Verbania documenti: "Il torrente San Bernardino"
Riceviamo e pubblichiamo, un contributo di Verbania documenti per il progetto de "La Città operaia", che inizia
l'individuazione delle eccellenze dal rione San Bernardino, storicamente gravitante su Intra anche se amministrativamente ubicato nel territorio pallanzase.
👤 Redazione ⌚ 21 Febbraio 2016 - 13:01 4 commentia-
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Il contributo di Italo Isoli per l’individuazione delle eccellenze del quartiere di S. Bernardino
Geologia e geomorfologia antica e recente
Gli abitanti di Intra sono abituati a considerare separatamente i due torrenti che delimitano anche semanticamente (In-Tra) il centro storico.
I bacini montani dei due corsi d’acqua sono separati: il S. Giovanni proviene dalle valli Intrasche e il S. Bernardino dalla val Grande e val Pogallo, ma la storia geologica e geomorfologica dei due corsi d’acqua li ha visti spesso fortemente uniti, a partire dagli sbocchi dei tratti montani.
In particolare è probabile che il S. Bernardino sia confluito anticamente nel S. Giovanni, attraverso un percorso molto più alto dell’attuale, riconoscibile nella zona pianeggiante denominata Pian di Les (ove è oggi un centro ippico), dove si osservano ancora depositi alluvionale torrentizi e, a quote inferiori, ma ancora alte, nella zona fra Unchio e Cambiasca dove si possono osservare i depositi sabbioso-ghiaiosi oggetto di escavazione nella cava denominata S. Bernardino. In epoca successiva e più a valle sono avvenuti gli imponenti depositi alluvionali dei due corsi d’acqua coalescenti, su cui oggi sono impostati gli abitati di Trobaso e Intra Alta.
Il più vistoso cambiamento, avvenuto forse un paio di migliaia di anni orsono, è stato quello del S. Bernardino che ha abbandonato il corso fra il monte Rosso e la Castagnola, con l’antica foce nel golfo di Pallanza, per gettarsi nel lago nell’attuale foce, separatamente da quella del S. Giovanni.
In questa fase si imposta il corso d’acqua come lo conosciamo, con una piana alluvionale a forma di ventaglio, a partire dal ponte del Plusc e comprendente sia l’area denominata Sassonia in sinistra idrografica e quella dell’attuale S. Anna in destra. In questa area il Torrente S. Bernardino ha divagato per secoli, finchè l’uomo non l’ha costretto, mediante argini, nel corso attuale.
Caratteristiche morfometriche e idrologiche
Il S. Bernardino possiede attualmente un bacino con una superficie di ben 132.3 Kmq alla foce (per confronto il S. Giovanni ha una superficie di 60.7 Kmq). Il suo alveo ha una lunghezza di 29 Km, un’altitudine massima di 2301 m s.l.m. (monte Togano), una minima alla foce di 194 m. s.l.m.
Le precipitazioni sull’intero bacino hanno determinato portate di piena importanti, che sono state registrate dal Servizio Idrografico dal 1957 al 1969; dall’Istituto di Idrobiologia di Pallanza dal 1977 ad oggi, con una stazione di misura posta a monte dell’ex cotonificio Müller. La Regione Piemonte ha installato un’altra stazione sotto il ponte di Santino.
Le piene storiche, i ponti e gli argini
Le descrizioni storiche degli eventi di piena sono:
Evento del 1704: la grande piena distrugge il ponte romano di Santino, probabilmente l’unico esistente nell’epoca sul S. Bernardino. Nel 1853 viene costruito il ponte del Plusc in muratura.
Evento 1860: il 18 settembre 1860 una grande piena distrugge gli argini eseguiti nel 1834, già danneggiati nel 1840 e invade il rione Sassonia.
Evento 1868: gli argini provvisori costruiti dopo l’alluvione del 1860 vengono nuovamente distrutti durante la grande piena del 2 ottobre 1868, a cui viene associata anche la maggior piena lacustre di cui si hanno dati certi (199.81 m s.l.m.).
Evento 1872: nel 1869 iniziano i lavori per gli argini definitivi. Il 6 ottobre 1872 una nuova piena sfonda gli argini nella zone di via degli Orti e il torrente invade nuovamente il rione Sassonia, con gravissimi danni a edifici e infrastrutture, compreso l’interramento del porto. I lavori di arginatura, nel 1879, con la formazione di un grosso argine denominato ul ripar, fino al ponte della statale e con un’altezza parecchio sopra l’alveo attuale del torrente.
Evento 1901: il ponte del Plusc, in muratura, viene definitivamente travolto durante la piena del 1901. Ricostruito in ferro è stato sostituito nel 1986 dall’attuale ponte a traffico veicolare.
Evento 1965: il ponte della strada statale presso la foce, costruito nel 1834, modificato nel 1868 e 1947, crolla nella piena del 22 agosto 1965. Ricostruito negli anni successivi.
La qualità delle acque del torrente San Bernardino
L’approvvigionamento idrico della città di Verbania avviene prevalentemente sulle due fasce spondali del torrente S. Bernardino, alimentato dalle perdite di subalveo del torrente stesso e profondi sino a 200 mt. dal piano di campagna, in terreni alluvionali sabbioso-ghiaiosi.
Si tratta di un enorme patrimonio idrico sotterraneo di elevata qualità, che è stato anche sfruttato per le sue caratteristiche e potenzialità dalle attività industriali.
Nella siccità del 2003 l’acquedotto della città di Verbania ha fornito, a tutti i paesi montani dell’intorno, un abbondante soccorso idrico potabile.
Anche l’originario Acquedotto di Pallanza utilizzava numerose sorgenti poste nel bacino del torrente S. Bernardino nei comuni di Cossogno e Miazzina.
Una antichissima superstizione popolare, per non dimenticare la tradizione, attribuiva proprietà completamente diverse alle acque dei due torrenti intresi:
“…..l’acque di questi due fiumi sono di diversissima qualità, onde quello della parte orientale è nocivissimo a chi ci entra dentro e quel poi che è della parte occidentale è salutifero e ha molte virtù. E massime a quelli che patiscono ulcere nelle gambe” (Morigia, 1603). Leggi QUI il post completo