Coro Polifonico San Vittore apre la stagione
il Coro Polifonico San Vittore, in occasione delle Celebrazioni Patronali, presenta il Concerto di inaugurazione della propria stagione musicale che si svolgerà sabato 7 Maggio alle ore 21.15 presso la Basilica San Vittore di Verbania Intra.
👤 Redazione ⌚ 6 Maggio 2016 - 18:25 1 commentoa-
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Nell’occasione saranno eseguiti i brani:
F. J. HAYDN (1732-1809) - MISSA BREVIS Sti Joannis de Deo - Kleine Orgelmesse” Hob XXII.7
W. A. MOZART (1756-1791) - MISSA BREVIS - “Orgelsolo Messe” Kv 259
G. F. HÄNDEL (1658-1759) - HE KING SHALL REJOICE - Coronation Anthems HWV 260
Esecutori:
Coro Polifonico San Vittore
Orchestra Ars Musica
Organo: Stefano Bertuol
Direttore Riccardo Zoja
In un anniversario di W. A. Mozart (il 260° della nascita) il programma del concerto di apertura del Coro Polifonico S. Vittore vede al centro una sua composizione significativa, composta a vent’anni, nel 1776: la Missa Brevis, KV 259 “Orgelsolo Messe”. In un momento nel quale il compositore era dedito prevalentemente al servizio liturgico della Cattedrale di Salisburgo, quest’opera esprime in modo esemplare uno stile profondamente rispettoso delle precise disposizioni dell’Arcivescovo Colloredo sulla musica nelle celebrazioni meno importanti (che furono anche oggetto di profondo disappunto e conflitto con Mozart): la devota ufficialità del culto deve prevalere su ogni altro aspetto espressivo anche a discapito della più profonda analisi dei testi sacri. E così, negli ultimi 3 mesi di quell’anno, tutte le opere liturgiche che presero vita dal genio mozartiano, sono state definite dalla critica come alla ricerca della massima semplicità che le rende quasi sintetiche.
I testi enunciati in modo lineare, la riduzione estrema delle parti solo strumentali, il ridotto utilizzo di variazioni agogiche. L’eccezione, in tutta l’opera, è il singolare “Benedictus” che implica una parte dell’organo obbligato concertante (da cui deriva il sottotitolo della composizione) nel quale Mozart esprime tutta la sua geniale analisi affidando a 4 solisti ed allo strumento, in un tempo non meditativo, l’ elaborazione alternata
e sovrapposta dell’ interpretazione testuale rivelando il più autentico livello creativo che gli era proprio.
In piena analogia con i principi ispiratori della composizione di Mozart è la Missa Brevis Sancti Johannis di Deo composta da F. J. Haydn nel 1777, che darà inizio al programma. Quest’opera del grande Maestro fu scritta espressamente per la congregazione dei Fratelli della Misericordia, i Fatebenefratelli, per l’uso liturgico nella loro cappella di Eisenstadt: adattandosi alle possibilità della congregazione la messa fu ideata in pieno stile viennese, con un organico strumentale limitato e, anche qui, con i più estremi rigore e linearità per l’impiego liturgico, tanto che, in più punti, i testi vengono sovrapposti tar le diverse parti corali così da rendere di fluidità e brevità massimali l’esecuzione.
Ma anche in quest’opera il “Benedictus” vede l’originale impiego dell’organo obbligato che, con il soprano solo, coglie l’occasione di un momento di estrema concentrazione celebrativa, per esaltare il testo liturgico elaborandolo con tutti gli artifici propri della più raffinata creatività classica, fornendo un esempio straordinario del genio creativo e della profonda fede dell’Autore.
A conclusione del programma, a complemento del parallelo delle prime due opere, sarà eseguito di G. F. Haendel, l’Anthem per l’incoronazione “The King shall rejoice”, composto nel 1727. Le 4 composizioni celebrative delle quali fa parte questo grande inno rappresentano un primo atto di Haendel come cittadino britannico, giunto dalla Germania, espressamente indirizzate alla presa del regno di Giorgio II e della regina Carolina. Queste opere del maestro furono altamente apprezzate dal re che ne richiese più volte l’esecuzione, ma divennero anche immediatamente molto diffuse e proposte in diverse occasioni.
Il testo è integralmente tratto dal Salmo 21 nel quale si esalta la figura regale che, in rappresentanza della collettività, gioisce davanti al Signore per la sua potenza e ne trae la protezione e l’ispirazione per una guida saggia ed illuminata della nazione. Si trattò di una presentazione del grande Haendel all’Inghilterra che diede origine alla sua lunga opera espressione più alta del barocco musicale europeo. Diviso in 4 parti si conclude con la strepitosa e complessa fuga che sigla il momento di massima esaltazione della presenza divina nella storia e che fornì spunto al musicista per l’utilizzo dei temi qui elaborati anche in diverse altre composizioni.
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