Apri onlus: “La Regione Piemonte nega libera circolazione ipovedenti”
Riportimo il comunicato del Dott Marco Bongi, Presidente dell' APRI Associazione Pro Retinopatici Ipovedenti, circa l’ottenimento della tessera di libera circolazione sui mezzi di trasporto pubblici.
👤 Redazione ⌚ 3 Dicembre 2015 - 09:41 5 commentia-
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Il dato appare ormai chiaro, anche se dagli uffici di corso Stati Uniti 21, sede dell'assessorato regionale ai Trasporti, continuano ad affermare che la nuova delibera di ristrutturazione del trasporto accessibile per i disabili non muta i requisiti che consentono ai portatori di handicap di ottenere la tessera di libera circolazione.
Di fatto invece le cose stanno in modo ben diverso: gli ipovedenti gravi, ai sensi della legge n. 138 / 2001 art. 4 non potranno più ottenere la tessera.
Il motivo può apparire complesso, proviamo a spiegarlo. La nuova DGR del 29 luglio 2015, che entrerà ufficialmente in vigore il 1 febbraio 2016, riconosce il diritto alla libera circolazione agli invalidi civili con una percentuale uguale o superiore al 67%.
Gli ipovedenti gravi, pur essendo a tutti gli effetti invalidi civili, non hanno però riportata, sul loro verbale di riconoscimento, la percentuale di riferimento ma esclusivamente la definizione di "ipovedente grave". La percentuale potrebbe sì essere dedotta indirettamente da alcune tabelle ministeriali del 1992, mai abrogate o modificate, ma in Regione Piemonte non ne vogliono sapere.
"Atteggiamento grave e discriminatorio - afferma Marco Bongi, presidente di APRI - onlus – Associazione Pro Retinopatici Ipovedenti - Abbiamo provato a spiegare il problema all'assessorato ma si fa finta di non capire. Si tenga altresì presente che nessun ipovedente grave potrebbe mai guidare un'automobile. Quasi tutti gli altri invalidi al 67% invece hanno questa possibilità".
L'Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti (A.P.R.I.-onlus) lancia dunque l'allarme. Il rischio è quello che, per una banale negligenza burocratica, migliaia di disabili piemontesi siano esclusi, dal febbraio 2016, dalla fruizione del diritto alla mobilità accessibile conquistato faticosamente da circa trent'anni. Tutto ciò a fronte anche dei pesanti tagli, apportati in questo settore, dai Comuni e dai consorzi intercomunali dei servizi sociali.
"Chiediamo all'assessore Balocco - conclude Bongi - di intervenire al più presto. La nostra associazione è in grado di produrre documentazione medico-legale esauriente che può chiarire agevolmente l'errore". Leggi QUI il post completo