PsicoNews: Il prezzo di una bugia

La dissonanza cognitiva spiega la tendenza dell’uomo a raccontarsi delle bugie, per giustificare le proprie scelte.

  
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Siamo grandi bugiardi e mentiamo, in particolare, a noi stessi. Purtroppo è proprio così. Nel nostro quotidiano ci troviamo spesso in situazioni di conflitto in cui è necessario prendere una decisione, fare una scelta, affinchè il conflitto sia superato: sul lavoro, nella vita privata e in ogni campo in cui ci addentriamo.

Tuttavia, quando gli elementi a nostra disposizione sono discordi, la scelta ci provoca disagio, sperimentando quella che in psicologia è definita Dissonanza Cognitiva. Per natura l’uomo è un essere coerente (con se stesso) e agisce nel tentativo di perseguire coerenza di azioni e pensieri, poiché l’incoerenza provoca uno stato di disagio. Quando arriva il momento di prendere la decisione fatidica, l’uomo cerca di ridurre la dissonanza degli elementi a lui noti tramite ristrutturazioni mentali.

Il concetto di dissonanza cognitiva fu introdotto da Leon Festinger intorno al 1950, per descrivere lo stato di disagio provocato dall’incongruenza di due, o più, nostre idee tra loro, per motivi culturali o per esperienze precedenti e altro. Quando sperimentiamo questo disagio, cerchiamo di ristabilire una coerenza tra il nostro pensare e il nostro agire, tramite delle ristrutturazioni mentali, ossia una modificazione dei fatti in una versione più accettabile per noi.

Uno degli esempi più classici per spiegare la dissonanza cognitiva è il fumare; nonostante la consapevolezza di quanto il fumo sia nocivo, il fumatore resiste nella sua cattiva abitudine dandosi delle spiegazioni che riducono la percezione di dissonanza: non smetto perché altrimenti ingrasserei, nella vita ci sono molte altre cose che fanno male e varie ed eventuali ulteriori versioni. Questi aggiustamenti servono a mettere in accordo le idee sul tema, e ridurre così lo stato di disagio che ci provoca la dissonanza cognitiva.

Due esperimenti di Festinger sono famosi per l’impatto dimostrato della dissonanza:
• Il più noto, richiedeva di mentire rispetto a un compito noioso, in cambio di una ricompensa; quando la ricompensa era considerata elevata da giustificare la menzogna (20$, nel 1956, mi sembra) non accadeva nulla il soggetto era consapevole che il compito fosse noioso ma che avesse mentito per la cifra, quando la ricompensa era bassa, il soggetto percepiva disagio, dovuto alla dissonanza tra azione (mentire) e pensiero (mentire è sbagliato), e quindi era portato a modificare la percezione del compito al punto tale da considerarlo interessante per giustificare la necessità di mentire.

• L’altro esperimento riguardava una comunità di ufologi del Minnesota; queste persone erano convinte che i Guardiani del pianeta Clarion sarebbero venuti sulla Terra il 21 Dicembre del 1954 per distruggerla, portando in salvo solo chi avesse creduto alla loro profezia. Il 21 Dicembre questa comunità si ritrovò, in attesa della venuta dei Guardiani; quando nulla accadde, e la Terra non fu distrutta, questa comunità si convinse che i Guardiani avessero deciso di risparmiare il nostro pianeta grazie alla forza di convinzione nella profezia dimostrata dalla loro comunità, rafforzando addirittura, in questo modo, la loro credenza.
E voi? Avete mai avuto la necessità di raccontarvi una bugia?

Buona settimana
Mara Rongo Leggi QUI il post completo