Ultimi giorni per Gattabuia
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della Cooperativa Sociale Divieto di Sosta, gestore di Gattabuia Social Restorant che si commiata, non senza recriminazioni, dopo sette anni di gestione del ristorante di villa Olimpia.
👤 WebMaster ⌚ 24 Agosto 2013 - 11:27 2 commentia-
+
Con queste righe vogliamo prendere congedo dalla città che ci ha ospitato negli ultimi 7 anni, consentendoci di animare un progetto ricco di senso e partecipazione. Ormai è ufficiale, con il prossimo giovedì 29 agosto Gattabuia ultimerà il proprio servizio lasciando spazio alla nuova gestione voluta dall'amministrazione cittadina.
Questi ultimi quattro mesi, dal momento della pubblicazione della prima gara d'appalto per il rinnovo della concessione, fino a pochi giorni fa, sono stati contrassegnati da tutto ciò che per noi è contrario a quanto abbiamo inteso promuovere in questi anni. Se è vero che questo progetto si fondava sull'idea di un welfare più moderno informato al principio del dialogo virtuoso tra Pubblico e privato, dell'inclusione, e della sostenibilità, il modo in cui è stata condotta la fase del rinnovo del-la concessione, ci ha fornito uno spaccato desolante di quanto le logiche tecnocratiche siano in grado di dissimulare intenti che poco hanno a che fare coni principio della virtuosa gestione dei beni Pubblici.
Quel che più di ogni altra cosa ci fa male, è che oggi Gattabuia chiude la propria esperienza ufficialmente per non essere stata in grado di sostenere le nuove condizioni economiche previste dalle due gare di appalto volute dall'amministrazione cittadina, ovvero chiude perché qualcuno, dall'oggi al domani, ha deciso che un attività economica costruita su criteri concordati con l'amministrazione (un'attività che aveva come obiettivo la massimizzazione delle assunzioni di personale svantaggiato), mutasse pelle, sostenendo un aumento dei costi di gestione superiore al 400%, circostanza questa impossibile per chi abbia un minimo di contezza di economia aziendale.
Dietro a questa ragione di ordine ragionieristico/contabile crediamo esistano altre motivazioni che hanno indotto il Comune di Verbania ha chiudere questa esperienza. Purtroppo, il silenzio tombole di cui siamo stati vittime in questi mesi non ci consente di avere coscienza di quelle che sono le cause che stanno dietro alla scelta, peraltro pienamente legittima, di cambiare registro.
Ci domandiamo solo che tipo di sistema Pubblico sia un sistema che rifiuta palesemente il dialogo, muta arbitrariamente condizioni contrattuali, mette in atto sottili strategie con il chiaro intento di mettere sotto pressione i propri bersagli e che decide di chiudere un esperienza giudicata unanimemente assai positiva tanto dagli attori politici del tenitorio, quanto dalla comunità, e da importanti opinion makers ?
A questo proposito citiamo un virgolettato di Walter Passerini che la dice lunga sul livello di riconoscimento nei confronti del valore di questa esperienza "L'esperimento va salvato perché rappresenta, secondo me, un certo futuro di welfare territoriale. Anzi, credo che l'iniziativa andrebbe maggiormente sostenuta e incoraggiata, e solo un pazzo non si renderebbe conto di ciò".
La logica del cambio di registro praticata nei confronti di Gattabuia ha portato al fallimento di due gare d'appalto, andate entrambe deserte e all'apertura di una fase negoziale tra Comune e privati sulla base delle medesime condizioni di ordine economico previste nell'ultima gara.
Inutile dire che a questa fase Gattabuia non ha potuto partecipare proprio perché le richieste formulate erano di gran lunga fuori dalla portata del progetto. Oggi quello che rischia di venire sacrificato sull'altare del non senso e del rimborso delle utenze, è proprio la ragione fondante del progetto ovvero il raccordo con il mondo della penalità e la dimensione di un luogo Pubblico simbolo del dialogo tra carcere e territorio.
Da sottolineare è anche la circostanza che tra gli impegni richiesti dal Comune ai subentranti non vi è alcun accenno alle persone con problemi di Giustizia attualmente in servizio presso Gattabuia. Quello che possiamo assicurare è che per queste persone sarà la no-stra cooperativa ad impegnarsi per l' individuazione di una soluzione tale da garantire la continuità del loro impegno lavorativo, otre che del loro percorso di alternativa alla pena.
Che dire di più se non che in questi anni abbiamo sempre cercato di dare il nostro contributo impegnandoci al massimo e facendo i conti con tutti i nostri limiti, ma volendo di volta in volta praticarli per superarli garantendo sempre la sopravvivenza del progetto, la qualità del servizio erogato, la continuità degli inserimenti operati in collaborazione con la Casa Circondariale di Verbania. Crediamo da questo punto di vista di poter stare con piena dignità dalla parte della ragione, avendo sempre cercato di percorre la via dell'impegno, del dialogo, della negoziazione, del confronto anche di fronte a circostanze in cui abbiamo avuto la sensazione di essere interlocutori sgraditi dell'amministrazione cittadina.
Resta il fatto che sette anni fa quando siamo partiti in questa avventura, la prima convenzione siglata dal dirigente del settore politiche sociali con l'ente di formazione professionale CFPP Casa di Carità Onlus, faceva un chiaro riferimento al fatto che il Comune si sarebbe impegnato per la costituzione di un ente cooperativo qualora il primo biennio sperimentale si fosse concluso in modo positivo.
La storia ci dice che a seguito del primo biennio conclusosi con risultati ampiamente positivi, non solo il Comune si è chiamato fuori rispetto all'impegno preso (ancora una volta seguendo la logica del silenzio tombole) ma alla fine, a fronte di un sistema avviato e con la prospettiva di accedere ad un importate finanziamento per la riqualificazione energetica del complesso (consentendo a quel punto sì di far fronte alle nuove richieste dell'amministrazione), addirittura decide di escludere, nei fatti, gli attori che hanno contribuito a far nascere questo esperimento.
Solo il tempo potrà dirci se le scelte del Comune di Verbania saranno state scelte di valore, ano, a noi resta solo l'amarena del silenzio e del non sapere quella che è la vera verità, dove abbiamo sbagliato. Tutto questo non senso però non può farci dimenticare la significativa mole di ricchezza (non economica si intende) prodotta in questi anni, tutta l'energia ed il riconoscimento che questo percorso ha saputo guadagnarsi soprattutto nei confronti della comunità locale.
Non possiamo dimenticare le persone che in questi anni si sono impegnate ci fondo per portare avanti le fatiche quotidiane legate ad un simile progetto. Le fatiche legate alla simbiosi con il mondo della pena e alle sue endemiche contraddizioni, le fatiche legate alla lotta per la sopravvivenza economica.
A tutte le persone che hanno lavorato in questi anni va un grande ringraziamento, anche e soprattutto per l'amore, la professionalità, la passione messa oltre al tempo di volontariato che è stato regalato a Gattabuia. Un grazie anche a tutte le persone che hanno deciso di sostenere questa proposta frequentandola quotidianamente e fruendo dei propri servizi.
Un grazie a tutti sottoscrittori delle petizioni, a chi ha inviato lettere di sostegno, a chi a dato pubblico rilievo a quanto stava accadendo in questo ultimo opaco periodo. Un ringraziamento va anche al dirigente del settore politiche sociali per l'entusiasmo e la spinta che ha messo nel corso dei primi anni e che ha contribuito alla crescita del progetto.
Fortunatamente la chiusura di Gattabuia non equivale alla chiusura della nostra piccola cooperativo sociale. Continueremo a propone, anche in futuro, pratiche sociali, speriamo innovative, convinti che un diverso welfare sia nei fatti possibile, un welfare in cui esiste uno spazio d senso e di riscatto anche per le storie più complicate e faticose, un welfare in cui il potere lascia spazio al dialogo e alla creazione di senso condiviso e partecipazione, un welfare economicamente sostenibile e aperto alle contaminazioni con la comunità territoriale.
L'auspicio conclusivo che facciamo è che la nuova gestione della mensa sociale di Villa Olimpia riesca là dove noi non siamo riusciti, ovvero riesca a moltiplicare ulteriormente le attività garantendo la sostenibilnà delle nuove condizioni volute dal Comune. A loro l'augurio di non venire trattati come siamo stati trattati noi: sostenuti fino ad un certo punto, e quindi inopinatamente scartati quando non siamo più risultati confacenti ai "programmi" dell'amministrazione.
Ultimo auspicio riguarda la politica, quella seria, quella rigorosa, quella che non si hmita alle parole ma quella che promuove pratiche coerentemente a valori, se mai questa esista ancora. Parabole come quelle di Gattabuia, parabole di progetti di senso che vengono cancellati senza una ragione vera, sono lo specchio di una politica debole, una politica incapace di fare scelte assumendosi l'onere di verificare che i propri indirizzi si trasformino in atti conformi.
L'auspicio è dunque che la politica, quella seria dicevamo, possa tornare a riprendersi gli spazi che le sono dovuti in ossequio al principio della partecipazione democratica alla vita delle Istituzioni, assumendosi l'onere delle proprie scelte fino in fondo.
GRAZIE
COOPERATIVA SOCIALE DIVIETO DI SOSTA Leggi QUI il post completo