul tema immigrazione-sicurezza-territorio. Ognuno ha il diritto di protestare, ma ha anche sopratutto dei doveri. E se la protesta è futile, pretestuosa e aggressiva nei toni tanto da richiedere un ingente spiegamento di forze dell’ordine, qualcosa non funziona e non è tollerabile .

Quando funzionari di polizia e carabinieri sono costretti a assistere a una protesta ingiustificata dovendo anche “trattare” per riportare la calma (pensiamo a che cosa succede negli stadi o nelle manifestazioni pubbliche di fronte alle intemperanze…) è il segno che si è passato il limite.

Chi entra in Italia da profugo – e la maggior parte non lo è e vede la sua domanda respinta – non può avere più diritti di un normale cittadino italiano. Ricevere gratis cure, assistenza, vestiario, vitto, alloggio e mantenimento comporta il dovere di non creare problemi, di seguire le leggi e di rispettare sopratutto chi ti accoglie. Così non accade e credo che non si possa derogare oltre un intervento chiaro e forte .

I profughi devono contribuire alla comunità che li ospita. In questo senso, cogliendo l’invito del Prefetto Olita, ho scritto stamattina al presidente Costa perché attivi presto una convenzione con prefettura e cooperative per impiegare gratuitamente queste persone nella manutenzione ordinaria delle scuole e soprattutto nella pulizia delle strade provinciali.

Sul tema dell’integrazione vedo con scetticismo e forte preoccupazione invece la proposta di affittare appartamenti privati in diversi comuni per accogliere piccoli gruppi di profughi autonomi. Il problema sono la sicurezza e il controllo. Che alcuni di questi profughi siano stati coinvolti in reati e abbiano subito denunce è un dato di fatto. Senza fare di tutta l’erba un fascio, sparpagliando queste persone sul territorio verrebbe meno il controllo preventivo e si rischierebbe di dover mobilitare le forze dell’ordine che già fanno tanto dirottandole da altri compiti.

Dott. Matteo Marcovicchio
Consigliere provinciale
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