Forno crematorio: un no alla privatizzazione da S.Anna

Riceviamo e pubblichiamo, un documento inviato dal Comitato Referendum sul forno crematorio, prodotto da cittadini del quartiere di Sant'Anna.

  
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NO ALLA PRIVATIZZAZIONE E AL RADDOPPIO DEL FORNO INCENERITORE

Dal Piano Regionale di Coordinamento per la realizzazione di nuovi cimiteri e crematori si evidenzia che sul territorio piemontese sono attivi 12 forni crematori per un totale di 15 linee e che questi sono ritenuti sufficienti per il fabbisogno regionale.
Per essere economicamente sufficiente e sostenibile un forno crematorio deve bruciare almeno 1200/1500 salme per ogni linea.

Il bacino di riferimento deve prevedere almeno 5000 decessi annui su una popolazione di 500.000 abitanti.

La distanza minima fra due forni deve essere almeno di 50 Km.
Alla luce di queste indicazioni riteniamo che il forno esistente al cimitero di Pallanza, perfezionato con le nuove tecnologie, sia più che sufficiente per il fabbisogno del nostro territorio, considerando che già ora su 1200 cremazioni solo 200 sono quelle di Verbania.

La scelta quindi del Comune di privatizzare e di raddoppiare il forno crematorio non trova nessuna giustificazione se non quella di rispondere a logiche che favoriscono i profitti di società private.

Questa scelta che prevede che i profitti futuri siano quasi totalmente a favore di privati non tiene per niente conto delle problematiche del quartiere, già penalizzato negli anni dalla presenza della grande fabbrica e da altri gravi problemi ambientali, non ultimo l’inquinamento di un pozzo dell’acqua potabile.
È stato indetto un referendum per fermare l’ampliamento e la privatizzazione del forno crematorio.

Si invitano i cittadini a firmare negli appositi banchetti che saranno predisposti in vari punti della città.

I CITTADINI DEL QUARTIERE DI S. ANNA
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