PscoNews: La terapia dell’urlo
Alla guida, davanti a uno specchio o in un luogo sperduto, urlare ci libera da tensioni e malumori, ma non può essere la scusa pronta per dare sfogo a mancanza di rispetto.
Sarà stata la vicinanza di Halloween o la classica goccia che fa traboccare il vaso, ma, qualche giorno fa, ho vestito i panni della strega e mi sono impegnata in quella che in gergo comune definirei “sclerata” epica!
Oltre alla vergogna per aver perso le staffe urlando come un’ossessa e ovviamente non aver risolto il problema scatenante (anche perché la mia reazione è stata sproporzionata rispetto alla situazione), mi è rimasta quasi la voglia di urlare ancora, come forma di sfogo ma anche di ricarica.
Negli anni ’60 effettivamente la terapia dell’urlo primario era in voga come pratica psicoterapeutica, creata da Arthur Janov, e tra i suoi adepti c’era anche John Lennon.
Secondo la teoria di riferimento è possibile aiutare il percorso di consapevolezza ed elaborazione di sofferenze e dolori avvenuti in tenera età tramite urla che permettono di dar voce alle emozioni sottostanti, ristabilendo la funzione di segnale rispetto al soddisfacimento di bisogni; esprimendo quindi le emozioni si ristabilisce l’equilibrio psicofisico.
Non so dire se la terapia dell’urlo primario sia scientificamente valida, sicuramente le urlate che a volte facciamo non sono considerabili come espressione di questa forma di psicoterapia, però a volte urlare fa bene e ci aiuta a dire ciò che non riusciamo.
Quindi permettetemi di scusarmi e di ringraziare chi, spettatore del mio comportamento, è stato tanto paziente e forte da non abbassarsi al mio livello!
E a voi è mai capitato di stare bene dopo aver urlato?
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