Sinistra Unita: "Reddito di Cittadinanza"
Riceviamo e pubblichiamo, il testo dell'Ordine del Giorno sul Reddito di Cittadinanza presentato da Sinistra Unita.
👤 Redazione ⌚ 29 Ottobre 2015 - 09:02 6 commentia-
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COMUNE DI VERBANIA
GRUPPO CONSIGLIARE SINISTRA UNITA
Al Sindaco del Comune di Verbania
per il tramite del Presidente del Consiglio
Oggetto: Ordine del Giorno Reddito di Cittadinanza.
Il Consiglio Comunale di VERBANIA
Preso atto che:
secondo l'OCSE, negli ultimi decenni la disuguaglianza economica in Italia è cresciuta del 33%, dato più alto fra i Paesi avanzati, la cui media è del 12%: oggi l'1% delle persone più ricche detiene il 14,3% della ricchezza nazionale netta (definita come la somma degli asset finanziari e non finanziari, meno le passività), praticamente il triplo rispetto al 40% più povero, che detiene solo il 4,9%;
dal 2009 a oggi, gli italiani che versano in povertà assoluta sono quasi raddoppiati fino ad arrivare a oltre 6 milioni, rappresentando quasi il 10% dell'intera popolazione;
dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa;
la ricchezza nazionale netta in Italia è distribuita in modo molto disomogeneo, con una concentrazione particolarmente marcata verso l'alto: il 20% più ricco detiene il 61,6% della ricchezza e il 20% appena al di sotto il 20,9%; il restante 60% si deve accontentare del 17,4% della ricchezza nazionale, con appena lo 0,4% per il 20% più povero;
il tasso di povertà tra le famiglie italiane di lavoratori "non-standard" (autonomi, precari, part time) è al 26,6%, contro il 5,4% per quelle di lavoratori stabili, e il 38,6% per quelle di disoccupati; in particolare, mostrano i dati Ocse, se si fissa a 100 il guadagno medio dei lavoratori con posto fisso, quello degli atipici si ferma a 57, con grosse disparità tra le varie categorie (72 per un lavoratore autonomo, 55 per un lavoratore con contratto a termine full time, 33 per un lavoratore con un contratto a termine part time);
a questo si aggiunge la sempre maggiore difficoltà a passare da un'occupazione precaria a una fissa: sempre secondo i dati Ocse, tra le persone che nel 2008 avevano un lavoro a tempo determinato, cinque anni dopo solo il 26% era riuscito a ottenere un posto a tempo indeterminato;
anche per queste ragioni si rendono necessarie politiche industriali volte alla creazione di nuovi posti di lavoro e alla riconversione ecologica dell’economia;
in Piemonte, dagli ultimi dati Istat disponibili, le persone in cerca di occupazione sono stimate a 226.000 nel 2014, con un aumento di 17.000 unità sull’anno precedente;
il tasso di disoccupazione nella regione è stimato intorno all’11,3%. Si rileva nel 2014 una crescita esponenziale del tasso di disoccupazione, soprattutto per i soggetti fino a 24 anni, dove sale dal 14-15% all’attuale 42,2%, che in termini di valore assoluto corrisponde al passaggio da 20.000 a oltre 50.000 ragazzi in cerca di lavoro;
i Neet (soggetti non in formazione né in cerca di lavoro) si stimano intorno ai 140.000;
i dati sulla precarietà in Piemonte sono ancora allarmanti: sebbene le procedure di assunzione nel I trimestre del 2015 registrino un incremento dell’11,7% rispetto all’anno precedente, per effetto delle misure introdotte nell’ultimo anno, e benché il lavoro precario assorbisse nel 2014 una percentuale maggiore, ossia l’82,3% del totale delle procedure, le assunzioni a termine restano comunque nettamente prevalenti, con una quota pari al 77%.
la stessa situazione di difficoltà viene vissuta a Verbania e nel VCO, con un sistema di welfare che fatica a dare risposte al crescente bisogno di interventi in campo sociale (alimentazione, casa, lavoro), nonostante l’impegno e l’attenzione che viene riservata agli stessi.
Considerato che:
è ormai indifferibile nel tempo la necessità di definizione di un nuovo sistema di welfare, un modello di welfare universale, che estenda tutele e diritti acquisiti a coloro cui vengono negati;
questo nuovo modello non può prescindere dall’istituzione di un Reddito Minimo Garantito, forma indispensabile di intervento in un Paese, come l’Italia, in cui la ricchezza è distribuita in modo così disomogeneo;
il reddito minimo rappresenta una misura decisiva per l’uguaglianza e un fattore anticiclico rispetto alla crisi che, redistribuendo risorse, aiuta a rimettere in moto i consumi e l’economia e diminuisce gli squilibri sociali e reddituali;
si tratta di una misura che esiste già in molti Paesi Europei, ad eccezione di Grecia, Croazia e Italia, e risponderebbe alla Risoluzione del Parlamento europeo del luglio 2011, che chiedeva a tutti gli Stati europei di rafforzare il reddito minimo e agli Stati ancora sprovvisti di adottarlo al più presto.
Verificato che:
garantire un reddito a chi non ne dispone o non raggiunge la soglia di povertà relativa (8000 euro all’anno) non equivale a una misura assistenzialistica indiscriminata: innanzitutto perché nessuna delle proposte presentate in Parlamento slega il beneficiario da un percorso di formazione-lavoro, dall’iscrizione al centro per l’impiego alla disponibilità ad accettare lavori che gli vengano proposti, purché coerenti con il proprio percorso di vita e le proprie aspirazioni.
Preso inoltre atto che:
sul tema l’associazione Libera, con l’adesione di numerose altre associazioni e movimenti, ha avviato da tempo la campagna per il “reddito di dignità”;
il Consiglio Regionale del Piemonte, il 16 giugno u.s., ha approvato l’ordine del giorno n. 376 per avviare una discussione sull’istituzione di un reddito di autonomia a livello regionale, in quanto “appare sempre più urgente una misura universale per sottrarre chi è in cerca di occupazione alla ricattabilità del lavoro precario, contrastare la povertà, promuovere l’integrazione sociale e garantire una qualità di vita adeguata alla dignità delle persone”;
il Presidente della Regione ha manifestato la volontà di candidatura il Piemonte per la sperimentazione del reddito di autonomia.
Condivide
la necessità di addivenire al più presto all’istituzione a livello nazionale di un reddito di cittadinanza o di un reddito minimo garantito come misura di sostegno al reddito per disoccupati, inoccupati, precariamente occupati, sottoccupati e inabili al lavoro;
la proposta di ordine del giorno n. 376: “Reddito di autonomia. Sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati, precariamente occupati o sottoccupati” presentato in data 26.05.2015 e approvata dal Consiglio Regionale del Piemonte in data 16 giugno 2015;
la necessità di avviare al più presto la sperimentazione in Piemonte di detta forma di sostegno al reddito.
Impegna
Sindaco e Giunta Comunale a trasmettere il presente ordine del giorno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai gruppi parlamentari, al Presidente della Regione Piemonte e ai gruppi regionali.
Il Consigliere Comunale Gruppo SINISTRA UNITA
Vladimiro Di Gregorio Leggi QUI il post completo