Si assume ingegnere, ma solo se residente in Italia.
Il gruppo leghista di Mendrisio: "Abolire lo statuto fiscale di frontaliere. Crea privilegi anche tra gli stessi cittadini italiani"
👤 WebMaster ⌚ 19 Luglio 2013 - 10:21 Commentaa-
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tio.chNon si è fatta attendere la reazione della destra mendrisiense. Lega dei Ticinesi, UDC e Indipendenti "condannano fermamente l'ennesimo annuncio riportato da diversi media online, platealmente discriminatorio nei confronti dei lavoratori ticinesi". Il caso è quello di una ditta attiva sul territorio comunale di Mendrisio che ha pubblicato un annuncio per la ricerca di un ingegnere sul quale, oltre alle normali richieste come titoli di sutdio ed eventuale esperienza, si legge la seguente frase che la Lega e alleati ritengono sconcertante:
"Sede di lavoro: Mendrisio (CH); è preferibile la residenza, o la disponibilità al trasferimento della propria residenza, in un comune italiano frontaliero".A dire la verità questo è ormai un caso non eccezionale. Non è il primo e non sarà neppure l'ultimo.
"Ora - si legge nella nota stampa - il fenomeno appare addirittura più sfacciato spingendosi oltre ad ogni limite ed inserendo l’indicazione nelle offerte di lavoro che cercano solo frontalieri.”. E ditte che applicano questa politica non sono poche. Altre lo fanno in modo più velato ma chiaro, infatti quando la paga indicata per un impiego a tempo pieno è di 2000 franchi mensili, è ovvio che questo impiego non è alla portata di dipendenti ticinesi".
"Quindi chiediamoci a cosa servono queste aziende, che magari non pagano le tasse in Ticino e che assumono solo frontalieri: solo a generare traffico e a consumare territorio già sotto pressione come quello del Mendrisiotto. Oltre, va da sé, a creare dumping salariale".
Vista la situazione sul mercato del lavoro in questo Cantone che sta rapidamente degenerando verso l’esclusione dei ticinesi dall’occupazione in casa propria, è ovvio che sono necessarie ed urgenti delle contromisure.
Secondo il Gruppo Lega/UDC/Indipendenti "le possibilità d’azione ci sono. Certo bisogna essere creativi. E soprattutto, non bisogna voler fare i primi della classe nell’applicare la libera circolazione delle persone! Tanto per cominciare bisogna aumentare, e di un bel po’, il carico fiscale sui frontalieri, che devono pagare le imposte secondo le aliquote italiane. Lo statuto fiscale di frontaliere deve dunque cadere: esso oltretutto crea privilegi immotivati tra gli stessi cittadini italiani.
"Se i frontalieri dovranno pagare più tasse (ma tante di più) non potranno più nemmeno accettare salari da dumping (o meglio dire da fame) come quelli che circolano attualmente. E il Ticino incasserà più tasse che verranno utilizzate per finanziare programmi di rilancio occupazionale a beneficio dei residenti. Inoltre c’è sempre in sospeso l’ecotassa per i frontalieri i quali inquinano e intasano le strade, causando costi e perdita di qualità di vita dei residenti".
"E perché non istituire un marchio, un “label” che premi le aziende con pochi frontalieri? Questi sono solo alcuni spunti, se ne potrebbero trovare anche parecchi altri… l’importante è cominciare a concretizzare. Il nostro gruppo - conclude la nota - non si stancherà mai di ripeterlo. Bisogna avere il coraggio, anche politico, di dare la priorità ai residenti, dobbiamo fare gli interessi della popolazione. Non essere sempre in regola – autodanneggiandosi – con ogni cavillo del diritto internazionale".
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