Orta Festival 2013
Orta San Giulio è lieta e orgogliosa di salutare
la XIV Edizione di Orta Festival.
👤 lumus ⌚ 1 Luglio 2013 - 07:39 Commentaa-
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SABATO 6 LUGLIO - ORE 21.00
Concerto d’apertura. Britten 100 - Hindemith 50
Johann Sebastian Bach (1685 – 1750)
Concerto in re minore BWV 1043 per due violini e archi
Benjamin Britten (1913 – 1976)
Two Portraits per archi
'E. B. B.' per viola e archi - 'David Layton' per archi
Johann Sebastian Bach
III Concerto Brandeburghese in sol maggiore BWV 1048
Paul Hindemith (1895 – 1963)
Fünf Stücke op. 44 n. IV
Benjamin Britten
Simple Symphony op. 4
La XIV Edizione di Orta Festival prende le mosse dal mondo di
Bach, fonte inesauribile di musica e di ricchezza spirituale. Le due
opere in cartellone furono scritte ad uso degli eccellenti strumentisti
della cappella di Köthen, “esperimenti” che hanno per fine l’approfondimento
della tecnica strumentale espressa al più alto livello
mai raggiunto a quell’epoca. In particolare nel III dei sei Concerti
Brandeburghesi si ha una struttura per così dire “di gruppo”, che
sotto il profilo formale-stilistico si presenta continuamente nuova
ed inedita. Il programma accosta però in maniera potremmo dire
spregiudicata i lavori di Bach con due autori di cui quest’anno
ricorrono gli anniversari: l’inglese Benjamin Britten a 100 anni dalla
nascita ed il tedesco Paul Hindemith a 50 anni dalla morte. Con
l’ascolto dei rari Two Portraits di Britten (composti nell’estate del
1930) dalla rilassata, improvvisatoria, insieme giocosa ed eclettica
fattura passeremo all’attenta, premeditata ed elaborata “arte della
composizione” hindemithiana dei Fünf Stücke op. 44 n. IV . Ci
preme sottolineare che un programma così fatto con a confronto
epoche e stili distanti è di sempre più raro ascolto e rappresenta
anche il segno di un nuovo stile nel muoversi all’interno del repertorio
da parte dei nostri noti interpreti.
ingresso libero
SABATO 13 LUGLIO - ORE 21.15
Orchestra d’archi
del Conservatorio G. Verdi di Milano
Amedeo Monetti – direttore
Giuseppe Verdi (1813-1901)
Quartetto in mi minore (versione per orchestra d’archi)
Pyotr Ilyich Tchaikovsky (1840-1893)
Serenata in do maggiore op. 48
“Ho scritto proprio nei momenti d’ozio di Napoli un quartetto.
L’ho fatto eseguire una sera in casa mia senza dargli la minima
importanza, e senza fare invito di sorta.
Erano presenti soltanto sette od otto persone solite a venire da
me. Se il quartetto sia bello o brutto non so … so però che è un
quartetto!” Questa sera ascolteremo la versione ampia, con l’aggiunta
dei contrabbassi, alla quale Verdi, diede l’autorizzazione:
“dovrebbe suonare bene, soprattutto perché vi sono frasi che
chiederebbero un suono pieno e grasso piuttosto che il magro di
un solo violino”. In quest’opera si ritrova tutta la “popolarità” della
musica di Verdi che ha le sue radici nell’immediatezza espressiva,
nella forza penetrante degli accenti drammatici, nel loro
seguirsi incalzante che trascina con un’ evidenza difficilmente
spiegabile sulla base dei soli elementi tecnici. Sarà compito di
questo complesso d’archi del Conservatorio di Milano onorare
Verdi, Conservatorio che è anche passato alla storia per non aver
ammesso agli studi lo stesso Verdi nel giugno 1832, considerato
troppo anziano e accusato di avere un’errata tecnica della postura
della mano. Scherzo della sorte, l’Istituto gli venne successivamente
intitolato.
MERCOLEDÌ 17 LUGLIO - ORE 21.15
Paolo Ghidoni – violino
Luca Paccagnella – violoncello
Paolo Beltramini – clarinetto
Emanuela Piemonti – pianoforte
Elena Bellini – lettura
Olivier Messiaen (1908 – 1992)
Quatuor pour la fin du temps
per violino, violoncello, clarinetto e pianoforte
L'esecuzione sarà intercalata dalla lettura del testo inedito di
Susanna Tamaro
Il perpetuo inesausto movimento
“Concepito e scritto durante la mia prigionia il Quatuor pour la fin
du temps fu eseguito per la prima volta allo Stalag VIII/A il 15 gennaio
1941, dal violinista Jean Le Boulaire, dal clarinettista Henri
Akoka, dal violoncellista Etienne Pasquier e da me stesso al pianoforte.
È stato direttamente ispirato da questa citazione dell’A -
pocalisse. Il suo linguaggio musicale è essenzialmente immateriale,
spirituale, cattolico. Realizzando melodicamente e armonicamente
una sorta di ubiquità tonale, avvicina l’ascoltatore
all’eternità nello spazio o nell’infinito. Ritmi speciali fuori da ogni
misura contribuiscono potentemente ad allontanare il concetto di
tempo (tuttavia rimane un tentativo e quasi un balbettio, se si
pensa alla grandezza schiacciante del soggetto).
Questo è formato da otto movimenti. Perché? Sette il numero
perfetto, la creazione di sei giorni santificata dal sabato divino; il
sette di questo riposo si prolunga nell’eternità e diventa l’otto
della luce indefettibile, della pace inalterabile.”
SABATO 20 ORTA SAN GIULIO - CHIESA DI S. MARIA ASSUNTA LUGLIO - ORE 21.15
Verdi - Wagner 200. Le Parafrasi
Giuseppe Verdi/Franz Liszt (1813-1901/1811- 1886)
Salve Maria de Jerusalem da “I Lombardi alla prima crociata”
Ernani Paraphrase
Richard Wagner/Carl Tausig (1813-1883/1841-1871)
Paraphrase n°1 da “Tristan und Isolde”
Richard Wagner /Orazio Sciortino (1813-1883/1984)
Finale da "Die Walküre"
Giuseppe Verdi/Franz Liszt
Don Carlo: Coro di festa e Marcia funebre Paraphrase
Miserere du Trovatore Paraphrase de concert
Rigoletto Paraphrase de concert
Orta Festival presenta ogni anno dei giovani interpreti, tra quelli
che si sono maggiormente segnalati sulla scena nazionale ed
internazionale. Orazio Sciortino (classe 1984) pianista e compositore
è uno di questi. Ci presenta inoltre un programma che grazie
alla parafrasi (la libera rielaborazione di un brano preesistente) ci
permette di celebrare Verdi e Wagner nel bicentenario della nascita
ascoltandone pagine celebri. L’estesissima presenza di parafrasi
e trascrizioni nel catalogo di Liszt (e del suo allievo Tausig) ci
ricorda come nella sua giovinezza queste furono la carta vincente
del suo successo europeo. Il costume di improvvisare su temi
d’opera era nella prima metà dell’Ottocento il piatto forte del virtuoso,
ma per Liszt le parafrasi erano eseguibili solo dall’autore
stesso o da pochissimi altri ed erano la sintesi di innumerevoli
improvvisazioni intorno alle quali si creò una leggenda.
Bruno Canino – pianoforte
Raffaella Damaschi – pianoforte
Matteo Pigato, Andrea Favalessa – violoncello
Giuseppe Russo – corno
... Variazioni
Johann Sebastian Bach / György Kurtàg (1685 – 1750 / 1926)
Cinque Corali per due pianoforti
Johannes Brahms (1833 – 1897)
Variazioni su un Tema di Haydn op. 56b per due pianoforti
Dmitri Shostakovich (1906 – 1975)
Concertino in la minore op. 94 per due pianoforti
Robert Schumann (1810 – 1856)
Andante e Variazioni op. 46
per due pianoforti, due violoncelli e corno
Orta Festival ospita per la prima volta il pianista Bruno Canino. Figura
storica del panorama musicale italiano ed internazionale. Nel corso
della sua straordinaria carriera ha ricoperto i ruoli più disparati. Solista
con orchestra al fianco di direttori come Abbado, Muti, Boulez,
Sawallisch; divulgatore della musica nuova e dedicatario di opere da
parte di Stockhausen, Ligeti e dell’amico Berio; grande camerista al
fianco di Perlman, Accardo, Mullova, Quartetto Amadeus. Ospite fisso
del Festival di Marlboro su invito di Serkin, già direttore artistico della
Biennale Musica, è autore del “Vademecum del pianista da camera”,
una sorta di “lettera semiseria” dedicata a tutti gli appassionati di
musica che ha avuto un notevole successo. Con la pianista Raffaella
Damaschi, sua allieva presso il Conservatorio di Berna, accosterà
pagine del repertorio a due pianoforti meno frequentate, come i Corali
di Bach nella trascrizione di Kurtag e il delizioso Concertino di
Shostakovich, a due caposaldi come le celeberrime Variazioni su un
tema di Haydn di Brahms e l’incantevole Andante e Variazioni di
Schumann, opera dal bizzarro organico che prevede oltre ai due pianoforti,
una coppia di violoncelli ed un corno
DOMENICA 28 PELLA - CHIESA SAN FILIBERTO LUGLIO - ORE 21.15
Mozart. Hindemith 50
Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791)
Duo in sol maggiore K423
Paul Hindemith (1895 - 1963)
Sonata op. 11 n° 5 per viola sola
Wolfgang Amadeus Mozart
Duo in si bemolle maggiore K424
Il concerto di un insolito duo formato nel nostro caso da due strumentisti
annoverati tra i più rilevanti della loro generazione è l’occasione
per mettere a confronto due autori, Mozart ed Hindemith,
ma anche i due strumenti, violino e viola, all’apparenza simili ma
scopriremo molto diversi.
La creazione dei due lavori, K 423 e K 424 è legata ad un fatto
curioso.
Mozart li scrisse per aiutare l’amico Michael Haydn, il quale malato
doveva presentare una serie di Duo (sei per l’esattezza) all’arcivescovo
di Salisburgo Colloredo. Datati 1783 e composti in soli
due giorni hanno nella ricchezza contrappuntistica della scrittura,
in cui i due strumenti sono messi sullo stesso piano, l’elemento
cruciale di novità del linguaggio.
L’omaggio a Paul Hindemith sarà l’occasione per ascoltare la
Sonata per viola sola op. 11 n° 5, prima delle opere dedicate al
suo strumento, parte essenziale del repertorio di ogni violista che
si rispetti, una pagina virtuosa in quattro movimenti dove l’ultimo
si sviluppa quanto i primi tre assieme in una monumentale passacaglia.
INGRESSO LIBERO
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