"Riordino assistenza territoriare VCO, non pervenuto"
Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Movimento Cinque Stelle Verbania, riguardante il riordino della sanità territoriale.
👤 Redazione ⌚ 19 Febbraio 2016 - 09:03 Commentaa-
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Dopo aver esultato per l’ospedale unico le amministrazioni sembrano non vedere più problemi. E’ bastato incantare a parole gli amministratori che ora di sanità non se ne parla più.
Il MoVimento 5 Stelle ha presentato un interpellanza per il prossimo consiglio comunale per riportare in risalto le problematiche, non solo di Verbania, ma di tutto VCO. Cosa è stato fatto della riorganizzazione del territorio nel VCO e quali sono i risultati emersi dal tavolo di lavoro regionale, che ha coinvolto anche un referente per il Verbano e come mai ad oggi, l'Asl VCO non ha ottemperato a quanto la regione ha deciso in merito al numero dei medici di continuità assistenziale?
Vogliamo capire a che punto è la riorganizzazione del territorio con le aggregazioni dei medici di medicina generale, compresi i medici di continuità assistenziale, come stabilito dalle delibere regionali. (decreto del 2 aprile 2015, n 70 e dal ruolo unico).
Nessuna parla più delle aggregazioni dei medici di medicina generale, che negli intenti del piano sanitario regionale, si dovevano costituire in gruppo per sopperire ai bisogni della popolazione. Bisogni espressi nell’elevato numero dei codici bianchi ai Dea e che la regione interpreta come la “non presa in carico” dei pazienti, soprattutto anziani con patologie croniche (diabete, bpco, ecc).
É bastato tirare fuori “il miraggio” dell'ospedale unico che d’incanto il territorio, la medicina territoriale, quella propagandata come soluzione, è sparita.
Ci hanno tranquillizzato spiegando che i tempi di attesa sono regolari, nella media, dimenticando però di dire che, ad esempio, per un esame cardiologico a Domodossola ci voglio 117 giorni di attesa contro i 30 previsti, oppure un ecocardo che ne ha 160 contro i 60, un test da sforzo a Domodossola150 gg. e 125 a Verbania contro i 60 gg. previsti.
Certo è più semplice favoleggiare di un progetto che per adesso non è nemmeno sulla carta, i cui denari negli intenti della regione saranno privati, anzichè mettere mano ad una vera rivoluzione sanitaria, potenziando il territorio e aprendo la strada al futuro della sanità cosi, come negli altri paesi europei, dove i bisogni del cittadino vengono presi in carico dal territorio. Parliamo però di un territorio provvisto di strumenti e figure sanitarie in grado di farlo con un ospedale ce si occupa prevalentemente delle acuzie e delle grandi patologie.
Ovviamente tutto questo avrebbe un costo immediato ( ma non esistevano dei fondi regionali per il vco sbandierati da Reschigna?) ma permetterebbe nel tempo di evitare moltissimi ricoveri ospedalieri che hanno un costo molto piu alto e quindi nel tempo un notevole risparmio.
La tabella allegata (dati 2010 pressochè identici agli attuali) illustra la media per l'assistenza domiciliare integrata nel piemonte e nel vco: si pensa che con questi numeri si può fare sanità sul territorio?
Allora ci chiediamo a che gioco sta giocando la regione Piemonte? Cosa intende fare la nuova dirigenza dell'asl VCO? Intende proseguire nel solco delle precedenti amministrazioni, cioè la difesa di quel sistema che ha portato alla creazione di innumerevoli SOC (Strutture Operative Complesse) e sta demolendo la sanità pubblica, con nomine che, grazie alla legge Madia, son sempre e solo politiche? La Regione Piemonte dà all’Asl per ogni abitante più di 1.600,00 €, quanti di questi vanno alle strutture ospedaliere? Quanti al territorio? Ricordiamoci che il deficit dell'asl vco è in pareggio, ma non per virtuosismi su tutta la linea, ma bensì perchè la medicina territoriale è scesa nella spesa mentre, di contro, la spesa per la rete ospedaliera è salita, compensandosi. E' ora di investire nel territorio e noi lo chiediamo a gran voce, non solo quando fa comodo.
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